LA SAGA DEI SERRAMENTI DI QUALITÀ
Quest’anno Valserramenti compie
cinquant’anni di attività in un settore esposto a continui cambiamenti per tecnologie
di produzione e qualità dei materiali. Come siete giunti a questo traguardo e
quali trasformazioni avete avviato lungo il vostro itinerario?
La storia di
Valserramenti incomincia fra le colline di Lagaro, frazione del comune di
Castiglione dei Pepoli, il 2 maggio 1965, con il nome Val, quando mio padre,
Giacomo Mazzanti, con tanti sacrifici e molto entusiasmo, mattone dopo mattone,
ha costruito lo stabilimento di produzione di vetreria artigianale, dopo una
lunga esperienza incominciata all’età di quattordici anni. Nella metà degli
anni sessanta, le finestre con infissi a profilati in alluminio non erano
diffuse perché i materiali utilizzati erano per lo più vetro, legno e ferro.
Erano gli anni della ricostruzione post bellica e dello straordinario rilancio
dell’economia italiana, a cui dava un contributo fondamentale l’edilizia. Chi
lavorava in modo professionale era particolarmente favorito e questo è stato il
caso di mio padre, che era un innovatore e dotava le sue produzioni di brevetti
specifici, come quelli per gli accessori delle prime controfinestre esterne. Fu
allora che l’azienda avviò la produzione anche di infissi. In breve tempo, la
Val divenne il maggiore fornitore d’infissi per l’edilizia appenninica,
lavorando quasi in regime di monopolio.
Nello
sviluppo dell’azienda ha avuto grande importanza anche la storia della famiglia
di mio padre, unico figlio maschio, con cinque sorelle. In Toscana, al di là
dell’Appennino, si facevano diverse lavorazioni di tessuti e filati, alcune
particolarmente adatte alla manualità femminile. Ciascuna sorella sposò un
imprenditore toscano titolare di aziende tessili, ma non solo. Fra questi c’era
chi aveva anche un’impresa edile e la Val incominciò a espandere la sua
attività in Toscana. Poiché Lagaro si trova quasi a metà strada tra Bologna e
Firenze, ciascuna mattina un camion carico d’infissi partiva alla volta delle
più importanti città toscane, oltre a quelle dell’Emilia. Ricordo che a Bologna
abbiamo allestito gli infissi di diverse scuole, come Itis, Pacinotti, Rosa
Luxemburg e altre, oltre che dell’aeroporto. A metà degli anni ottanta la Val
era un’industria di primaria importanza, che ha fatto lavori anche per
l’Ansaldo di Genova con appalti a Milano e in Cina. Abbiamo firmato interventi
anche per la Honda Italia ad Atessa, in Abruzzo, e per la cupola della centrale
nucleare del bacino del Brasimone, nell’Appennino Tosco Emiliano. Nel 1990
abbiamo fornito gli infissi per il primo grattacielo che sorgeva a Bologna, il
Boscolo Hotel Holiday Inn, per alcuni anni l’edificio moderno più alto della
città.
In quel
periodo avevo undici anni e incominciavo la formazione e la pratica alla scuola
di mio padre, che, seppure fosse democratico e tollerante, non mi risparmiava
il rigore che occorreva in ciascun intervento
Ricordo che
durante gli studi tecnici svolgevo i compiti nell’ufficio del geometra
dell’azienda respirando aria di saldatura e fumo di sigaretta. Tutto era
immenso, come i nostri capannoni: solo quello coperto misurava 3500 metri, e il
ritmo di lavoro era intenso, mentre l’Italia diventava un paese industriale. La
gran parte degli operai viveva nella zona e aveva iniziato a lavorare nella
nostra azienda, concludendo lì gli ultimi giorni prima della pensione.
L’impresa di mio padre è stata per me una scuola di vita.
Oggi la Val
è divenuta Valserramenti ed è un’azienda commerciale. Pur non essendo
produttori, come eravamo nel 1965, offriamo la qualità assoluta negli infissi
proprio perché conosciamo bene i diversi aspetti della produzione e i materiali
utilizzati.
Come siete giunti alla decisione di
concentrarvi solo sulla vendita?
