L’ASSISTENZA DEL PUBBLICO ALLA POPOLAZIONE
Nessuno era pronto al terremoto, nemmeno io, come funzionario pubblico, sapevo cosa fare, ma dovevo decidere e fare una serie di cose che per abitudine non si fanno, senza seguire le procedure e gli adempimenti soliti. E occorreva ricominciare, rimettersi in gioco, e fare tutto ciò che consentiva di ripartire. Come ente pubblico abbiamo risposto immediatamente ai bisogni primari, dando da mangiare e un luogo in cui dormire, fornendo l’assistenza indispensabile e individuando aree agibili e strutture di accoglienza. Inoltre abbiamo creato un importante centro di ascolto. A Mirandola abbiamo avuto una serie di soccorritori ai quali dobbiamo veramente molto, non solo in termini di generosità, ma anche di esperienza, perché ci hanno insegnato a gestire situazioni che forse da soli non saremmo riusciti a gestire. Parliamo di persone provenienti da varie regioni che hanno allestito cinque campi: dal Friuli (un campo la sera stessa, sotto l’acqua che ci flagellava, e uno in seguito), dall’ANPAS, dalla Valle d’Aosta e dal Piemonte (due campi). A queste persone dobbiamo anche la capacità di non abbattersi mai, di sapere che c’è sempre qualcosa da fare, a partire da domani o da subito. Questa d’altronde è sempre stata una terra dove nessuno sta fermo.
L’emergenza si è ampliata dopo la seconda ondata di scosse, quando sono stati dichiarati inagibili edifici che prima non lo erano. Ricordiamo lo sforzo dei Vigili del fuoco e di altri soccorritori per allontanare dalle abitazioni pericolanti molti anziani. Sono state sistemate negli hotel 1600 persone, grazie agli albergatori coinvolti, che hanno saputo non fare mancare nulla, in modo eccezionale, specialmente agli anziani e ai bambini, assicurando anche il proseguimento delle attività ludiche e ricreative. Per questo il 19 maggio hanno avuto un ringraziamento particolare da parte del Comune di Mirandola (“Con gratitudine”, la dedica che il Sindaco Maino Benatti ha scritto su ogni attestato dei volontari).
I danni in tutto il territorio, in particolare a Mirandola, sono stati ingenti. Soltanto nel primo periodo abbiamo liquidato il contributo per l’autonoma sistemazione a 2940 nuclei, per un ammontare di 2.107.070 euro. Da agosto a novembre, il quantitativo di erogazioni è raddoppiato.
Nella seconda fase dell’emergenza, è stato molto importante il ruolo della Regione, quando abbiamo dovuto adattare meccanismi burocratico-amministrativi a situazioni contingenti.
Ma ora è cominciata la terza fase, quella di normalizzazione, con la ripresa di molte attività produttive. In questa fase la resilienza deve insegnarci non solo a resistere, ma anche a riprendere e, se occorre, a ricostruire una nuova vita, un modo di vivere differente e migliore.
***L'articolo di Gloria Bulgarelli è tratto dal convegno Il terremoto: dalla resilienza alla riuscita, tenutosi a Medolla (MO), l'8 aprile 2013, organizzato dal Gruppo Terziario Donne di Ascom Confcommercio Modena.