L’ENTUSIASMO È INDISPENSABILE PIÙ DEL PROFITTO
A
fronte delle tante aziende multinazionali che producono in serie ruote e
supporti per ogni tipo di carrello ad azione manuale utilizzato
nella movimentazione industriale o nelle collettività, la
progettazione e la realizzazione di ruote ad alto contenuto tecnologico sono
competenze riservate a pochissime piccole e medie aziende italiane tra cui
CRIMO Srl, che lei ha fondato venticinque anni fa, dopo sedici anni di
esperienza maturata come responsabile della produzione alla Tellure Rota Spa di
Formigine.
Oggi
sono tanti, e in crescita, i settori che utilizzano i prodotti ad alta
tecnologia di vostra produzione, ruote motrici e folli per navette A.G.V,
robotica, trasloelevatori, pallettizzatori, rulli di grandi dimensioni per
impianti di compostaggio dei rifiuti solidi, per luna park, macchine
automatiche per ogni settore dell’industria. Com’è nato questo interesse e
com’è cresciuta la richiesta negli anni?
Inizialmente, negli uffici tecnici, i
progettisti di macchine speciali, e non solo, utilizzavano, per le
movimentazioni, ruote di serie attingendo notizie tecniche (allora poche e
scarse) dai cataloghi dei costruttori.
Con il passare del tempo la necessità di
contenere i costi di produzione ha creato l’esigenza di richiedere alla
macchine maggiori performance legate alla velocità, alla resistenza e
all’affidabilità. Da qui l’attenzione alla progettazione della ruota come parte
integrante dell’intera macchina. Non si poteva più utilizzare ciò che era
presente sul mercato, ma occorreva studiare un prodotto mirato nato per far
fronte a una specifica esigenza e che desse i risultati richiesti.
Con il grande sviluppo
dell’automazione, negli ultimi dieci anni abbiamo messo a disposizione delle
aziende costruttrici la nostra esperienza con centinaia di applicazioni
studiate per rendere le macchine sempre più veloci ottimizzando la resa
produttiva, anche grazie alla continua ricerca di nuovi materiali, come acciai
speciali, termoplastici e resine con grande resistenza all’usura e alle
variazioni di temperature e poliuretani performanti con durezze da 40 a 97 Sha per i rivestimenti
delle ruote.
Quali
sono le prospettive di sviluppo per la vostra azienda e per il settore delle
ruote su misura e in che modo è stato influenzato dalla congiuntura economica
in questi anni?
Anche se i risultati raccolti da una
partnership con un rivenditore in Francia fanno ben sperare in ottime
prospettive di espansione estera, per il momento dobbiamo limitare il nostro
mercato all’Italia, in attesa, non tanto di una migliore congiuntura economica,
quanto di una situazione politica più favorevole. Il nostro è un settore in
crescita, che avrebbe notevoli opportunità di sviluppo immediate: nonostante la
crisi, la tecnologia è andata avanti, i costruttori di macchine automatiche
hanno messo in campo innovazioni straordinarie, che richiedono il nostro
supporto tecnico. Ma molte imprese di settori innovativi nel nostro paese
sembrano tanti cavalli in corsa con le briglie tirate, non hanno nessun
sostegno da parte delle istituzioni, anzi, devono confrontarsi con vessazioni
assurde causate da una tassazione al limite della sopportabilità e da una
burocrazia che le costringe a impegnare risorse e personale in inutili
adempimenti. Per di più, come se non bastasse, si trovano troppo spesso
nell’incertezza della riscossione dei propri crediti e a volte rischiano il
fallimento, nonostante abbiano tutte le carte in regola e le più ampie
prospettive di mercato. Se a tutto ciò aggiungiamo l’assoluta indifferenza
degli istituiti di credito in questi anni, non ci meravigliamo se nei giovani
imprenditori sta venendo meno l’entusiasmo e, con esso, la propensione al
rischio. Quando ho incominciato a lavorare io, quarant’anni fa, le difficoltà
non mancavano, ma l’entusiasmo prevaleva sulla preoccupazione. Se un giovane
chiedeva un finanziamento per il proprio progetto d’impresa, in banca trovava
chi lo ascoltava e capiva se era il caso di scommettere con lui, senza bisogno
di chiedere garanzie reali e spesso senza neppure esigere la firma dei
genitori. Oggi questo è diventato impensabile. Ma chiediamoci cosa diamo noi a
un giovane che abbia una buona idea e tanta voglia di fare cose nuove. Se i
nostri governanti, Sandrone (la maschera tradizionale modenese) direbbe i
nostri “ministradòr”, non capiscono che i giovani imprenditori hanno bisogno di
sostegno, non nascono nuove aziende, quelle esistenti sono destinate a morire –
anziché essere consegnate alle nuove generazioni – e i fondatori si limitano a
compiere piccoli passi, con pochi investimenti, in attesa di tempi migliori.
Nei
suoi quindici anni di presidente dell’ultracentenaria Società del Sandrone – di
cui avremo modo di parlare nella prossima intervista –, ha avuto l’occasione
d’incontrare tanti giovani. Cosa dovrebbe fare per loro la politica?
Ai nostri politici chiedo che mettano
in condizione tutti i giovani di credere nel futuro, dando loro tangibili segni
di collaborazione, e di non soffocare la loro voglia di fare impresa perché per
chi inizia l’avventura del lavoro da imprenditore, e non solo, è più importante
l’entusiasmo del profitto.