MASERATI: L'ELEGANZA E LA BELLEZZA PER IL RINASCIMENTO DELL'ITALIA
Il 22 gennaio scorso,
all’inaugurazione del Tridente Club, la nuova concessionaria Maserati di Modena
– che si è svolta con l’intervento del sindaco, Gian Carlo Muzzarelli, della
show girl Elena Santarelli e di oltre quattrocento ospiti illustri –, lei ha
sottolineato la scelta non casuale di affidarsi a un team di imprenditori come
quello costituito dalle famiglie Barbieri e Stanguellini…
La scelta della
concessionaria di Modena è stata ancora più ponderata
e vagliata di altre, perché è nel cuore della Motor Valley,
è la città in cui ha sede la Maserati ed è sotto i riflettori di tutti. Quindi
era importante affidarsi a un partner come il Tridente Club, che unisce due tra le più esperte e storiche famiglie di imprenditori modenesi
dell’auto: Antonio Barbieri, con una lunga tradizione e passione per le auto,
noto come uno dei più stimati concessionari BMW in Italia, e Francesco Stanguellini,
storico marchio modenese, un tempo costruttore in proprio di vetture da corsa e
di piccole serie, da sempre legato a Fiat. Inoltre, sono stati i primi ad avere fiducia
estrema nel nostro brand, quando ancora erano lontani i risultati eccezionali
che sarebbero arrivati nel 2014, con 36 mila auto vendute.
Questi risultati sono dovuti a
qualche strategia in particolare?
Una Maserati ha sempre
avuto un prezzo superiore ai 100 mila euro, ma, per realizzare il nuovo
programma che prevede un incremento delle vendite pari a 75 mila vetture l’anno
nel 2018, abbiamo pensato di creare un modello di Ghibli che, pur mantenendo
l’esclusività, potesse essere acquistata a 68 mila euro,
un prezzo accessibile a molti manager e imprenditori.
Era fondamentale entrare in
una fascia di mercato che, specialmente in Europa, si è venuta
a creare innegabilmente in seguito alla crisi: mentre il mercato di alta e
altissima gamma è rimasto pressoché invariato, quello dei clienti che
potevano spendere 100 mila euro si è contratto, sia per la minore disponibilità
economica, sia per la tendenza a non ostentare, che oggi si sta diffondendo un
po’ ovunque. E forse la Maserati, fra le auto considerate di lusso, è quella
che può vantare maggiormente un’eleganza e una bellezza non ostentate, come la
nostra clientela: riservata e ricca di valori non effimeri.
A
proposito di valori, la Maserati ha deciso di mantenere in Italia la
produzione, perché il made in Italy è un valore aggiunto riconosciuto in tutto
il mondo…
Non solo per questo, ma
anche perché la scelta di rimanere in Italia incide dal punto di vista
sociale: le 36 mila vetture prodotte l’anno scorso o le future 75 mila, le
migliaia di SUV e Levante 70 che verranno prodotte si traducono in
occupazione per il nostro paese, e questo proprio in un periodo in cui molti
gruppi erano e sono costretti a licenziare. La nostra crescita, inoltre, ha
comportato una ripresa dell’indotto, con il rilancio di tante piccole e medie
aziende che sono sempre state la ricchezza del nostro tessuto economico.
È importante dare questo
messaggio, dire che in Italia ci sono realtà industriali
che funzionano, e noi siamo una di queste.
Anche questa è la
responsabilità sociale d’impresa: pensare in Italia e produrre in Italia,
nonostante il costo del lavoro sia più alto. Ma quanto vale poter dire che
tutti i processi della filiera produttiva di ciascuna Maserati sono frutto
dell’ingegno e del patrimonio d’eccellenza tecnica made in Italy?
Come movimento del secondo
rinascimento abbiamo tutto l’interesse a valorizzare la mano italiana, che è
anche il cervello…
Dal turismo
all’industria, le eccellenze dell’Italia non si contano, quindi dobbiamo
valorizzarle e, se un secondo rinascimento dev’esserci, l’Italia
ne è la
patria.
Sono molto importanti le sue parole,
perché spezzano una lancia a favore degli investimenti: considerare che le dice
uno dei massimi esponenti di una grande casa come la vostra, con un progetto e
un programma di ampio respiro, aumenta quel clima di fiducia che occorre per
scommettere sempre più sull’avvenire del nostro paese.