DAL CONFRONTO NUOVE IDEE PER IL SETTORE DELLA PLASTICA
In questo numero abbiamo avviato un dibattito intorno alla scommessa della complessità: un cavallo di battaglia per il Gruppo Lameplast, che dal 1976 è riuscito a mantenere costante il suo trend di crescita, aumentando la complessità della propria organizzazione, senza mai cadere nelle trappole delle complicazioni, anzi, favorendo la semplicità e lo snellimento dei processi, attraverso il coinvolgimento dei collaboratori al progetto e al programma dell’impresa. Nella precedente intervista, lei notava che il vostro Gruppo ha l’esigenza di assumere personale con esperienza nelle multinazionali. A che punto è questo processo?
Di recente abbiamo inserito all’interno del Gruppo un consulente esterno con esperienza in una multinazionale del settore oftalmico e i risultati sono già tangibili. Credo che per noi questo processo sia inevitabile ed estremamente vantaggioso, considerando che molti dei nostri clienti sono fra i più grandi gruppi dei settori farmaceutico e cosmetico di tutto il mondo. Se le aziende italiane vogliono divenire globali, devono incominciare ad acquisire il metodo delle grandi realtà industriali: è ciò che noi stiamo facendo, con l’inserimento di personale proveniente da queste stesse realtà. Lei prima accennava alla complessità: ebbene, per rapportarsi a una società complessa come una multinazionale, occorre parlare la sua lingua, ossia usare il suo metodo, le sue procedure, che non hanno nulla a che fare con le complicazioni tipiche della nostra burocrazia, ma sono necessarie per raggiungere con efficacia e rapidità la massima qualità. A pochi mesi dall’arrivo del nuovo collaboratore, abbiamo constatato notevoli miglioramenti nel confronto con i nostri grandi clienti, che è diventato più semplice e dà più soddisfazioni a noi e a loro.
In effetti, anche Leonardo da Vinci definisce litiganti coloro che si ostinano a parlare la propria lingua, anziché l’altra lingua, quella della comunicazione…
Oggi la trasformazione è talmente rapida che in un anno c’è il rischio di rimanere indietro di dieci. Ecco perché è importante circondarsi di giovani che hanno esperienza nelle multinazionali, ne hanno acquisito l’approccio, hanno la capacità di cogliere velocemente le novità del settore di riferimento e riescono a prendere decisioni in tempi brevissimi. Per questo i fondatori di un’azienda devono avere l’intelligenza di capire quando è il momento di delegare il potere e mantenere soltanto la proprietà, dando un apporto di verifica e controllo, senza frenare lo sviluppo di nuove vie per far fronte ai continui stimoli provenienti dal mercato mondiale.
I vostri prodotti sono sempre stati pionieristici forse anche perché si sono avvalsi delle informazioni che emergevano nell’incontro con i clienti e i fornitori…
Noi abbiamo il grande vantaggio d’incontrare clienti di tre settori importanti come il farmaceutico, il plastico e il cosmetico, che ci forniscono quasi quotidianamente informazioni sulle loro esigenze. Anche i nostri consociati di Miami sono una fonte straordinaria a cui attingiamo. È chiaro che poi le notizie devono essere trasmesse ai nostri collaboratori che selezionano le più interessanti per impostare un programma di ricerca e sviluppo da cui nascerà un nuovo prodotto. È un dispositivo che, una volta instaurato, riesce a far fronte alle sempre nuove richieste che riceviamo.
L’imprenditore attento deve impegnarsi costantemente e sentirsi sempre desideroso di novità, monitorare i mercati internazionali e mantenersi costantemente aggiornato. Questo non basta a impedire il verificarsi di avvenimenti che costringono e condizionano diversamente le scelte da fare, tuttavia, egli deve mantenere la rotta, non distogliendo mai l’attenzione dalle evoluzioni dei mercati.
Qual è la situazione attuale delle industrie della plastica per il settore farmaceutico?
Anche se non abbiamo avuto grandi cali di fatturato, in questo momento si può constatare la volontà di crescere anche dal fatto che stanno ripartendo alcuni progetti che erano stati fermati. Il difetto che mi sembra accomunare gli imprenditori che lavorano in questo settore è la mancanza della volontà d’incontrarsi per discutere le problematiche che intervengono, per confrontarsi e per capire quali miglioramenti si potrebbero attuare. C’è ancora molto individualismo che spesso rischia di portare al fallimento e alla chiusura delle aziende, perché da soli si rimane indietro più facilmente, non si seguono gli aggiornamenti e magari si è convinti che lavorare dodici ore al giorno sia la soluzione migliore per la riuscita dell’impresa. Al contrario, solo l’incontro aiuta ad avere sempre il polso dei mercati e a capire come modificare la propria azienda per ottenere risultati sempre migliori.
A proposito di esperienza associativa, di recente lei è stato eletto Capo sezione Plastica di Confindustria Modena. Ha già qualche idea sulle proposte che farà agli associati?
No, l’elezione è così recente che non ho ancora avuto il tempo di fare alcuna valutazione. Posso solo dire che mi piacerebbe incontrare tutti gli associati per analizzare e discutere delle difficoltà e delle soluzioni che potrebbero andare a nostro favore.
Forse riuscirà anche a sfatare il vecchio luogo comune che l’imprenditore debba limitarsi a lavorare e non ci sia bisogno d’intervenire alle riunioni e alle assemblee…
Purtroppo, sono ancora molti gli imprenditori che considerano gli incontri e i meeting come una perdita di tempo. Nella mia recente esperienza con il Gruppo Produttori Conto-terzi di Farmindustria, che si riunisce mensilmente, invece, ho constatato che la partecipazione degli associati è quasi totale e ciascuno trae notevoli vantaggi dalla discussione, dal confronto e dallo scambio di notizie: chi, per esempio, si rivolgeva a fornitori stranieri quando aveva bisogno di lavorazioni particolari oggi sa che può avvalersi di un suo stesso associato. Dal confronto nasce il miglioramento continuo e anche la possibilità di acquisire il peso istituzionale di cui abbiamo bisogno per far crescere il settore. All’incontro fra tutti i terzisti che abbiamo indetto per l’autunno parteciperà anche il presidente del Gruppo Dompè.
Si parla tanto di reti, ma non è facile trovare esempi come questo fra le medie imprese, mentre le grandi hanno uffici preposti per le loro ricerche e hanno un potere contrattuale dovuto alla loro dimensione...
I vantaggi di una rete sono evidenti e non occorre elencarli: basti pensare che, per l’acquisizione dei prodotti di cui più o meno tutti abbiamo bisogno, potremmo costituire una sorta di cartello che consenta di acquistare a un prezzo decisamente ribassato grazie all’aumento esponenziale delle quantità di prodotto richieste.
Collaborando, i vantaggi possono essere tanti e per tutti, ma occorre incontrarsi e discutere delle soluzioni ai problemi che si presentano man mano.