DALLA STORIA IL DISEGNO PER LA CITTA' DELL'AVVENIRE
La città del secondo rinascimento è la città dello scambio, dell’incontro e del dibattito, anziché dello scontro e dei conflitti. Per dare un contributo a questa città, il suo assessorato ha sempre promosso la collaborazione fra i diversi attori, pubblici e privati, chiamati a intervenire sia nella riqualificazione di aree ed edifici storici, sia nella realizzazione di nuovi progetti…
In questa direzione, stiamo redigendo un documento che ci permetterà di determinare quali sono i luoghi della città più meritevoli di interventi di riqualificazione e di recupero, basandoci su un rapporto diretto fra la qualità degli interventi e quella dei luoghi. E questo non vogliamo più farlo occasionalmente, ma attraverso un progetto, in accordo con la Soprintendenza, che ci permetta d’intervenire nei prossimi decenni con un programma coerente. Le linee guida per la riqualificazione del centro storico sono già in atto, le stiamo di fatto applicando, ma vogliamo ora presentarle in Consiglio comunale, in modo che divengano norma per il futuro, finché non saranno cambiate. Questo contribuirà anche a ridurre le lungaggini burocratiche, grazie all’approvazione del piano da parte della Soprintendenza, in modo che non ci sia più bisogno di richiedere l’autorizzazione per i singoli interventi, ma soprattutto perché la città e i cittadini dispongano di un disegno coerente, per evitare le contraddizioni di una molteplicità d’interventi privi di coordinamento.
Il progetto è molto innovativo, è la prima esperienza in Italia e sarà presentato con un convegno entro la fine di quest’anno o agli inizi del prossimo. Il livello di complessità è molto elevato, perché richiede la definizione di tutti i temi a corredo dell’intervento, a partire da quello importantissimo della mobilità e dell’organizzazione della rete dei trasporti all’interno e nei dintorni del centro storico. Consentirà di definire le modalità d’intervento, per esempio, per quanto riguarda l’illuminazione stradale, determinando la gerarchia d’importanza delle strade tramite una ricerca storica molto raffinata, coordinata dall’architetto Irma Palmieri, in cui si è voluto riscoprire il valore dello spazio che attraversiamo quotidianamente, seguendone l’evoluzione morfologica nelle varie trasformazioni della città. Tramite il recupero architettonico sarà possibile una valorizzazione storica che restituirà le sensazioni e le atmosfere in cui tali strutture sono nate. Un esempio è il recupero del reticolo medioevale che si sviluppava fra i monasteri e le chiese, rimasto quasi intatto. Tutti i percorsi che attraversiamo oggi nella città storica hanno ancora come cardine proprio i sagrati intorno ai quali la città si è storicamente sviluppata. Allora, là dove c’era un sagrato recuperiamo lo spazio civico.
A proposito di spazio civico, con l’approvazione del Piano della sosta e l’elaborazione del 3° rapporto sul Centro storico, già nel 2006 si sono create le condizioni per affrontare il tema della qualificazione e rivitalizzazione di cinque importanti piazze del centro storico, fra cui piazza Roma e piazza Sant’Agostino. Nonostante la difficoltà di accogliere le novità, i cittadini potranno presto apprezzare lo sforzo che si sta compiendo per rendere le piazze fruibili per i vari usi della città, anziché tenerle occupate per usi impropri, come il parcheggio auto…
Sicuramente il maxi parcheggio sotterraneo Novi Park è fondamentale in questo senso. È un’opera colossale, che risolverà il problema della sosta nel centro storico per i prossimi cinquant’anni e, simultaneamente, un’operazione storico culturale straordinaria, che permette di liberare piazze e spazi civici da usi impropri. Destinare a parcheggio la piazza del Palazzo Ducale o piazza Sant’Agostino, infatti, è un’assurdità, che non valorizza la città, ma genera un degrado dal punto di vista urbanistico e architettonico. La riqualificazione sarà anche occasione per individuare alcuni assi viari principali che vogliamo gradualmente portare alla pedonalizzazione o almeno evitarne l’uso a parcheggio. Novi Park è fondamentale proprio per questo, perché permette di offrire un’alternativa di parcheggio ai cittadini del centro storico e consente ai visitatori di non andare più alla ricerca disperata di posti auto, potendo invece contare su un parcheggio sicuro e capiente (1700 posti in struttura e 300 in superficie). Inoltre, sarà a disposizione anche una navetta per il collegamento con il centro storico, anche se è preferibile, considerata la brevissima distanza, l’accesso pedonale, perché incrementa il passaggio davanti ai negozi e consente di vivere la città in modo più intenso.
