UNA MANO PER VINCERE
Riprendendo il titolo di questo numero
del nostro giornale, La mano intellettuale,
il Centro servizi Gualtieri Isabella Srl dal 1977 dà una mano a importanti
aziende di vari settori nella registrazione dati, e non solo, alimentando un
mestiere, in un’epoca in cui nel nostro paese le resistenze verso il digitale
erano ancora tante. Ma, come abbiamo illustrato nel numero precedente, oltre
che nell’ambito del lavoro, lei “dà una mano” in quello dello sport,
affiancando, lavoro permettendo, come navigatrice campioni di rally come il pilota valdostano Elwis Chentre, con il quale ha vinto diverse gare fra cui, solo nel 2013, il 1° premio assoluto nel rally delle
auto storiche, il 4° e il 5° assoluto nelle moderne e, di recente, il 28 e 29
giugno scorsi, ha giocato in casa, conquistando il 1° premio assoluto nel 35°
Rally Città di Modena. Quali sono le componenti che rendono efficace il vostro
sodalizio?
L’amicizia,
prima di tutto: undici anni non sono pochi e consentono di capire quali sono
gli aspetti da valorizzare e quelli che esigono una trasformazione, per vincere
e divertirsi. Perché non dobbiamo dimenticare che alla base di ciascuno sport
deve esserci il divertimento: il gioco si fa seriamente e con il massimo
impegno, ma non si può mettere a repentaglio la vita propria e altrui per un
hobby. Questo approccio, che ci accomuna, è un’altra componente importante del
nostro abbinamento come equipaggio, mi dà una grande sicurezza correre con un
pilota che non si butta a capofitto in una prova speciale senza usare il
cervello. Poi apprezzo anche la pazienza che Elwis ha nei miei confronti,
considerando che faccio il navigatore per hobby e quindi non ho lo stesso allenamento
di coloro che corrono tutte le settimane.
Come si svolge il lavoro del
navigatore?
Nei giorni precedenti la gara, durante le ricognizioni,
il pilota detta le note al navigatore, che le redige passando e osservando il
percorso. Nella descrizione delle curve in base al loro raggio, si parte
assegnando i numeri da 1 a
7 alle varie diagonali della curva, per proseguire con i tornanti e le
inversioni, aggiungendo le distanze per congiungerle. Destra e sinistra sono
indicate con le lettere “D” e “S”, vicino alle quali si mettono di volta in
volta un “+” o un “-” (o altre terminologie), per comunicare al pilota che una
D2+ è una curva verso destra che si può affrontare in modo un po’ più veloce
rispetto a una semplice D2. Questo per dare solo un’idea del linguaggio delle
note che poi il navigatore leggerà al pilota nei giri successivi di verifica,
affinché egli possa apportare eventuali modifiche prima della gara.
Sul modo di leggere le note durante la gara ci sono varie
scuole: c’è chi sostiene che il tono dev’essere sempre piuttosto neutro e
modulato, per non irritare il pilota, ma il mio maestro Maurizio
Perissinot raccomandava di calcare la voce quando si vuole fare aumentare la
soglia di attenzione dinanzi a un punto particolarmente impegnativo e pericoloso.
Il giorno della gara, oltre a leggere le note, il
navigatore ha un altro compito importante: marcare correttamente i tempi a
ciascun tavolino di C. O. (controllo orario). Gli errori non sono ammessi e fa
fede ciò che viene scritto: in un mondiale, un pilota ha perso una gara perché
il navigatore aveva sbagliato a far segnare un tempo, per cui gli è stata
attribuita una penalità.
Per questo, anche quando si forma una coda di svariate
macchine e sarebbe impossibile per l’equipaggio arrivare in tempo insieme al
tavolino del C. O., il navigatore deve scendere dalla macchina e correre a
marcare, perché i ritardi non sono giustificati.
Nello sport come
nell’impresa, non ci sono ruoli o compiti secondari…
Ci sono gare (gare in salita o pista) dove il
pilota senza il navigatore può fare un’ottima prova perché riesce a ricordare
il percorso a memoria, ma nelle gare più difficili con più di un percorso,
come, per esempio, il rally di Modena, è impossibile ricordare tutte le note.
Oltre all’equipaggio, serve poi una squadra che mantenga la macchina in
perfette condizioni, solo così tutto funziona come gli ingranaggi di un
orologio. Il pilota è come un direttore d’orchestra: se anche uno dei musicisti
non segue il ritmo, l’intera performance ne subisce le conseguenze.
Lo stesso vale per l’imprenditore: i
collaboratori devono essere sempre affiatati e remare verso la riuscita. I
personalismi devono restare fuori dalla porta dell’azienda, perché molti errori
sono dovuti non alla mancanza di capacità individuale, ma, a volte, ai
conflitti, alle invidie e alle gelosie. Nel nostro Centro lo ribadiamo a chiare
lettere nelle riunioni periodiche con il personale, ma devo dire che le ragazze
sono brave e professionali e di errori ne fanno veramente pochi. A titolo di
esempio: registrando in un mese 12.000 documenti e facendo quindici o venti
errori di battitura, refusi, non errori gravi, si resterebbe al di sotto del 2
per mille. Mi sembra un ottimo margine di tolleranza se si calcola che noi ne
registriamo molti di più e facciamo meno errori. A maggior ragione se
consideriamo che non sempre i dati da recuperare sono scritti in modo chiaro e
nella stessa posizione.