IL “COMPASSO” DI FIUMALBO
Lei è direttrice e chef Hotel Bristol di Dogana, frazione di Fiumalbo, riconosciuto fra i Borghi più belli d’Italia, Città d’Arte e Città Arancione. A partire dalla sua esperienza, in che modo l’ospitalità contribuisce allo sviluppo del turismo in un territorio?
Ho ereditato l’hotel Bristol dai miei genitori, che lo hanno costruito oltre cinquant’anni fa e lo hanno gestito fino alla scomparsa di mio padre. Per fare questo lavoro occorre tanto entusiasmo e una grande passione per l’accoglienza. Solo così un albergo diventa uno strumento di promozione del territorio, anziché restare un “immobile”. Non a caso, ancora oggi, nell’era della tecnologia e delle comunicazioni veloci, dove il marketing passa attraverso internet, la pubblicità migliore per un hotel come il nostro è il passaparola. Chi viene a trovarci è in viaggio, ma anche noi dobbiamo essere in viaggio, parlando con loro, dando quelle attenzioni e instaurando quello scambio che arricchisce costantemente noi e loro. Ecco perché i nostri clienti sono soddisfatti e tornano sempre, anno dopo anno, generazione dopo generazione, tanto che a volte nasce una vera e propria amicizia.
È chiaro che il cliente che si sente accolto in un hotel o in un ristorante porta con sé un ricordo piacevole anche della città. Questo vuol dire che non bastano le bellezze di un territorio per far crescere il turismo, occorre anche l’eccellenza dei servizi e un’ospitalità memorabile. Con questo valore aggiunto, Fiumalbo può essere promosso con forza e decisione anche per un’altra caratteristica: è situato alla punta di un ipotetico compasso. “Il compasso” è il nome che abbiamo dato a un progetto per la sua valorizzazione, perché da lì si possono raggiungere nell’arco massimo di due ore le più belle località dell’Appennino Tosco Emiliano, come l’Abetone, Sestola e Riolunato, e meravigliose città d’arte e di cultura, come Firenze, Pisa, Lucca, Reggio Emilia e Parma, per approfittare di ogni tipo di opportunità in ogni stagione. Dalle passeggiate in montagna d’estate alle piste da sci in inverno, dagli itinerari enogastronomici alle visite a mostre e monumenti, il ventaglio di scelta è veramente ampio e, se fosse proposto con maggiore efficacia, permetterebbe al nostro comune di invertire la tendenza che lo vede sempre meno popolato e sempre più abbandonato da abitanti che non riescono più a scommettere nell’avvenire, mentre i turisti italiani e stranieri sono assolutamente colpiti dalla nostra ricchezza e varietà. Per questo abbiamo presentato il progetto “Il compasso” in sede regionale per trovare una via del rilancio, che renda di nuovo viva la speranza nella valorizzazione di tradizioni e leggende di un paese mitico.