ARTE E SCIENZA NELLA LAVORAZIONE DELLA CARNE
Alla fine
di luglio scorso, il Maialino rampante ha fatto il suo ingresso trionfale
all’Expo, con la presentazione ufficiale della vostra recente invenzione, l’Arrostichetto,
nell’ambito di una cena di gala organizzata al ristorante Aromatica, alla quale
sono intervenute diverse personalità dell’imprenditoria e della politica, fra
cui il senatore Stefano Vaccari e Luca Gozzoli, dello staff del presidente
della Provincia di Modena Gian Carlo Muzzarelli.
Nonostante
sia stato lanciato sul mercato solo qualche mese fa, l’Arrostichetto è già
distribuito da grandi catene di supermercati e cooperative di ristorazione
(Cir, Unicom, Sma, Alì e Conad Centro Nord, per fare alcuni nomi). A che cosa è
dovuto questo risultato?
I motivi
sono vari, ma metterei al primo posto la qualità: in un’epoca in cui ormai
nessuno cerca la quantità a tavola e il consumatore è ben informato e istruito
sulle caratteristiche organolettiche, nutrizionali e salutari dei cibi, anche i
grandi gruppi hanno bisogno di nuovi prodotti da proporre ai loro clienti, per
rispondere ai cambiamenti di gusti e abitudini piuttosto repentini e legati
alle tendenze e alle mode. Garantire la qualità per il nostro Gruppo è sempre stato
importante: basti pensare che, come fornitori di cosce di maiale ai principali
prosciuttifici italiani, siamo quelli che spendono di più sul mercato
all’acquisto, ma garantiamo a ciascun cliente sempre lo stesso tipo di coscia
proveniente dallo stesso allevatore e dallo stesso macello. I nostri clienti ci
chiedono sempre la stessa qualità e non sono interessati ad abbassare neppure
di un minimo il livello della carne, anche se sanno che potrebbero risparmiare
qualche migliaio di euro a partita.
Un esempio
della qualità che ci contraddistingue è l’Arrostichetto, un filetto avvolto
intorno a uno stinco, molto tenero per sua natura, diversamente da molti
prodotti che si trovano sul mercato oggi, che vengono sottoposti a trattamenti
con macchine inteneritrici per raggiungere livelli di tenerezza assolutamente artificiali.
Ma la qualità è anche nelle altre due innovazioni che abbiamo lanciato all’Expo
e ci stanno dando tante soddisfazioni: le Anime di prosciutto – pezzetti della
parte più tenera del prosciutto, serviti al naturale o impanati – e lo
Stuzzichetto, ovvero l’Arrostichetto “da passeggio”, porzioni di Arrostichetto
che vengono servite al cartoccio, con tanto di contorno di patate.
Al momento
giusto lanceremo altri quattro prodotti che abbiamo nel cassetto: provengono
tutti dalla coscia e rappresentano modi differenti di mangiare il prosciutto.
D’altra
parte, è la storia della vostra famiglia quella che si scrive nell’arte della
lavorazione della carne e che risale agli anni quaranta del secolo scorso, quando
suo padre aveva avviato uno dei più grandi macelli d’Italia...
Nel nostro
mestiere, saper distinguere un pezzo di carne da un altro è quasi una scienza,
e io ho incominciato a lavorare con mio padre quando avevo solo nove anni. I
più grandi salumifici italiani riconoscono che abbiamo una marcia in più e
scelgono le nostre carni, per questo non è un caso se siamo riusciti a ottenere
uno spazio di rilievo in un mercato così saturo.
Ma fino
all’anno scorso non avevate prodotti a marchio proprio?
Infatti,
fino ad agosto dello scorso anno non avevamo neppure una rete vendita, mentre
quest’anno, in luglio, se parliamo dei prosciutti stagionati, ne abbiamo
venduti circa 8000 con il nostro marchio del Maialino rampante. Per
quarant’anni siamo stati dietro le quinte, ora abbiamo deciso di mettere sul
piatto la nostra esperienza, valorizzando la nostra storia. È un passo
commerciale che decreta una stagione nuova per il nostro Gruppo e ci consente di
aumentare i margini e di evitare quello che purtroppo durante la crisi alcuni
hanno pensato fosse la soluzione migliore: abbassare i prezzi. Ma questo ha portato
solo alla svendita dei loro prodotti e spesso alla chiusura delle aziende che
si sono buttate a terra con le loro stesse gambe, mentre la valorizzazione
avviene attraverso la vendita, ossia mantenendo la qualità – lo ripeto per l’ennesima
volta – che ha un costo maggiore, ma paga sempre di più. E per vendere bisogna
essere sugli scaffali, ma anche fare tanta pubblicità, senza smettere mai,
perché i clienti tendono a dimenticare facilmente.
Lei è
noto anche per il suo amore per l’arte e la musica...
Oltre a collezionare opere di pittura e scultura
antiche e moderne, ho dato un sostegno alla musica, attraverso le iniziative
del Salotto Culturale Aggazzotti di Modena, che anche quest’anno ha organizzato
iniziative che fanno apprezzare la lirica e la musica classica a un vasto
pubblico, proponendo serate di grande pregio aperte alla città, in piazza XX
Settembre.