Nel nuovo parco archeologico che sorgerà nell’area del Novi Sad saranno esposti i reperti rinvenuti nel corso dei lavori di scavo e sarà visibile la strada romana recuperata, intorno alla quale saranno disposti i reperti più importanti. Insieme al Lapidario del vicino Palazzo dei Musei, formerà un grande circuito museale della Modena Romana.
Nella città del secondo rinascimento il centro ha un’importanza enorme, ma non dev’essere occupato. Come intuisce Lucrezio nel De rerum natura, il movimento esige il vuoto…
Certamente. Per questo le piazze devono essere svuotate dalle auto e messe a disposizione dei cittadini. Ma è indispensabile che le istituzioni lavorino perché ci sia vita, programmando attività culturali, artistiche, musicali e teatrali, oltre che di mercati occasionali; anche i locali e le attività commerciali adiacenti alle piazze devono fare la loro parte incrementando le occasioni di attrazione e offrendo stimoli e motivi per essere frequentati. Se prendiamo per esempio piazza Grande, sito Unesco, uno dei luoghi più prestigiosi e meravigliosi del mondo, è sempre stata un luogo d’incontro, per secoli è stata il mercato della città nelle sue varie forme e per questo la gente si dava appuntamento lì. Oggi i motivi non sono più gli stessi, quindi occorre creare nuovi stimoli perché i cittadini la frequentino quotidianamente e la sentano propria, altrimenti è solo un luogo di passaggio.
E questo importante utilizzo della piazza mi porta a parlare di un altro aspetto che stiamo affrontando: se vogliamo che in centro ci sia vita, dobbiamo favorire le iniziative dei pubblici esercenti che vogliono rendere il loro locale più accogliente all’esterno, con piccole zone recintate da adibire all’ospitalità dei clienti. È indispensabile che anche la Soprintendenza collabori per concordare le caratteristiche che devono rispettare queste strutture, in modo che siano assolutamente non invasive rispetto all’architettura della piazza, ma non possono essere ostacolate perché sono essenziali per la vita della città.
Come abbiamo auspicato nel convegno Vivere il monumento. Conservazione e novità, che la nostra rivista ha organizzato in collaborazione con il suo assessorato e la Soprintendenza di Modena (Galleria Estense, 11 dicembre 2007), occorre un’intersezione costante fra innovazione e tradizione perché i monumenti, e con essi il centro storico, possano vivere…
Spesso le questioni sono culturali e occorre un cambiamento di mentalità e di approccio che richiede tempo: non è facile dissipare schemi profondamente radicati nell’immaginario collettivo. È chiaro che quando elimineremo i parcheggi in piazza Roma andremo incontro a proteste fortissime, perché qualcuno penserà che venga tolto qualcosa di fondamentale. Invece, a pensarci bene, i posti auto in piazza Roma sono soltanto duecento e, una volta occupati, chi arriva si trova a girare in tondo generando traffico passivo, mentre il Novi Park garantirà un servizio sicuro, costante e immediato. Inoltre, chi parcheggerà lì e prenderà la navetta per spostarsi in centro, a conti fatti, impiegherà molto meno tempo di quanto ne avrebbe impiegato vagando alla ricerca di parcheggio e avrà l’ulteriore vantaggio di lasciare l’auto in un luogo coperto e custodito. Tuttavia, per una questione di mentalità, anche questa novità all’inizio sarà sicuramente vissuta in modo negativo e ci saranno critiche pesantissime, finché non ci si renderà conto del miglioramento apportato.