NUOVI SCENARI PER IL DESIGN DI QUALITÀ
La storia di Gandini Arredamenti è intrecciata con la storia dell’Italia che si qualifica attraverso nuovi approcci al design di qualità, con la guida della terza generazione Gandini, che ha fatto del marchio di famiglia una vera e propria tendenza…
Il nostro marchio è stato progettato da un noto grafico negli anni sessanta, all’inizio della nostra storia, avviata grazie all’intraprendenza di mio nonno Alessandro Gandini, che fino a quel momento si era occupato della vendita di elettrodomestici in un piccolo negozio sulla via Emilia, a Bologna. Quando decise di ampliare l’attività, estendendola alla vendita di mobili, acquistò un capannone di 1000 metri quadrati in via Persicetana Vecchia, dove si trova ancora la nostra sede. Nell’Italia del boom economico c’era grande richiesta di arredamento, tant’è che la nostra azienda ha arredato le case di tutti gli operai della Ducati. La prematura scomparsa del nonno a soli cinquantacinque anni, nel 1988, comportò che la figlia Rita e mio padre, che intanto aveva incominciato a lavorare in azienda, rilanciassero i destini del negozio in collaborazione con altri preziosi collaboratori, alcuni dei quali proseguono tuttora l’esperienza in Gandini Arredamenti. Con la trasformazione delle esigenze della nuova media borghesia italiana, il negozio registrava una crescita costante, divenendo protagonista di varie fiere del settore. Fu allora che importanti aziende produttrici, come Poliform, Flexform e Lago, strinsero un’alleanza decisiva con noi, che prosegue tuttora. Dopo aver conseguito la laurea in economia aziendale e un master in comunicazione a Milano, sono entrato anch’io in azienda. Sette anni più tardi, è intervenuta un’ulteriore trasformazione nella società: la classe media, che avevamo sempre servito, scompariva sotto la scure della crisi economica, andando a ingrossare le fila delle fasce sociali meno abbienti, mentre il divario con il target d’eccellenza aumentava vertiginosamente. A quel punto, occorreva ricominciare da zero e decidere a quale tipo di clientela rivolgerci. Così abbiamo avviato una nuova politica di vendita, rinnovando parte dello staff e alcuni aspetti gestionali, non solo sul versante informatico. Abbiamo rinnovato i rapporti con banche, fornitori e montatori, ma anche l’approccio con i venditori, che sono il motore di questa azienda. È stata una grande prova di costanza, per noi e per i nostri collaboratori, ma siamo contenti di lavorare qui dodici ore al giorno, e i risultati non mancano. Occorre molta decisione per riuscire: in questi momenti può bastare lo sconforto, anche di una sola persona, perché ne risenta l’intera struttura.
Cosa sta accadendo nel vostro settore?
Aziende leader del design italiano, come B&B Italia, Cassina o Zanotta, producono ancora i must che le hanno rese celebri, reinterpretandoli, ma mancano idee veramente innovative. I marchi più popolari, invece, hanno spostato la loro attenzione all’estero, perché in Italia il mercato è stazionario. Questa situazione ha comportato che il rilancio del settore fosse lasciato all’ingegno dei venditori, mentre in precedenza c’era uno scambio reciproco d’idee con le case produttrici, anche per la progettazione. In Italia ormai non basta fare un prodotto di qualità, occorre qualcosa in più, che noi cerchiamo di dare. E fortunatamente i clienti se ne accorgono.
Lo stato economico del paese richiede certamente uno sforzo ulteriore da parte delle aziende, ma istituzioni come il Comune e l’Ente Fiera non aiutano, se, come accade per fiere rappresentative del settore, come il Cersaie, mettono paletti sia burocratici sia economici agli imprenditori locali, trovando più convenienti gli introiti che arrivano dai produttori, che possono sopportare gli attuali costi esorbitanti della manifestazione.
Cosa occorre cambiare?
Sarebbe importante che le aziende produttrici investissero di più nella promozione diretta al pubblico, che spesso non è informato sulla qualità e sul prezzo dei prodotti, come avviene, per esempio, nel mercato dell’automobile. Nell’arredamento c’è ancora molta confusione, anche a causa dell’offerta non sufficientemente chiara nella qualità dei materiali. Soprattutto in un momento di crisi, la carta della qualità dei materiali e del servizio può essere vincente. Noi siamo molto attenti a questo aspetto. È infatti importante che il professionista dell’arredamento aiuti il cliente a capire come spendere il budget che ha a disposizione e come valorizzare ciascun ambiente secondo il proprio stile di vita, seguendolo lungo tutto il processo che lo porterà all’acquisto, dalla scelta dei materiali al montaggio. Non a caso disponiamo di quattro diverse squadre di montatori, che lavorano con noi da almeno dieci anni. E il nostro servizio prosegue anche durante il montaggio e dopo, con l’assistenza post-vendita. Il cliente esce dal negozio più consapevole di ciò che desidera davvero comprare e, se acquista, può chiedere la garanzie sui mobili a noi, non ai produttori: chi riscontra un problema su un mobile, per quanto garantito, deve poter rivolgersi a chi glielo ha venduto. Per mantenere questo tipo di servizio gli oneri sono elevati, ma questo è lo stile Gandini, lo stile della qualità.