COME E PERCHÉ RACCONTARE L'IMPRESA
Il 30 settembre
scorso TEC Eurolab ha partecipato alla costituzione dell’associazione Aziende
Modenesi per la Responsabilità sociale d’Impresa: 17 aziende di dimensioni
differenti, che impiegano, direttamente o attraverso i propri associati,
complessivamente più di 31 mila operatori sul territorio nazionale. Che cosa vi
proponete?
Oltre a proseguire quello che ciascuna impresa ha fatto nel tempo per la
responsabilità sociale, vorremmo dare un messaggio anche a coloro che non
vivono l’impresa, per far capire che non si limita al raggiungimento del
profitto, ma può essere attenta anche al modo in cui questo profitto viene
raggiunto e distribuito e al capitale intangibile insito nel patrimonio
intellettuale che un’azienda promuove.
A proposito del titolo di questo numero del giornale, La tendenza,
non possiamo assolutamente rinunciare alla tendenza di far capire che le
imprese sono fortemente integrate nella vita di ciascuno di noi, un bene per
l’intera comunità, non un luogo privato in cui si perseguono esclusivamente gli
interessi degli investitori, ma un centro di cultura e di scambi
internazionali, soprattutto dopo l’avvento della globalizzazione. Questo
dovrebbe essere chiaro prima di tutto per gli enti pubblici, che spesso non
conoscono la realtà delle imprese del territorio. Campogalliano non è New York,
eppure il sindaco – che ammiro tanto per altri aspetti – non sa quante aziende
ci sono nel suo comune, quanti uomini e quante donne ci lavorano, se hanno
bambini, se vengono da fuori e da dove vengono, dove vanno coloro che tutte le
mattine si spostano dal paese per lavoro, quali sono i flussi di traffico,
quali le aziende che prosperano e quali quelle in difficoltà, quanti sono i
disoccupati e cosa potrebbero fare le aziende del territorio per aiutarli a
qualificarsi e avere una carta in più da giocare. La nostra Azienda, per
esempio, potrebbe avvalersi del volontariato dei nostri ingegneri per offrire
gratuitamente a ciascun disoccupato interessato uno dei nostri corsi di
saldatura, rilasciando un patentino spendibile sul mercato del lavoro. Questa
sarebbe responsabilità sociale a costo zero per un comune: basterebbe mettere
insieme le aziende e le risorse disponibili sul territorio. È solo un piccolo
esempio, ma quanti vantaggi potrebbero dare gli enti pubblici, se
coinvolgessero le aziende dell’Associazione per l’RSI in questa direzione?
Forse non un posto di lavoro, ma sicuramente nuove competenze che
contribuirebbero a trovarlo il lavoro. E le persone si accorgerebbero che
qualcosa si può e si deve fare, anziché rimanere sempre nell'attesa di qualcuno
da cui dipendere.
Nell'attesa che cambi la tendenza...
Come dicevamo nel numero precedente, dobbiamo auspicare una società senza
dipendenti: se una persona è senza lavoro, deve chiedersi perché, anziché
attribuire la colpa a qualcosa o a qualcuno. I fattori da cui dipende la
situazione di ciascuno sono tanti, ma soprattutto da quanto si mette in gioco.
In breve, la responsabilità dell’imprenditore sta anche nella promozione di
un approccio alla vita che procede dall'indipendenza intellettuale?
Credo che sia sempre più importante raccontare quello che fanno le imprese
come quelle della neonata Associazione, che sono vere e proprie scuole di vita.
E l’esigenza di comunicare le proprie attività di RSI non sorge solo per
contribuire al brand management – vediamo spesso sui media e sui social network
che basta una piccola distrazione per vanificare l’effetto di tutte le opere
meritorie compiute da un imprenditore in anni di lavoro –; ma anche perché
l’azienda che condivide le proprie acquisizioni con il territorio fa crescere i
cittadini quasi allo stesso modo dei suoi collaboratori e stakeholder, innesca
un processo di trasformazione culturale formidabile.
Oltre alle conferenze e ai convegni ai quali sono intervenuti economisti di
vari paesi, che hanno giovato al dibattito internazionale e intersettoriale,
quali sono le principali attività che ha sostenuto TEC Eurolab?
Al nostro interno prestiamo grande attenzione all'equilibrio vita-lavoro,
cerchiamo di fare in modo che le ore dedicate al lavoro siano ore di vita completa,
di crescita del proprio capitale intellettuale, anche perché è su questo
capitale intellettuale che si innestano le competenze tecniche e relazionali.
Cerchiamo di tendere a eliminare il più possibile il concetto di dipendenza,
che lega le persone in modo fatalistico alle decisioni di altri, per favorire
invece una maggior consapevolezza del proprio ruolo e del contributo che
ciascuno può dare alla riuscita dell’impresa mediante la propria crescita
culturale e professionale.
All'esterno siamo molto sensibili alle attività legate alla formazione, a ogni
livello: dalla partecipazione, quali soci fondatori, alle attività dell'ITS
Maker - Istituto Superiore Meccanica Meccatronica Motoristica e Packaging, al
sostegno ad attività promosse dal Museo della Bilancia a favore dei bambini
delle scuole elementari, alle attività di accoglienza di scolaresche in visita
ai nostri laboratori, alla realizzazione di filmati didattici e di orientamento
per le scelte di indirizzo scolastico dei giovani studenti. Infine mi permetta
di ricordare la pluriennale collaborazione con La città del secondo
rinascimento, non per piaggeria, ma per richiamare ciò di cui il nostro
paese avrebbe davvero bisogno: un secondo rinascimento, che non può prescindere
dalla valorizzazione dell’impresa in perfetta osmosi con società e territorio.