LA PAROLA AI COSTRUTTORI
In qualità di attori protagonisti della ricostruzione post-sisma, sul campo tutti i giorni in questi mesi, noi costruttori abbiamo sostenuto con forza che le parole chiave che ciascuno nel proprio ruolo deve tenere in mente sono principalmente due: tempo e coraggio.
Tempo, perché è inevitabile che il disagio di cittadini e imprese colpiti aumenta in modo esponenziale con il trascorrere del tempo: le soluzioni che, dopo diciassette mesi, ancora non sono state trovate pesano molto di più di quanto non pesassero i primi mesi. In ambito privato, a oggi abbiamo realizzato opere edili per circa 350 milioni di euro tra Mude e Sfinge. Se consideriamo che il danno complessivo nel privato è stimato intorno ai 5-6 miliardi, siamo al di sotto del 10 per cento della ricostruzione. Ma non possiamo fare una proporzione per capire quanti anni serviranno, considerando che in un anno e mezzo abbiamo ricostruito il 7 per cento. Prima di tutto perché la prima fase ha richiesto molto lavoro alle amministrazioni locali, ai professionisti e alle stesse imprese prima di riuscire a districare la complessità delle procedure burocratiche. In secondo luogo perché in questi ultimi mesi si avverte già un’accelerazione su tutto il territorio, anche se non omogenea, perché, accanto a comuni che danno risposte celeri, altri sono ancora piuttosto intasati. Indubbiamente, la complessità delle procedure ha messo a dura prova la PA, già provata nei primi tempi della ricostruzione. Però il territorio ha bisogno di un’iniezione di velocità nella capacità di risposta – magari facendo ricorso a incentivi per il trasferimento di funzionari con competenze specifiche da un’amministrazione all’altra, anche temporanea –, ne ha bisogno come il sangue.
Nell’ambito delle opere pubbliche, dopo la prima risposta molto forte e rapida che la Regione ha dato nei primi mesi dopo il sisma, come ha riportato l’assessore Alfredo Peri, oggi è stata stanziata una nuova serie di finanziamenti, che dovrebbe portare alla completa ricostruzione di scuole, beni architettonici, monumentali ed ecclesiastici.
Nonostante si parli spessi dei ritardi della PA, è importante ricordare che sulle opere pubbliche i pagamenti sono stati effettuati in tempi assolutamente adeguati rispetto alle promesse.
Come costruttori, vorrei riportare un dato che riguarda le casse edili, quindi la ricaduta sul nostro settore e sulla produzione di lavoro: in questi diciassette mesi nella provincia di Modena sono aumentate di circa del 16 per cento le ore lavorate. Purtroppo, il 50 per cento di questo aumento è derivato da aziende fuori Regione. Per questo chiedo un sostegno maggiore all’imprenditoria locale, anche per evitare quelle situazioni strane in cui si fanno strada realtà abbastanza oscure nella loro gestione, che promettono cose mirabolanti per poi lasciare attività inchiodate perché non hanno una reale capacità di rispondere ai problemi.
Vorrei inoltre sollecitare risposte più veloci della PA nell’iscrizione delle imprese alla White list, magari anche trovando una soluzione attraverso controlli ex-post.
E veniamo alla seconda parola: il coraggio. Con la Legge sulla ricostruzione, adesso la Regione ha messo un’arma importante in mano ai comuni – se da parte dell’Amministrazione ci sono la volontà, la capacità e il coraggio di utilizzarla – perché solamente con un piano organico si può pensare a una vera ricostruzione che non sia quella dei singoli edifici danneggiati, ma riguardi anche il tessuto sociale e quello delle attività imprenditoriali presenti sul territorio.
In breve, lo stesso coraggio che c’è stato nella prima fase da parte di tutti, oggi deve servire per dare alla ricostruzione maggiore linfa e ulteriori spinte per raggiungere percentuali davvero più importanti di quelle attuali e che possiamo mettere a disposizione.
*** L'articolo di Stefano Betti è tratto dall'intervento al tavolo di lavoro Restituire l'Emilia in qualità, (Villa Cavazza, Bomporto, 25 ottobre 2013), organizzato da ANCE Modena, Ardea Progetti e Sistemi, Confcommercio Imprese per l’Italia Regione Emilia Romagna, “La città del secondo rinascimento”.