La decisione
in questa direzione è stata l’esito di una lunga malattia degenerativa di mio
padre, che, nonostante questo, ha continuato a lavorare per molti anni, con me
al suo fianco. Sin dai tempi della scuola, avevo il progetto d’investire in
un’attività commerciale nel settore, contando sull’esperienza dell’azienda che
aveva conquistato grande stima grazie allo stile e al rigore a cui si atteneva
mio padre.
Certamente,
noi non siamo più produttori, ma questo è un discorso che va analizzato tenendo
conto del contesto in cui opera oggi l’imprenditoria in Italia, schiacciata da
un peso fiscale che non permette alle aziende di proseguire e di rinnovarsi,
mentre il piccolo artigianato incontra grandi difficoltà. Per questo ho grande
ammirazione per chi continua a produrre con la ditta individuale. Considero
queste persone i veri eroi del nostro tempo.
Soprattutto
oggi, occorre tanta passione per fare bene un lavoro come il nostro, mentre il
mercato, estero in particolare, non risparmia il confronto con la concorrenza
sleale di chi utilizza materiali e prodotti che hanno prezzi più bassi, ma sono
di qualità inferiore nonostante all’apparenza siano simili. Noi abbiamo puntato
anche per questo su partnership con leader nel settore sia per gli infissi
interni, con il marchio Garofoli, sia per quelli esterni, con il marchio
Internorm, commercializzando prodotti monomarca di grande qualità. Internorm,
per esempio, produce in Austria finestre in PVC dal 1966, un anno dopo che è
nata la nostra azienda, ed è tuttora di proprietà della famiglia del fondatore.
Può dunque immaginare quali valori ci leghino a un’azienda che, come nel nostro
caso, non ha mai risparmiato sulla qualità.
Ciascuna volta
Internorm ci garantisce data e ora di consegna, dandone avviso scritto. Questo
ci consente, a nostra volta, di dare al cliente maggiori certezze sulla data e
sull’ora del montaggio di una finestra
La nostra
attività è prevalentemente commerciale, ma garantiamo con i nostri esperti
anche studio, rilievi e montaggio delle finestre o delle porte. Abbiamo
autisti, posatori e montatori che, tengo a sottolineare, sono tutti italiani,
forniti di diploma ai corsi Internorm. Non a caso collaboriamo da quasi cinquant’anni
con Internorm e siamo stati fra i primi in Italia a scommettere sulla qualità
di questa azienda. Con questo marchio abbiamo effettuato diversi lavori presso
privati, aziende e locali pubblici, inclusi enti pubblici, che spesso ci
commissionano lavori di riqualificazione, com’è avvenuto recentemente, per
esempio, nella sede direzionale di Hera. Nel centro di Milano, abbiamo alcuni
estimatori che lavorano in banche di primaria importanza e che si sono avvalsi
della nostra consulenza per le sedi aziendali e per le loro abitazioni private.
A Reggio Emilia, abbiamo inaugurato la prima filiale della banca di un noto
istituto di credito certificata con i criteri della casa passiva. È la prima
banca in Italia che si alimenta energeticamente in modo completamente autonomo.
In questi anni ho raccolto attestazioni di stima da
parte di diverse realtà, ma ne ricordo alcune in modo particolare. Ho avuto la
fortuna di incontrare un grande imprenditore come Romano Lucchi, fondatore
della Fiac Compressori di Pontecchio Marconi, che in diverse occasioni ha
scelto la nostra azienda perché diceva che “sappiamo lavorare bene”. Ricordo
con entusiasmo anche l’incontro con l’architetto Glauco Gresleri, che ha fatto
la storia di Bologna e che è venuto a trovarci personalmente in azienda,
scegliendoci come partner per un importante progetto edilizio. Questi incontri
sono fra le più grandi soddisfazioni, che vanno ben oltre gli aspetti
economici. Condivido questa stima con il geometra Carlo Rondelli, che ha
lavorato al fianco di mio padre per molti anni e costituisce con me un solido
riferimento nella Valserramenti. Oggi abbiamo in progetto di acquisire nuovi
clienti, mantenendo la qualità assoluta non solo nello showroom di Casalecchio
di Reno, ma presto anche aprendo una nuova sede.