UN NUOVO FORMAT PER LA DISTRIBUZIONE ALIMENTARE
Sempre
attenta alle novità nel panorama nazionale e internazionale, Moderna Distribuzione
ha aperto il più grande punto vendita del progetto D’Italy, il 6 maggio scorso,
a Castelnuovo Rangone, in provincia di Modena. Qual è il format che propone e
in che modo si differenzia dai discount, pur non essendo un supermercato tradizionale?
D’Italy non
è un discount perché propone un format nuovo, con un’offerta ampia, comprensiva
di tutti i freschi: il banco servito di salumi e formaggi, la panetteria
self-service, la macelleria in take-away, con prodotti preparati da noi,
compresi i prontocuoci, e un reparto ortofrutta proprio come quello del
supermercato. Ma la differenza principale sta nell’abbattimento del costo
carrello, soprattutto nei beni di largo consumo confezionati: i nostri prezzi
sono inferiori del 30-40 per cento rispetto a quelli dei supermercati
tradizionali, senza rinunciare alla qualità. Sembra paradossale, ma oggi non
esistono più i prodotti di seconda scelta, perché le aziende che avevano
dedicato una seconda linea di produzione ai discount non hanno resistito ai
margini ristretti che venivano imposti da questo tipo di distribuzione. Oggi
non è la qualità del prodotto a cambiare, ma il processo: per recuperare i
costi, le aziende fornitrici hanno aumentato il rendimento delle loro catene di
montaggio, così mantengono i prezzi bassi, senza diminuire il livello
qualitativo, a tutto vantaggio del consumatore.
Il nome
D’Italy indica un accento sui prodotti italiani?
D’Italy è un
consorzio nazionale che riunisce alcuni gruppi di distribuzione aderenti
all’insegna Sigma – fra cui Realco, la cooperativa emiliana di cui fa parte
Moderna Distribuzione – che hanno unito i loro fatturati per fare massa critica
e selezionare prodotti in esclusiva. L’ampio assortimento che abbiamo attualmente
di prodotti alimentari genuini, che garantiscono alte proprietà organolettiche,
ha richiesto un grande lavoro con i fornitori, iniziato un anno e mezzo fa. Ma
abbiamo avuto già un grande successo, oltre le attese, in Sicilia, dove sono
nati i primi punti vendita, anche se Realco rimane capofila del progetto
D’Italy.
L’italianità
dei prodotti è centrale per noi, anche perché dobbiamo difendere l’eccellenza dei
nostri cibi e la cultura di cui sono ambasciatori molti prodotti tipici.
Tuttavia, abbiamo inserito uno scaffale dedicato ai prodotti etnici di diversi paesi
e abbiamo introdotto prodotti vegani, vegetariani e biologici. Ma spesso
mangiare sano vuol dire consumare il prodotto locale, per questo incentiviamo
il chilometro zero, oltre che per la tutela e la valorizzazione del territorio.
Lei è
stata di recente riconfermata vicepresidente di Confcommercio Modena, un’associazione
che ha condotto una battaglia per il riconoscimento del commercio come
occasione di scambio, anche culturale, che contribuisce alla vita delle città e
dei loro centri storici. Nei suoi undici punti vendita in provincia di Modena, lei
ha sempre promosso la formazione del personale, affinché fosse in grado di accogliere
e ascoltare il cliente, oltre che di mettere a sua disposizione la propria competenza
sui prodotti richiesti…
La scelta di andare a fare la spesa in un punto
vendita piuttosto che in un altro è dettata non solo dal prezzo e dalla
disponibilità dei prodotti di cui si ha bisogno, ma anche dal fatto che il
cliente si senta valorizzato prima di tutto come persona. Questo è un approccio
vincente in ogni ambito. Da sempre ritengo estremamente importante il filo
diretto con il consumatore, per questo ho trascorso diverse ore sul punto
vendita D’Italy che abbiamo aperto a Castelnuovo, sia durante la preparazione
sia successivamente, nell’accoglienza dei clienti, per cercare di migliorare il
più possibile il servizio. La posizione in cui siamo – via della Pace, 59 – è
sicuramente più favorevole rispetto a quella in cui eravamo prima con un nostro
punto vendita Ecu e anche gli spazi sono maggiori: siamo passati dai 780 ai
1000 metri quadrati attuali. Un mese prima dello spostamento, una struttura
concorrente era stata aperta proprio di fianco alla nostra e subito ci siamo un
po’ preoccupati, ma poi abbiamo giocato la nostra carta con questa nuova sede e
abbiamo raccolto risultati che sono andati oltre le aspettative. Il feedback che
ho ricevuto da un confronto tra quel punto vendita e il nostro è stato positivo
per noi: i clienti si lamentavano dei nostri concorrenti perché non erano
ricevuti con la stessa nostra gentilezza e le risposte alle loro domande non
sembravano date con lo stesso piacere che distingue la nostra attenzione verso
il consumatore. Così, ci hanno seguito senza esitazione. Questo indica che
l’investimento in formazione ha i suoi effetti anche sul conto economico, non
solo sulla soddisfazione interna del personale.