LA RICERCA E L’INVENZIONE PER UN APPROCCIO GLOBALE AL PAZIENTE

Qualifiche dell'autore: 
direttore del Poliambulatorio San Camillo, Bologna

Il Poliambulatorio San Camillo opera a Bologna da più di cinquant’anni. Inizialmente gestito dall’ordine dei camilliani della Provincia Camilliana lombardo-veneta, che da centocinquant’anni ha avviato molteplici missioni nel pianeta, dopo la seconda guerra mondiale si è trasferito dalla canonica della chiesa Santa Maria della Pioggia nell’attuale sede di via Marconi. Proseguendo nel progetto di cura degli ammalati con “il cuore nelle mani”, secondo l’insegnamento di San Camillo che suggeriva di preferire al lucro la cura delle persone, in particolare degli indigenti, il Poliambulatorio si conferma punto di riferimento per le famiglie degli assistiti che da generazioni si affidano a voi…

L’eccellenza del San Camillo non va ricercata in una specializzazione ma nel modo d’intervenire verso le patologie, che lo distingue sia dal privato sia dal pubblico. L’approccio al paziente è globale, perciò tendiamo a non indirizzarlo a fare esami e controlli presso altre strutture specializzate, che comportano spesso costi ulteriori. Seguendo tale logica, abbiamo predisposto percorsi interni specifici, per esempio, per le donne in età avanzata, con una serie di check-up coordinati da un medico con il compito di fornire il quadro diagnostico globale. Va in questa direzione la semplificazione dei sistemi informatici, in modo che anche i pazienti anziani possano prenotare le visite mediche on line, autonomamente o con l’aiuto di altri, comodamente da casa. Abbiamo in programma, inoltre, la possibilità di consentire l’accesso ai propri dati sanitari tramite internet e disporre quindi di un prospetto sanitario immediato che consente di essere curati anche in situazioni intermedie tra casa e ospedale.

Quanto è importante l’innovazione in ambito sanitario?

L’introduzione di tecnologie innovative in un’azienda esige la rivisitazione del processo organizzativo in cui saranno inserite. In questo senso si può intendere perché la tecnologia da sola non basti. Il caso dell’ictus è emblematico. Oggi è possibile risolvere le conseguenze di un ictus o di un’ischemia cerebrale attraverso l’iniezione di un farmaco antitrombolitico, che però deve essere somministrato entro e non oltre le tre ore dalla diagnosi, previa prescrizione del neurologo. In caso contrario, questo farmaco può essere letale. Generalmente, quando il sospetto di ictus arriva in pronto soccorso, si ha la possibilità di eseguire una Tac, ma non è assicurata la presenza di un neurologo 24 ore su 24. È opportuno quindi dotare i pronto soccorsi anche di telecamere, oltre che di una rete efficiente, in modo da consentire costantemente il collegamento immediato con un neurologo, che così può completare l’analisi del paziente e, con una semplice firma elettronica, dare la conferma per l’iniezione del farmaco. 

Non sempre, laddove è stata predisposta questa tecnologia, è stato avviato un cambiamento di processo: per esempio, non sono state organizzate le postazioni per il neurologo – che magari non è stato neppure istruito all’uso della tessera per la firma elettronica o della telecamera –, o non è stata organizzata la rete di medici con turni e relativi compensi prestazionali fra una Ausl e un’altra. La Germania, invece, ha investito molto nella formazione, che incomincia addirittura nelle scuole perché, se il familiare di una persona colpita da ictus riconosce i sintomi, può dare indicazioni preziose per l’intervento del medico. Attualmente, in Italia risolviamo circa il 2 per cento dei casi di ictus con il trombolitico, mentre in Germania la percentuale sale al 20. Quanto detto per l’ictus però non viene da esperienze dirette del San Camillo, ma è significativo di quanto possa servire l’innovazione. 

Spesso l’innovazione è considerata indice del valore di un’impresa…

In Italia, troppo spesso l’impresa è valutata considerando lo stato patrimoniale e poi il fatturato. Non è così negli Stati Uniti, dove il valore dell’impresa è costituito anche dall’esperienza maturata, dalla capacità di affrontare la difficoltà, da qualcosa che non si vede ma si può constatare e che costituisce una parte assolutamente rilevante del valore. Chi ha aperto in Italia un’azienda che poi è fallita è un reietto, mentre negli Stati Uniti è una persona che ha valore perché ha esperienza, ha dimostrato di essere intraprendente e tenderà a non ripetere gli errori commessi. Un altro esempio di quanto sia importante scommettere sulle idee e sui valori che non sono ancora quantificabili economicamente è la Silicon Valley, considerata la terra del nuovo rinascimento perché valorizza la persona. 

Il valore dell’Istituto San Camillo non è dato solo dal numero di clienti e dal fatturato, ma anche dalla fiducia di generazioni di famiglie che continuano ad apprezzare i nostri servizi. È un valore che fa parte dell’azienda e che, benché non sia semplice da monetizzare, è facilmente percepito da chi ha bisogno di cure. In Italia, non è ancora possibile metterlo in bilancio perché non rientra in parametri standard facilmente constatabili, ma offrirebbe molte opportunità d’invenzione che non s’immaginavano prima.