LA PAROLA DISSIPA I BLOCCHI DELLA BUROCRAZIA
Le donne hanno dato prova di grande forza nelle emergenze che stiamo affrontando in Emilia con il terremoto. Anche in queste circostanze, le donne hanno dimostrato che la loro forza sta nella capacità di non abbattersi e di avere una parola per ciascuno, sul lavoro come in famiglia, oltre che nella concretezza dell’approccio. Uno spirito che accomuna anche imprenditori e lavoratori delle nostre zone.
Anche in ambito pubblico, si è lavorato con lo stesso impegno e con la volontà di dare le migliori risposte possibili ai cittadini e alle imprese. A un anno dal terremoto, considerando la gravità della distruzione, il lavoro della Regione ha dato buoni frutti: entro il 17 ottobre sono stati rimessi in aula 18000 studenti di 54 comuni interessati dal sisma; sono stati smontati i campi; si è proceduto alla sistemazione idrogeologica del territorio. Altre ordinanze hanno riguardato le opere provvisionali per riaprire le strade e mettere in sicurezza i palazzi danneggiati delle zone “rosse”. Per la ricostruzione dei centri storici, è stata approvata una legge regionale, la n. 16, che permetterà la ricostruzione e la ristrutturazione in sicurezza dei nuovi edifici. Così come altre ordinanze riguardano gli edifici pubblici, le scuole e le chiese.
In febbraio, si è ottenuto il riconoscimento del 100 per cento dei rimborsi per danni alla prima abitazione e per le imprese e, in aprile, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge che proroga lo stato di emergenza al 31 dicembre 2014 e riapre i termini dei finanziamenti agevolati anche per i tributi delle imprese per il 2013. In questi giorni la Regione ha stanziato 46 milioni di euro per la formazione professionale per i lavoratori delle imprese del cratere.
Nel lavoro svolto finora è prevalsa la collaborazione fra pubblico e privato, fra cittadini e istituzioni, associazioni di categoria e sindacati, anche grazie all’impegno del Presidente e Commissario straordinario per il terremoto, Vasco Errani, e dell’Assessore alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli. Io stessa, vivendo a Camposanto, incomincio di primo mattino a ricevere le telefonate di chi mi pone problematiche e quesiti a cui rispondere nel minor tempo possibile.
A quasi un anno dal sisma, bisogna continuare con la stessa forza e lo stesso spirito di collaborazione. Proprio come dimostrano sempre di saper fare le donne.
La burocrazia ha rallentato le attività di ricostruzione e non è facile il lavoro d’inserimento dei progetti nei sistemi informatici Mude (per i privati) e Sfinge (per le imprese) da parte dei professionisti incaricati. Non è semplice espletare tutte le pratiche edilizie necessarie per gli interventi e per il contributo ai lavori. Ma, a volte, ho sentito critiche alle procedure anche da chi non aveva neppure presentato il progetto. Vale la pena perdersi in sterili polemiche? Il mio invito è a perseguire le soluzioni nel concreto. Tutti gli uffici tecnici dei Comuni e della Regione sono a disposizione per fare in modo che vengano liquidati al più presto i cittadini e le imprese che hanno diritto ad accedere ai 6 miliardi stanziati per danni ad abitazioni e capannoni. Sono soldi pubblici e quindi devono essere spesi secondo criteri precisi e con la massima trasparenza e tracciabilità. Da qui il passaggio burocratico necessario per convalidare la legittimità della spesa.
Un esempio di snellimento delle pratiche burocratiche, in questa emergenza terremoto, è stata la prima ordinanza Gabrielli, che ha consentito alle imprese di certificare il proprio stato di agibilità attraverso la perizia di tecnici privati. È stata una vera e propria rivoluzione, ma ha fatto nascere anche tante barricate da parte degli ordini professionali perché si è cambiata una prassi in cui il professionista presentava il progetto e il tecnico del comune ne certificava la regolarità. Mai come in questo momento storico è necessario che i tecnici, esterni e interni, abbiano uguale dignità e possibilità di certificare. Occorre però che ciascun cittadino, dopo avere incaricato un professionista di presentare un progetto per la ricostruzione della propria abitazione o impresa (il quale si accerta che sussista il diritto al finanziamento), verifichi a che punto è la pratica, parlando con i progettisti, ma anche con i tecnici del Comune e della Regione tutte le volte che occorre. È indispensabile che i cittadini e le istituzioni dialoghino costantemente per sbloccare ciascuna singola situazione, anziché formulare accuse generiche. Tutti i giorni teniamo monitorata la situazione delle liquidazioni dei finanziamenti con i cittadini e con le imprese e ricordo che c’è un importante gruppo di professionisti in Regione, che lavora esclusivamente per le imprese.
Ci siamo trovati tutti a fronteggiare una situazione imprevedibile e straordinaria. Purtroppo straordinariamente negativa. A ciascuno è richiesto un surplus d’impegno e di collaborazione per vincere la sfida. Quella di una parola femminile: ricostruzione.
***L'articolo di Palma Costi è tratto dal convegno Il terremoto: dalla resilienza alla riuscita, tenutosi a Medolla (MO), l'8 aprile 2013, organizzato dal Gruppo Terziario Donne di Ascom Confcommercio Modena.