L'ASCOLTO PER LA QUALITÀ DELLA VITA

Qualifiche dell'autore: 
responsabile del Centro Audioprotesico Audiologika, Bologna

I disturbi uditivi sono più diffusi di quanto non si creda e oltre il 10 per cento della popolazione risente della perdita parziale o totale dell’udito in uno o in entrambi gli orecchi. È molto importante una precisa valutazione audiologica, ma non mancano i pregiudizi…
Fra i disagi che comporta la sordità c’è la tendenza all’isolamento. La persona che ha problemi di udito si isola in un proprio mondo per timore di manifestare la sua insicurezza, tanto più accentuata se l’età è avanzata. Chi si rivolge al nostro centro ha già fatto la cosa più difficile: ha ammesso il disturbo e quindi può incominciare un percorso con noi.
La mia esperienza nell’ambito dell’audiologia è iniziata dopo avere conseguito la laurea con il massimo dei voti al Corso in Tecniche Audioprotesiche all’Università di Bologna. Ho incominciato a interessarmi a questo settore riscontrando una percentuale molto bassa di persone con protesi rispetto al numero di persone con problemi di udito.
In questi ultimi anni i disturbi auricolari interessano non solo gli anziani ma anche i giovani…
Probabilmente anche in passato c’era chi aveva un calo dell’udito a quaranta o a cinquant’anni. Ci sono ancora alcune reticenze a manifestare il disagio, ma credo che qualcosa stia cambiando. La salute è anche un fatto culturale e oggi la protesi non è più considerata segno di handicap ma è richiesta quasi come gli occhiali per i problemi della vista. Le protesizzazioni per il paziente non ancora anziano devono tenere conto di tanti stili di vita, molto differenti fra loro e devono soddisfare le esigenze più disparate di persone che, per esempio, devono seguire conferenze, andare in discoteca o fare viaggi all’estero. Intervenire tempestivamente consente un migliore recupero.
Usare la protesi non aiuta a rallentare la perdita uditiva, permette però di mantenere desta l’attenzione. Questo è importantissimo. Qualche anno fa, si recò al nostro centro una signora centenaria, la cui figlia volle farle mettere la protesi. Durante il primo colloquio la signora era isolata nel suo mondo e dormiva, aveva perso l’attenzione; nel secondo incontro invece, grazie alla protesi, partecipava attentamente alla conversazione.
Qual è la vostra specificità?
La professione dell’audioprotesista presenta diversi aspetti che vanno da quello clinico a quello commerciale. Per il paziente non è facile spiegare con efficacia qual è il problema e in quali situazioni si manifesta. È importante quindi che, lungo un attento ascolto della sua storia e delle sue esigenze, possiamo intervenire con la protesi adeguata. È nostro intendimento operare al fine di ottenere una precisa conoscenza del deficit uditivo del paziente nella sua collocazione ed entità. Per questo le persone che si rivolgono a noi sono considerate pazienti e non clienti. Il nostro è un mestiere in cui è essenziale l’analisi clinica anche per instaurare un rapporto di fiducia e per intervenire con il presidio medico giusto.
E, siccome l’ascolto ci espone anche a una grande attenzione al particolare, abbiamo scelto accuratamente una moderna sede nel centro di Bologna, che è ben servita dai mezzi pubblici e con un grande parcheggio per chi invece vuole raggiungerci con l’auto. Infine, non abbiamo trascurato un altro elemento importante che occorre in questa professione, la discrezione. Pertanto, l’ingresso al nostro centro permette di mantenere la privacy.
Quali sono le novità più rilevanti?
In questo settore è molto importante la formazione continua e il costante aggiornamento rispetto alla tecnologia. Sempre più spesso, infatti, si producono nuovi dispositivi per le più diverse esigenze. Ci sono protesi che hanno il collegamento wireless con il cellulare e con la tv, tanto che, cliccando su un piccolo pulsante, permettono di sentire il programma televisivo preferito direttamente nelle orecchie. Inoltre, anche per chi ha subito la perdita fisiologica dell’udito e non vuole rinunciare all’estetica, la tecnologia offre protesi open fitting che lasciano l’orecchio libero. Ma, se il mercato offre una vasta gamma di strumenti per l’udito, il paziente va consigliato bene e seguito con professionalità. Un consiglio sbagliato non deteriora le funzionalità uditive, ma non gli permette di recuperare quanto potrebbe e incide sulla qualità dell’ascolto e della vita.