ALL'HESPERIA DI MODENA LE TAVI PER LA CARDIOCHIRURGIA AD ALTO RISCHIO

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direttore generale del Gruppo Hesperia Hospital

Finalmente, con le TAVI (impianto transcatetere di valvola aortica), la cardiochirurgia dell’Hesperia potrà operare quei pazienti ai quali finora era precluso l’intervento di sostituzione valvolare aortica a cuore aperto…

L’Hesperia Hospital è l’unica Cardiochirurgia Privata Accreditata in Emilia Romagna ad avere ottenuto l’abilitazione a impiantare le valvole aortiche (TAVI) sia per via transapicale sia per via transfemorale di nuovissima generazione, destinate esclusivamente a quei pazienti affetti da grave stenosi valvolare aortica calcifica degenerativa con controindicazioni assolute o ad altissimo rischio per la chirurgia convenzionale a cuore aperto, a causa dell’età avanzata o della presenza di più patologie che comprometterebbero l’esito dell’intervento.
Dopo un training che ha interessato un’equipe multidisciplinare di professionisti seguiti da un Tutor esperto della comunità scientifica, dal 16 febbraio 2010 al 9 settembre 2010, e con il riconoscimento della clinical competence, l’Hesperia Hospital ha continuato l’attività impiantando ad oggi 45 TAVI, di cui il 33,3 per cento transapicali e il 66,7 per cento transfemorali, con una mortalità perioperatoria nulla, così come quella a 30 giorni. Risultati eccezionali, al di sopra di quelli presenti nella letteratura corrente.
Ideate da Alain Cribier – che nel 2002 fu il primo a eseguire l’impianto percutaneo nell’uomo di una protesi di valvola aortica con palloncino espandibile – le 45 valvole impiantate in Hesperia hanno consentito ai pazienti di scongiurare una prognosi estremamente negativa (sopravvivenza a tre anni inferiore al 3 per cento), oltre che di migliorare la qualità della loro vita.
Tuttavia, il vantaggio maggiore della TAVI, a prescindere dalla minore invasività che riduce al minimo le incisioni per l’accesso transfemorale o transapicale, è quello di consentire l’intervento a quei pazienti che non possono essere operati con la circolazione extracorporea, che invece viene normalmente utilizzata con ottimi risultati nella chirurgia di sostituzione valvolare aortica a cuore aperto.
Ancora una volta, grazie all’investimento con cui Hesperia (riconosciuta dal Ministero della Sanità nel 2004 come miglior centro di cardiochirurgia in Italia fra pubblico e privato) si dota dei più avanzati dispositivi e apparecchiature, Modena balza ai primi posti della classifica nel nostro paese in questo settore della medicina: ricordiamo che dal 1993 l’ospedale privato modenese è Sede Europea dell’Arizona Heart Institute di Phoenix, il cui fondatore, Edward B. Diethrich, pioniere della chirurgia endovascolare, in ottobre scorso ha portato qui un suo paziente di Washington, per impiantare uno stent di ultimissima generazione, che propone un approccio rivoluzionario agli aneurismi.
A questo proposito, sono significative le dichiarazioni di Diethrich sul numero di gennaio scorso del nostro giornale: “L’intervento eseguito nel mio paziente americano – spiegava il luminare – aveva una tale complessità che richiedeva non solo tecnologie all’avanguardia – per ora disponibili solo in pochi ospedali nel mondo come questo –, ma anche e soprattutto un’altissima competenza diffusa a livello di equipe medico chirurgica, come quella costruita in tanti anni in Hesperia”.

È questa equipe multi-disciplinare – formata, secondo le direttive della Regione Emilia Romagna, da Cardiochirurghi, Chirurghi Vascolari, Cardiologi Interventisti, Anestesisti e Tecnici di imaging – che ha fatto conseguire alla struttura la certificazione necessaria per impiantare le TAVI.
Anche per proseguire l’impegno a mantenere l’offerta sanitaria ad altissimi livelli che da sempre ci contraddistingue, nonostante l’ingente investimento richiesto dalle case produttrici per avviare il percorso formativo (un minimo di trenta valvole al costo di 22.000 euro ciascuna), non potevamo permettere che un centro completo come il nostro venisse limitato nell’attività e non offrisse ai pazienti questa nuova opportunità: era un dovere culturale, oltre che un servizio per la salute. Anche se la Regione aveva individuato Parma per l’area vasta nord, il Sant’Orsola di Bologna per l’area vasta centro e, per l’area vasta Romagna, l’unico centro di Cardiochirurgia privato di Cotignola, al quale dovevano appoggiarsi le cardiologie pubbliche, noi abbiamo deciso di applicare indipendentemente le valvole, comunicandolo all’Assessorato della Regione, con una lettera a firma congiunta nostra, del Direttore generale del Policlinico e di quello dell’ASL e con l’assenso del Rettore dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.
A oggi, oltre al Sant’Orsola di Bologna, noi siamo gli unici privati ad avere ottenuto l’abilitazione all’applicazione delle TAVI trasfemorali e transapicali.
Adesso auspichiamo che la Regione riveda il DRG relativo al rimborso per questo tipo di prestazione, cosa per la quale si era già impegnata con la sottoscrizione nell’anno 2008 dell’accordo di Alta Specialità.