A CIASCUNO IL SUO MODO
Sulle note di My
Way, la canzone di Frank Sinatra, TracMec ha aperto a Mordano, lo scorso
aprile, le celebrazioni del decennale dell’attività, con la partecipazione di
numerose autorità, del sindaco e di una delegazione dirigenziale di Bauer
Maschinen, la vostra azienda controllante, leader mondiale nella produzione di
trivellatrici e macchine per l’attività mineraria. In questi anni, avete
prodotto quasi duemila sottocarri cingolati, operativi in diverse aree del
pianeta. A modo suo, lei è riuscito a costruire un’impresa sempre più
all’avanguardia per tecnologia e qualità. La TracMec, che mantiene la sede in
Emilia Romagna, ha conquistato la fiducia e la stima dei partner tedeschi. Come
avete avviato quest’alleanza?
TracMec
è nata il 1° aprile del 2005 dall’esperienza di tecnici che si erano formati
alla Gallotti, impresa che produceva sia macchine multifunzione sia sottocarri
cingolati. All’epoca la Gallotti era in crisi e la multinazionale Bauer
Maschinen di Monaco di Baviera colse l’occasione per acquisire il ramo
d’azienda dedicato ai sottocarri. Prima dell’acquisizione, Bauer era già
cliente di Gallotti e ci seguiva con assiduità e controlli mensili per valutare
la nostra tenuta. Aveva quindi già avuto modo di apprezzare la qualità della
nostra produzione e la preparazione tecnica del personale TracMec. In soli
quattro anni da quel 1° aprile, abbiamo raggiunto un fatturato di 4 milioni di
euro. In particolare, nel 2008 il fatturato è stato più che quadruplicato,
confermando al partner tedesco che puntare su un’azienda italiana era stata una
scommessa vincente. Nonostante l’acquisizione, abbiamo mantenuto l’attività in
Italia e oggi siamo specializzati nella produzione strategica dei cingolati
allargabili, lontano dalla concorrenza del Far East che si concentra invece nel
settore degli escavatori a cingolati fissi.
In occasione della celebrazione del
decennale, Bauer ha omaggiato TracMec di un’opera d’arte…
Bauer,
donandoci una scultura che ritrae in negativo il modello di una trivella, ha
confermato l’amicizia e la fiducia che abbiamo guadagnato in questi anni. Ben
sei dirigenti con le rispettive mogli sono venuti in Italia dalla Germania,
dedicando il weekend alle poche ore in cui si è svolta la celebrazione del
decennale. È stata un’attestazione di stima assoluta. Non dimentichiamo che
Bauer è una società quotata in borsa, che conta più di cento aziende
controllate e circa cinquemila dipendenti nel mondo.
Quali sono le condizioni che
consentiranno a TracMec di festeggiare altri lustri?
Se le
imprese vogliono avere un futuro devono investire. Noi ci atteniamo a questa
constatazione. Puntiamo ad aumentare il parco clienti e a entrare in mercati
differenti grazie alla produzione di cingolati all’avanguardia. Da anni
investiamo gli utili nella ricerca e nello sviluppo di nuovi prodotti.
Attualmente, produciamo carri completi che hanno un peso medio tra le 20 e le
25 tonnellate, ma sempre più ci rivolgeremo a mercati in cui il carro può
pesare dalle 50 alle 70 tonnellate. Parliamo quindi di un’altra categoria di
macchine, che dovranno lavorare 365 giorni all’anno per 24 ore al giorno, anche
quando l’escursione termica raggiunge i quaranta gradi, come accade in Siberia
e nelle miniere del Brasile. Fra i miei obiettivi c’è quello di portare
l’azienda a un fatturato di 20 milioni di euro entro il 2018. Siamo fortunati
perché Bauer ha una quota di mercato importante nel settore e questo ci
permette di lavorare in tranquillità, ma non possiamo dare nulla per scontato.
Le fiere di settore, infatti, da diversi anni non presentano cifre
incoraggianti. L’anno scorso, il Samoter di Verona ha registrato un calo del 60
per cento rispetto alle due edizioni precedenti. Quest’anno poi gli espositori
e i visitatori sono diminuiti anche alla Intermat di Parigi. Siamo curiosi di
sapere cosa succederà l’anno prossimo in occasione della Fiera Bauma, a Monaco
di Baviera, che a livello mondiale è una delle più importanti per la meccanica
e per le macchine movimento terra. Ci siamo anche chiesti se sono gli
espositori che hanno trovato strade differenti per proporsi al mercato, oppure
se è la crisi che ha davvero messo in difficoltà questo settore. La prima
ipotesi può essere vera in parte, perché con l’avvento del web sicuramente è
possibile avvalersi di altri strumenti per farsi conoscere, ma non è con questi
che si muove il mercato. Occorre considerare che in una fiera non è tanto lo
scambio dei biglietti da visita ciò che conta: la differenzae la svolta si trovano nell’incontro
con persone disposte a parlare di progetti nuovi.
Possiamo concludere con la speranza che
le aziende italiane, se messe in condizioni di investire al proprio interno, potranno
farlo anche nel territorio in cui producono, contribuendo così al futuro del
paese.
La nostra esperienza va in
questa direzione. Rilanciamo gli investimenti in modo da rendere più solide le
nostre radici. È questo il motivo per cui anche Bauer, investendo in TracMec, a
sua volta ha investito in Italia. Ha scommesso sulla nostra conoscenza del
settore e su questa area geografica che vanta fornitori di eccellenza. Non
demonizziamo quindi le aziende tedesche, perché quando capiscono che c’è
qualità sono le prime a investire. È anche grazie a loro che da dieci anni portiamo
il nome di TracMec nel mondo, contribuendo a valorizzare la qualità del
prodotto italiano.