LA GEOTERMIA, UN’OCCASIONE PER L’OCCUPAZIONE GIOVANILE

Qualifiche dell'autore: 
amministratore di Geosaving S.r.l.

Come un settimanale, la sezione del vostro sito (www.geosaving.it) dedicata alle referenze più qualificate in tutta Italia aggiorna costantemente i visitatori sugli impianti geotermici all inclusive, da voi realizzati con sonde geotermiche verticali (ottantamila metri negli ultimi tre anni, per la produzione di tremila chilowatt). Ciascun impianto deve rispondere a esigenze particolari e richiede al vostro staff uno sforzo notevole per affrontare la complessità…
Sicuramente il nostro staff, composto da ingegneri, geologi, termotecnici e tecnici di cantiere, deve mettere al servizio di progettisti, grossisti, installatori e clienti finali tutta la competenza e l’esperienza maturata in Svizzera e in Italia in oltre dieci anni. Chi crede che il geotermico sia un settore facile s’imbatte in una serie di errori e disavventure. Nulla può essere lasciato al caso, soprattutto perché ciascuna area geotermica ha le proprie peculiarità, quindi richiede valutazioni appropriate. Sono molti gli aspetti da analizzare preventivamente, poiché ogni applicazione geotermica fa ricorso a estrazione (riscaldamento invernale) e reimmissione di calore (raffreddamento estivo) dal sottosuolo, che dipendono dai fabbisogni specifici di ciascun edificio, dalle caratteristiche climatiche delle diverse aree geografiche e dalla struttura geologica dei siti. Non esageriamo dicendo che Geosaving è una delle poche società in Europa in grado di garantire la performance in potenza e in energia della sezione geotermica, assicurando l’ottimale resa dell’impianto. E non è casuale se veniamo spesso interpellati da società all’estero per tenere corsi di formazione al loro interno.
In un momento di grande trasformazione come quello attuale, anche nel nostro paese il geotermico può divenire uno sbocco importante per molti giovani in cerca di lavoro…
Il nostro è un settore innovativo, nei prossimi anni avrà una grande espansione e favorirà l’aumento dell’occupazione. Se pensiamo che in Italia c’è spazio per almeno cento aziende come la nostra, in grado d’impiegare circa venti persone, fra cui ingegneri, tecnici, idraulici, elettricisti, perforatori, agenti, magazzinieri, personale commerciale e amministrativo, ci rendiamo conto dell’opportunità che questo settore può dare.
Molto spesso però l’orientamento scolastico non dà indicazioni precise sui mestieri più richiesti in un’area particolare e in un determinato periodo, anzi, c’è piuttosto una propensione a consigliare settori ritenuti più qualificanti solo perché non costringono a “sporcarsi le mani”, secondo una dicotomia antirinascimentale che oppone il lavoro manuale al lavoro intellettuale…
Oggi non c’è più posto per i pregiudizi e le idealizzazioni dei mestieri. E non esiste un mestiere in cui non sia indispensabile la preparazione scolastica. Quando un giovane incomincia a lavorare, però, deve adattarsi, non può pensare che esista il lavoro tagliato su misura per il diploma o la laurea che ha conseguito. In un momento come quello attuale, le stesse aziende devono lavorare molto di più, addirittura riducendo gli utili, perché è chiaro che non siamo ai livelli di quattro anni fa. Certamente, ci auguriamo di tornare presto ai tempi in cui c’era lavoro per tutti, ma oggi non è così e bisogna tenerne conto, facendo ciò che veramente occorre, senza pretendere di imporre i propri prodotti in un mercato che è saturo.
Rispetto alla sua esperienza, in che modo i giovani possono rispondere a questa maggiore esigenza di elasticità da parte della società?
Innanzitutto, i giovani dovrebbero mettere da parte le ideologie, che impediscono spesso di apprezzare antichi e nuovi mestieri nei settori produttivi indispensabili allo sviluppo del nostro paese, quindi rendersi conto che l’economia è cambiata e con essa l’occupazione, che finora aveva una grande prevalenza nei servizi. Poi, dovrebbero essere disposti a qualche sacrificio e risolvere i problemi senza fare ricorso immediato e costante all’aiuto dei genitori, come invece oggi accade nella maggior parte dei casi, anche grazie alla complicità degli stessi genitori, che tolgono così ai figli quella voglia di riuscire e di vincere la “fame”, che fa aguzzare l’ingegno. Non per nulla l’Italia ha dato il meglio di sé nel periodo della ricostruzione, quando nessuno poteva imboccare la via facile, perché semplicemente non esisteva, c’era bisogno di tutto e nessuno disponeva di niente. E i nostri padri, che avevano vissuto quel periodo, hanno pensato bene di lasciare anche a noi il gusto dell’invenzione, non venendoci in soccorso, ma facendoci affrontare le difficoltà, per farci acquisire esperienza e farci crescere. Le generazioni che ottengono facilmente tutto ciò di cui hanno bisogno invece sono fragili, dinanzi alla prima difficoltà, non sanno come reagire e rischiano di crollare, anche perché è impossibile acquisire esperienza in un colpo solo, occorre un percorso graduale, proprio come quello che si fa all’interno della famiglia.
Forse oggi i giovani saranno costretti dalla società ad affrontare ciò che è stato loro risparmiato dalla famiglia; e forse la crisi dell’economia aiuterà le nuove generazioni ad apprezzare il lavoro e a impegnarsi per dare un contributo alla civiltà.