QUALE CONSULENTE PER LA RIUSCITA DELL’IMPRESA
Per la PRM (Professionisti Revisori Modena), offrire servizi di controllo contabile e revisione legale e volontaria di bilancio a imprese di diversi settori, con sedi in vari paesi, vuol dire anche riuscire ad analizzare il mercato globale per poter consigliare con lucidità l’imprenditore…
La recente rivoluzione digitale planetaria è stata innovativa anche per le aziende dei settori tradizionali dell’economia italiana, in particolare con applicazioni nel manifatturiero e nel turismo; l’economia digitale italiana è già pari al 2 per cento del PIL, con un contributo all’occupazione di oltre trecentomila posti di lavoro, anche se i volumi sono contenuti rispetto alla potenzialità e i tempi lenti rispetto ad altri paesi. A Modena l’innovazione coinvolge in un ampio partenariato le piccole e medie imprese, gli enti locali e la ricerca accademica, con progetti mirati a razionalizzare le risorse: dall’Agenda digitale locale, a “Secure”, per l’interoperabilità dei dati del territorio, che partecipa al bando nazionale “Smart Cities and Communities and Social innovation”. In questo ambito sono previsti diversi programmi e iniziative per la formazione e l’occupazione dei giovani.
Ma la sfida per il futuro non è solo fare un salto di quantità, ma di qualità che si fonda sul binomio interconnessione tecnologica e relazioni umane. Nell’attuale contesto di attività economiche e sociali sempre più integrate, il fattore umano diventa prioritario e il ruolo dei professionisti in particolare deve consolidarsi con i fondamenti di sempre: competenza, etica, organizzazione e cultura della legalità, nell’interesse del privato e del pubblico, che non sono certo disgiunti.
Etica e professionalità sono due aspetti che convergono nel qualificare il consulente, revisore legale, che ha una funzione della massima importanza, al centro del sistema delle imprese. Deve essere il tutore delle leggi, delle regole in generale, e al tempo stesso interprete delle modificazioni che intervengono nel mercato e che impongono l’adeguamento delle norme di legge. Come tutore delle regole parla agli operatori e li aiuta a sviluppare la propria attività in modo coerente; come interprete dei continui cambiamenti che caratterizzano il mercato, è un interlocutore privilegiato delle istituzioni che emanano le regole, nel controllarne il rispetto. Il ruolo del revisore legale è nell’ambito del privato ma gli effetti del suo operato si enunciano nell’ambito del pubblico interesse. Egli deve esercitare l’attività di controllo legale dei conti in piena indipendenza e autonomia utilizzando, in senso compiuto e nel rispetto delle norme vigenti, le proprie conoscenze e la capacità di giudizio che gli provengono dalla preparazione professionale e dalla conoscenza diretta e approfondita di fatti e circostanze, acquisita dopo anni di esperienza.
Nelle aziende italiane le tecnologie digitali hanno portato benefici in termini di efficienza della produttività, e nel sociale hanno migliorato la funzione degli spazi urbani e dei servizi, ma in pratica si è verificata solo un’amplificazione delle attività già svolte con metodologie tradizionali.
L’interconnessione consente soluzioni cognitive, progetti di produttività con la velocità del tempo reale: sono elementi trainanti che offrono opportunità per la ripresa post crisi, creando posti di lavoro. In questo dominante e sempre più accelerato uso della tecnologia è però ormai sentita e diffusa l’esigenza di una riflessione e di una continuità con le virtù di sempre: la condivisione, il confronto, l’etica nella condotta professionale.
È una sorta di neoumanesimo in cui la cultura della responsabilità nell’esercizio della professione del revisore gioca un ruolo di equilibrio nella raccolta di dati, nell’analisi della realtà, nella rigorosa applicazione delle regole.
La produttività delle aziende, che significa innovazione ed efficienza, dipende ormai solo da burocrazia, credito, infrastrutture, ma ciascuna di queste variabili segue percorsi e tempi differenti. Nel nostro paese la pressione fiscale a carico delle imprese arriva ben oltre il 60 per cento a causa di una normativa tributaria e di imposte come l’IRAP che, unico caso al mondo, è applicata sui costi (del lavoro!) dell’azienda.
Nell’area nord della nostra provincia, colpita dal recente sisma, le aziende non hanno avuto significative proroghe per il pagamento delle imposte, e l’accesso ai contributi per la ricostruzione è stato facilitato dal Fondo Innovazione promosso dalla Provincia, che ha sostenuto gli investimenti delle PMI in innovazione attraverso credito agevolato. PROMEC, l’azienda speciale della Camera di Commercio di Modena per l’internazionalizzazione, è pronta a rimodulare la propria attività per risollevare la zona colpita dal sisma dove, secondo l’ISTAT, la crescita dell’export ha frenato nel tessile e nel biomedicale.
La ricostruzione è già in atto grazie alla rete della solidarietà, di imprese e società civile, ma ci sono ancora reticenze da parte delle istituzioni nazionali ed europee che non hanno, o non vogliono avere, una chiara prospettiva di quanto gli investimenti in questa area possano restituire in termini di produttività e valore aggiunto. Nel recente negoziato sulla rettifica del bilancio UE 2012, il premier Monti è dovuto intervenire per evitare il blocco dei fondi europei già stanziati per il terremoto.
Il successo di ciò che l’attuale governo sta facendo per risanare le finanze pubbliche e migliorare l’efficienza del sistema paese dipende anche dalle scelte di politica monetaria e fiscale concertate in Europa. Il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha sottolineato come nell’area euro l’inflazione è sotto controllo e che la ripresa nel 2013, sebbene solida, sarà lenta.