UN NUOVO ORIENTAMENTO NELL’ELETTROMECCANICA E NELLE ENERGIE ALTERNATIVE
Oltre ad avere progettato numerose macchine speciali e installato diversi impianti industriali, prestando la sua consulenza dal 1983 presso aziende leader dei settori elettromeccanico ed energetico, lei collabora con la Rancan Elettrotecnica per la riparazione di motori elettrici particolarmente complessi, ma anche per la costruzione di macchine speciali su richiesta dei clienti. Considerando che l’elettromeccanica interessa tutti i settori manifatturieri, quali sono state le reazioni alla congiuntura economica di quest’ultimo periodo?
Due sono i settori industriali che per primi risentono di eventuali congiunture sfavorevoli e rappresentano per così dire il “termometro indicatore” dell’andamento economico generale: quello delle fonderie, che anticipa il calo della domanda di materie prime, e quello elettromeccanico, che assiste al rallentamento della richiesta di motori elettrici che, ovviamente, stanno alla base di qualsiasi impianto produttivo.
Nonostante la Rancan si collochi nell’ambito della riparazione, quindi dovrebbe risentire marginalmente del rallentamento economico – giacché in tempi di crisi le aziende privilegiano la riparazione piuttosto che l’acquisto di un nuovo impianto –, purtroppo si avverte la tendenza a ridurre o rinviare il servizio di manutenzione, senza pensare che, come abbiamo ribadito al convegno Motori in corrente continua: aspetti funzionali e manutentivi (20 gennaio 2012, Confartigianato Vicenza), la tempistica dell’intervento è fondamentale per evitare danni gravi alle macchine, lunghi fermo impianti e conseguenti perdite economiche per mancata produzione.
Quanto affermato sembra purtroppo consolidarsi poiché la Rancan ha una visione abbastanza ampia dei settori industriali, perché spazia in vari campi applicativi, nei quali sono richieste diverse tipologie di macchine elettriche rotanti come alternatori, motori asincroni, motori a corrente continua e convertitori di frequenza.
Dal mio osservatorio privilegiato di consulente nella costruzione, oltre che nella riparazione delle macchine elettriche, noto che alcuni settori non sono stati toccati per nulla dalla crisi, anzi, hanno avuto un incremento. Nell’alimentare, per esempio, in particolare il settore delle macchine per la produzione della pasta sta registrando picchi di crescita altissimi, non solo in Italia ma anche in paesi come Cina e India: la pasta è un alimento che continua ad avere una diffusione enorme nel mondo perché è nutriente, economico e facile da conservare. Anche il settore ferroviario, che gode di programmazioni a lunga scadenza, non ha risentito della crisi, anzi, in paesi come Russia e Kazakistan, si sta avvalendo di enormi stanziamenti per il rifacimento della rete ferroviaria. Un altro incremento si sta verificando a favore degli impianti di produzione di neve artificiale, i cosiddetti “cannoni sparaneve”, giacché le nevicate sono diminuite e si è capito che con gli impianti d’innevamento artificiale è possibile garantire e aumentare il periodo del turismo invernale. Molte richieste arrivano dai paesi orientali, dove è necessario soddisfare la domanda di aree attrezzate per sport finora praticati prevalentemente in occidente. La contrazione invece è constatabile nei settori più tradizionali che risentono di una forte stagnazione come quelli delle macchine utensili per i settori metalmeccanico, lapideo e del legno, delle pompe per sollevamento acqua, dei compressori per la produzione di aria compressa. Per uscire da questa impasse è necessario che le aziende si collochino in ambiti sempre più strategici e propongano prodotti con un contenuto tecnologico più elevato rispetto alla media.
Per diversi anni lei ha prestato la sua consulenza a un importante gruppo conciario di Arzignano, per il quale ha installato tre centrali di cogenerazione. Quali sono i vantaggi della produzione combinata di energia elettrica e calore?
La cogenerazione è il modo più razionale di utilizzare un combustibile fossile, in particolare il gas metano o il gasolio: un motore a scoppio, così alimentato, mette in rotazione un generatore che produce energia elettrica, mentre il calore di scarto del motore endotermico è recuperato sotto forma di acqua calda e vapore a bassa pressione per le esigenze produttive dell’azienda. La conceria è il sito ideale per l’installazione di questi impianti perché necessita di acqua calda (37°÷80°), di vapore per l’asciugatura delle pelli e di energia elettrica per i molteplici macchinari.
Ci sono però molti altri settori in cui la cogenerazione può essere vantaggiosa: le fornaci per la produzione di laterizi, le cartiere, le imprese lattiero-casearie, le lavanderie industriali, le tintorie e gli impianti sportivi dotati di piscine, per fare qualche esempio.
Il sistema termoelettrico nazionale spreca più del 65 per cento dell’energia dei combustibili fossili. Le centrali termoelettriche hanno un’efficienza media di produzione del 40 per cento e, se teniamo conto delle inevitabili perdite energetiche durante la trasmissione e la distribuzione dell’energia elettrica, l’efficienza globale è inferiore al 35 per cento. Grazie a un impianto di cogenerazione, invece, la resa energetica globale può essere addirittura superiore al 90 per cento, considerando che il potenziale energetico del combustibile fossile è convertito per il 35 per cento in energia elettrica e per il 55 per cento in calore. Ecco perché la produzione combinata, a piè di fabbrica, è una delle strategie più intelligenti per risparmiare energia.
Ma allora perché questi impianti non sono diffusi come meriterebbero?
Perché rappresentano un investimento economicamente vantaggioso che le aziende possono prendere in considerazione solo se rispondono ad alcuni requisiti: devono avere almeno 200 kW di potenza impegnata e un fabbisogno termico ed elettrico con sufficiente contemporaneità.
Non si deve trascurare anche la necessità di personale con specifiche competenze tecniche e burocratiche, dati gli onerosi obblighi fiscali vigenti in materia di energia, sia primaria dei combustibili sia elettrica prodotta, e questo scoraggia anche le imprese più propense a investire in proprio.
Il settore della cogenerazione potrebbe essere rivolto anche alla micro cogenerazione domestica, con grandi benefici per l’ambiente e per l’economia in generale. Installando, infatti, nelle abitazioni speciali caldaie a gas metano idonee alla produzione combinata di calore ed energia elettrica, ovviamente con maggiore utilizzo nel periodo invernale, si avrebbe, di fatto, un notevole incremento della riserva di potenza elettrica nel nostro paese, senza bisogno di costruire nuove centrali. Inoltre, questa tecnologia sarebbe complementare alla produzione di energia elettrica con pannelli fotovoltaici, dato che la massima produzione avviene nella bella stagione ossia con riscaldamenti domestici spenti.
Perché questo possa realizzarsi devono esserci volontà e competenza politiche, poiché è necessario rivedere la tariffazione concernente la fornitura del gas metano per uso civile, allineandone il costo a quello per le forniture industriali. Questo è il maggiore ostacolo che la politica deve rimuovere. La micro cogenerazione domestica avrebbe enormi vantaggi: ambientale, per il risparmio delle fonti combustibili fossili e quindi minori emissioni di CO2, economico, per una minore dipendenza energetica, industriale, per possibili riduzioni della bolletta energetica, e occupazionale, perché ciò favorirebbe la produzione e l’installazione di nuove caldaie.
Ci auguriamo che la cogenerazione, in generale, incontri maggiore attenzione in futuro e una politica più attenta a evitare sprechi e danni per l’ambiente, come quelli derivati dall’inefficiente utilizzo delle risorse idrocarburiche fossili.