IL VALORE DEL MADE IN ITALY
Sono trascorsi oltre sessant’anni da quando Norberto Cremonini ha inaugurato la storica sartoria per uomo al civico 17 di via Cesare Battisti a Bologna, dove anche oggi, a ottantadue anni, è un importante riferimento per vecchi e nuovi clienti attenti all’eleganza che si conferma tale perché non passa di moda. Con la passione per i tessuti, i tagli e gli stili, ha saputo accogliere i due figli, Marco e Massimo Cremonini, nell’avventura sartoriale che gli è valsa il Premio alla carriera conferito dal presidente di Ascom Bologna e dal presidente di Confcommercio Bologna. La moda uomo ha ancora i suoi canoni?
Sin dal 1979, quando abbiamo incominciato l’esperienza sartoriale alla scuola di nostro padre, la giacca era un elemento molto importante nella moda uomo, che attualmente privilegia invece uno stile casual. Vestire è un’arte, un gioco in cui le combinazioni di tessuti, tagli e colori fanno la differenza. Chi viene da noi deve sapere che offriamo, oltre ai capi pronti di griffe made in Italy, un’assistenza di tipo sartoriale. La nostra specificità è il capo-spalla, che ha una lavorazione differente fra le diverse case di moda. A Bologna, infatti, non sono rimasti in molti gli artigiani specialisti della giacca.
Cos’è l’eleganza per Cremonini Elite?
L’eleganza si costruisce con la scelta dell’abito personalizzato a seconda della conformazione fisica e del proprio stile di vita. Il cliente che è vestito dai nostri negozi non passa inosservato, ha acquistato un abito che lo valorizza e che è abbinato con sobrietà agli accessori perché i criteri corrispondono a quelli dell’eleganza. Ultimamente però questo è un elemento che viene trascurato proprio dalle tendenze della moda. Inoltre – precisa Marco Cremonini –, a Bologna è mancata la “cultura dell’eleganza” che tiene conto della moda del momento ma non la rincorre asetticamente. Il bolognese invece segue le tendenze, appiattendo le differenze. Negli ultimi anni abbiamo venduto un’ampia serie di pantaloni, di ditte diverse, tutti uguali.
In quanto presidente di Confermoda, che testimonianza può dare rispetto al centro storico?
Se ci fosse più eleganza nel centro di Bologna, sarebbe un segnale importante per il commercio e per la città, che ne ha bisogno sotto molti aspetti. L’arredo urbano non deve essere trascurato così come occorre favorire il senso civico: se ne avessimo avuto di più, Bologna oggi sarebbe più bella. Per senso civico intendo, per esempio, che la mobilità di una città va programmata favorendo i trasporti e le grandi infrastrutture per assocondare le esigenze dei cittadini. Questa politica incentiverebbe il turismo non solo in termini quantitativi ma anche qualitativi. Bologna è una città dall’antica cultura, con bellissimi musei e chiese con ricchezze straordinarie sconosciute ai più. A livello internazionale Bologna non è valorizzata e in Italia potrebbe competere con grandi città d’arte come Firenze, Roma o Venezia. In Ascom abbiamo istituito un’apposita agenzia, che è collegata con tutte le attività commerciali allo scopo di convogliare turismo.
Cosa significa oggi proseguire e quindi investire nel settore dell’abbigliamento maschile?
Ha detto bene, proseguire e investire in un’attività come la nostra, con costi di gestione elevati per affitti e personale, è una missione. Noi abbiamo tre punti vendita, due nel centro di Bologna e uno nel centro di Ferrara, oltre alla sartoria. Il negozio di Ferrara cura esclusivamente la moda intimo e mare per donna. È inevitabile non fare alcune valutazioni fra i due centri storici, benché quello della splendida città estense sia molto più piccolo e quindi probabilmente più facile da gestire. Fare questo confronto mette in rilievo quanto sia stata trascurata Bologna, dal momento che Ferrara è una città che favorisce anche un turismo particolarmente indirizzato a visite culturali. Il negozio di via d’Azeglio a Bologna è ancora un’isola felice, ma non è altrettanto per vie pedonalizzate della città che risentono dell’assenza di adeguati parcheggi nelle zone limitrofe. Ferrara insegna.
La qualità è ancora importante nell’abbigliamento, malgrado la globalizzazione e la minaccia che i cinesi rappresentano?
La qualità fortunatamente viene ancora chiesta dal cliente e i cinesi non sono una minaccia, anzi, contribuiscono a metterla in risalto. A livello globale ci stanno portando via le produzioni di determinati articoli, ma nelle attività in cui c’è ancora la ricerca della qualità i cinesi non ci fanno concorrenza. La particolarità del negozio italiano è il made in Italy, il negozio multi-brand che mette a disposizione diverse aziende al compratore e fa in modo che l’abito acquistato renda più elegante chi lo indossa. Quindi, il consiglio che viene dall’esperienza è il valore aggiunto del made in Italy, è il valore dell’eleganza italiana.
Questo insegna la scuola del negozio e l’esperienza in sartoria: noi abbiamo imparato prima a conoscere i tessuti e poi i prodotti finiti. Per i negozi che vendono prodotti di qualità, la conoscenza dei tessuti è fondamentale e occorrerebbe che nelle aziende di produzione di abbigliamento si tenessero corsi per insegnare la specificità di ciascun tessuto. Il cliente che viene da altri paesi nota subito il gusto differente che deriva dalla nostra cultura.