RISULTATI ECCELLENTI PER L’ITS MECCANICA E MATERIALI
In un momento di rilancio dell’economia del nostro paese, in cui le imprese hanno bisogno di collaboratori preparati ad affrontare le sfide del mercato globale, la Fondazione ITS Meccanica e Materiali di Modena sta dando un contributo molto importante, soprattutto con l’istituzione del primo corso per Tecnico Superiore per l’innovazione di processi e prodotti meccanici, avviato in novembre dello scorso anno…
Benché la figura del tecnico superiore di prodotti e di processi meccanici sia stata pensata nell’ambito di un’iniziativa ministeriale, quindi nazionale, all’interno della progettazione formativa abbiamo avuto la possibilità di andare incontro alle esigenze delle imprese socie (il cui elenco è pubblicato sul sito www.its-modena.it) e del territorio in cui esse operano, che ospita realtà di eccellenza nella meccanica. Per andare in questa direzione, abbiamo pensato di riservare il 40 per cento del percorso formativo (1.870 ore, in due anni) agli stage presso aziende meccaniche, distribuiti in 120 ore nella seconda parte di ciascuno dei primi tre semestri e 385 ore al termine del corso. La logica è quella di una vera e propria alternanza tra formazione in aula e in laboratorio e formazione sul lavoro, che consente di creare maggiore continuità. Lo stage finale si concluderà con un progetto che gli allievi dovranno sviluppare in maniera indipendente, dimostrando di essere in condizioni di entrare in azienda con quelle conoscenze oggi richieste, ma che purtroppo gli istituti tecnici ancora non riescono a dare alle figure in uscita.
Qual è il principale valore aggiunto di questa figura per un’azienda del settore meccanico?
Sicuramente, chi segue questo percorso acquisisce la capacità di affrontare scenari complessi, soprattutto se pensiamo a tre elementi rilevanti che contiene il corso: prima di tutto, i contenuti professionalizzanti sono orientati non soltanto alle conoscenze ma anche alle abilità, al cosiddetto saper fare, dove il saper fare viene accentuato tramite attività di laboratorio e visite guidate, attività didattiche non solo frontali, ma anche esperienziali; in secondo luogo, viene data molta enfasi alla lingua inglese: per favorire l’inserimento degli allievi in aziende che ormai hanno sedi e/o clienti in tutto il mondo, un intero modulo del secondo anno di corso si svolgerà in lingua inglese, anche grazie a un contributo della Regione Emilia Romagna su azioni di accompagnamento che saranno approvate a breve; tra l’altro, grazie a un contributo della Camera di Commercio, manderemo a luglio cinque ragazzi in stage all’estero, presso sedi distaccate di nostre aziende socie (quattro andranno in Belgio presso la sede della Case New Holland e uno a Shangai presso la sede di Tec Eurolab): sarà un’esperienza significativa e non alla portata di tutte le attività formative; infine, un’attenzione particolare è dedicata allo sviluppo di quel sapere trasversale, che non è scritto sui libri ma che vuol dire capacità di leadership, di comunicazione, di lavoro in team, di problem solving, affinché il tecnico superiore possa acquisire tutti gli strumenti di conoscenze professionali e relazionali che lo aiuteranno nella futura professione.
Molto spesso gli imprenditori che si sono formati all’ITIS Fermo Corni di Modena ricordano i loro maestri. Quanto incide la scelta dei docenti per la riuscita del corso per Tecnico Superiore?
La scelta dei docenti (il cui albo è pubblicato sul sito citato) è essenziale, per questo abbiamo pensato d’introdurre una novità rispetto ai sistemi formativi tradizionali: almeno il 50 per cento dei docenti proviene dal mondo del lavoro ed è composto da liberi professionisti o persone con esperienze aziendali, oppure da imprenditori e dirigenti in attività. La scelta dei docenti è essenziale, così come il lavoro di coordinamento dei tutors che, da un lato, affiancano i docenti per organizzare l’attività didattica e, dall’altro, gestiscono i rapporti con le aziende durante lo stage, accompagnando il tratto più tecnico del percorso. E anche questa è una formula vincente perché, nonostante abbia qualche costo aggiuntivo rispetto ai percorsi tradizionali, consente di raggiungere un’efficacia formativa molto più elevata. Al di là del programma scritto sui documenti ufficiali, il corso viene riprogettato costantemente in base agli step di avanzamento, e uno dei compiti del tutor è proprio mantenere allineata la competenza rispetto all’obiettivo. Questo vuol dire fare un’analisi del gruppo classe, capire se al suo interno si producono differenze di apprendimento e riallineare continuamente queste differenze, tutti strumenti che sono immateriali, ma molto efficaci dal punto di vista formativo.
In conclusione del secondo semestre, state raccogliendo echi di entusiasmo?
Abbiamo una frequenza elevatissima e questo è già un indice dell’entusiasmo degli allievi, considerando che di solito c’è una notevole mortalità fra gli studenti o una frequenza a singhiozzo. Noi siamo partiti con venticinque allievi e li porteremo tutti al successo formativo, e questo vuol dire venticinque ragazzi immessi nel sistema produttivo.
Ma credo che l’intero sistema ITS dell’Emilia Romagna stia andando in questa direzione, come risulta dalle comunicazioni della Regione, che sta monitorando queste attività sperimentali.