PROGETTO “BUSSOLA DOMANI” PER LA DIDATTICA PROFESSIONALE
L’ambito dell’istruzione e formazione privata sta assumendo una connotazione positiva e incoraggiante: sfatati i pregiudizi che il termine privato in relazione alla scuola sia sinonimo di politiche educative confuse e distanti dalle linee guida caratterizzanti il pubblico, giovani imprenditori della scuola privata si sono affacciati al mondo dell’istruzione e hanno saputo dare un’impronta di serietà e affidabilità decisamente nuovi.
Enrico Simonini, direttore a Modena dell’Istituto Europeo, dopo aver iniziato una nuova politica gestionale e organizzativa, racconta come “attraverso incontri, interviste e scambi di opinioni, si è stati in grado d’individuare una politica ‘agita’, che sta dando notevoli riscontri. Proprio secondo un’ottica manageriale, senza nulla togliere alla sfera pedagogica – precisa –, abbiamo optato per una modalità organizzativa che, partendo dall’individuazione dei punti di debolezza dell’utente adulto con scarsa e spesso traumatica esperienza nella scuola pubblica, elaborasse una programmazione d’intervento pragmatica. In altre parole, i bisogni devono diventare obiettivi primari, al fine non solo di recuperare gli strumenti, ma soprattutto di colmare quei vuoti di autostima che rappresentano un vero spazio di blocco per stabilire un primo contatto educativo con una controparte motivata”.
Per avere una visione chiara relativa a questo scenario particolarmente complesso, l’Istituto Europeo si è affidato a strategie soprattutto di tipo documentativo. Attraverso una prima scheda d’identificazione e la successiva compilazione di portfolio da parte dell’apprendente adulto che si rivolge al mondo dell’istruzione e formazione erogata da agenzie private, è emersa quale macro-componente la mancanza assoluta di un metodo di studio, inteso come modus operandi per affrontare qualsiasi tipo di acquisizione e memorizzazione d’informazione.
La risposta a quesiti investigativi finalizzati a una raccolta oggettiva di dati utili per definire il profilo del singolo apprendente, e nello specifico il livello di scolarizzazione autonoma raggiunto, ha dato risultati molto significativi in tempi recenti (in particolare nel biennio 2008-2010).
Per esempio, è stato riscontrato che i linguaggi non verbali maggiormente utilizzati sono quelli numerici, mentre vengono trascurate, se non addirittura ignorate, mappe e tabelle, usate solo dal 10 per cento. Quasi la totalità, ossia l’88 per cento non conosce le strategie specifiche relative alle risposte ai test a risposta chiusa, di contro, per l’attività di recupero, la maggioranza, ovvero il 67 per cento, si affida all’auto-valutazione. Lo stesso dicasi per migliorare il proprio apprendimento: il 78 per cento si limita al generale recupero della motivazione senza idee precise; infine, per una maggior efficacia dei corsi, a sorpresa, le lezioni frontali sono considerate a pari merito con le discussioni e le attività di gruppo.
Quando si è trattato di tradurre questa ricerca-azione in termini operativi, è nata una proposta che ha interessato sia il recupero anni scolastici sia la formazione, il progetto Bussola Domani, che consta di quattro fasi e altrettanti interventi: accoglienza, inserimento, uscita e rientro. La denominazione è certamente accattivante e la configurazione in più fasi suggerisce una progettualità e un impegno didattico degni di nota, lontani da ogni riferimento a scuole private intese come diplomifici. Come tiene a sottolineare Simonini, “il progetto è stato definito Bussola Domani perché ha forti connotazioni legate al ri-orientamento, alla scoperta di potenzialità professionali che spesso vengono trascurate, a scapito del futuro lavorativo dell’apprendente”.
Ecco in breve le diverse fasi. La fase di accoglienza è diventata un passaggio obbligato che si è concretizzato nella compilazione e gestione da parte dell’Istituto del portfolio delle competenze del singolo apprendente e nella pianificazione di un primo approccio alla metodologia di studio. La fase d’inserimento rappresenta il momento più delicato in cui lo studente potrà apprezzare la flessibilità e la disponibilità dell’Istituto, pronto a gestire un progetto individualizzato in cui l’aspetto metodologico assume connotazioni più articolate e trasversali. La fase d’uscita è caratterizzata da momenti di verifica predisposti dall’Istituto che permetteranno all’utente di rimettersi in gioco, secondo una prospettiva decisamente innovativa basata sull’acquisizione di una nuova competenza: il saper apprendere. La fase definita di rientro rappresenta infine per gli utenti il momento dell’auto-valutazione, della consapevolezza dei progressi realizzati, dell’efficacia e spendibilità di questa nuova competenza.
Il percorso così scandito appare particolarmente funzionale per coloro che hanno bisogno di ritrovare e valorizzare il proprio profilo scolastico-professionale. “Il nostro programma – aggiunge Simonini – comprende aspetti legati alla psicologia e alle strategie atte a potenziare competenze assopite; il nostro obiettivo è quello di rivalutare e riconvertire il know-how pregresso, per creare condizioni adeguate per nuovi apprendimenti.
Il nostro staff di docenti, formatori e responsabili di progetto ha constatato come l’insuccesso scolastico e professionale, la caduta di autostima e la scomparsa della motivazione siano strettamente correlati e soprattutto come sia necessario abbattere pregiudizi, luoghi comuni e iper generalizzazioni per creare nuovi presupposti e quindi dar vita a un progetto educativo che preceda quello di tipo culturale o professionale, partendo proprio dall’alleato per eccellenza: la memoria e il suo consolidamento.
Bussola Domani viene gestito da professionisti ed esperti del settore educativo e della formazione e questo garantisce serietà e attendibilità, senza fraintendimenti, facilitazioni o scorciatoie. Tutto questo era tipico di un passato che non ci appartiene”.