IL RESTAURO DI PALAZZO CROZZA
Restaurare un edificio in una città di mare pone sempre problemi particolari, per l’azione dell’aria salmastra, ma dà anche molte soddisfazioni. Così è accaduto per il restauro di Palazzo Crozza a La Spezia, che abbiamo realizzato con la direzione dell’architetto Marina Frumento. L’edificio, progettato dall’architetto Carlo Piaggio e figli come residenza privata dei Marchesi Crozza, dai primi anni del nostro secolo ospita la Biblioteca civica “U. Mazzini”.
L’edificio esprime il gusto del tardo neoclassicismo ligure. Non esiste una documentazione precisa per datarne la costruzione, che risale indicativamente a metà dell’Ottocento. Parte delle decorazioni sono state eseguite da Luigi Agretti, decoratore formatosi alla scuola romana.
L’esame degli affreschi murali ha evidenziato la pesante perdita di leggibilità subita dalla pellicola pittorica. L’azione diretta della pioggia, dell’umidità e dell’inquinamento atmosferico avevano fortemente danneggiato la superficie decorata. Erano presenti varie lesioni sulle superfici dipinte, con cadute della pellicola pittorica; la causa delle lesioni può tuttavia essere individuata anche nella sopraelevazione dell’immobile e nell’azione delle vibrazioni prodotte dal traffico urbano. Dall’esame visivo della superficie, era evidente la presenza di fenomeni di disgregazione e decoesione del supporto, imputabili presumibilmente al degrado del legante (bicarbonato di calcio) ad opera degli agenti inquinanti.
Abbiamo operato anzitutto azioni di consolidamento. È stato opportuno il fissaggio in opera e il preconsolidamento dei rigonfiamenti più pronunciati del supporto e delle parti più esposte al pericolo della caduta; successivamente sono stati compiuti interventi di pulizia e consolidamento delle componenti materiche dell’affresco.
La pellicola pittorica deteriorata è stata fissata con velinature di carta giapponese e applicazione lenta a pennello morbido di resine acriliche tipo PRIMAL AC33 in soluzione al 2 per cento, operando contestualmente la riadesione delle parti sollevate impiegando spatole di teflon; gli eccessi di consolidante sono stati rimossi con tamponature a cotone solvente. I distacchi fra intonaco e muratura o fra gli stessi strati dell’intonaco sono stati consolidati con iniezioni di prodotto adesivo e/o di malte riempitive. La tasca di distacco è stata riadesa al supporto con fori di piccolo diametro, pulendola con siringature preliminari di acqua deionizzata e alcool, seguite da iniezioni di grassello di calce fluido additivato con resina acrilica PIMAL AC33 in soluzione al 2 per cento.
Le parti del supporto prive di pellicola pittorica sono state risanate con impregnazione a pennello di prodotto consolidante tipo silicato di etile. Il consolidamento della pellicola pittorica è stato eseguito nelle sole zone interessate a fenomeni di degrado. Quelle interessate da fenomeni di esfoliazione, decoesione, polverizzazione e disgregazione sono state consolidate mediante l’applicazione di fogli di carta giapponese da 50 grammi.
Per favorire la penetrazione in profondità del consolidante si è proceduto a inumidire la superficie con spugna imbevuta con acetato di etile in piccola dose, seguita da spugnatura di acqua distillata.
Le crepe e le fessurazioni sono state stuccate impiegando malta fluida di calce aerea, sabbia e/o polvere di marmo, additivata con resina acrilica PRIMAL AC e gli inerti impiegati sulla base delle dimensioni delle fessure utilizzando malte a granulometria grossa per le stuccature profonde non in vista e granulometria medio fine per le stuccature sottili.
Le pitture sono state ripulite dalla polvere superficiale mediante una prima spolveratura manuale a secco effettuata con pennelli morbidi e la contemporanea aspirazione della polvere.
Per le parti di pellicola pittorica sollevata si è proceduto a una pulizia a tampone con batuffoli di cotone impregnati d’acqua demonizzata previa stesura di carta giapponese. Le zone con depositi superficiali stratificati e compatti sono state oggetto di pulizia manuale a bisturi.
Le zone con sporco tenace sono state rimosse mediante uso di nebulizzatore di acqua deionizzata e carbonato d’ammonio in soluzione al 5 per cento, lasciato agire con tempi brevi, e neutralizzazione del solvente con acqua deionizzata al fine di rimuovere i reagenti altrimenti aggressivi. Dosi e tempi d’impiego sono stati campionati preliminarmente e sottoposti al parere preventivo delle soprintendenze di settore.
Per dare continuità di lettura delle superfici decorate è stato necessario eseguire i rilievi delle decorazioni. Ad ogni piano di finestre ne è stato eseguito uno di campione, poi riportato in corrispondenza del riquadro di pertinenza. L’esecuzione del restauro pittorico ha tenuto conto delle cromie originali ritrovate dopo le puliture.
La superficie esterna, in quanto sottoposta all’azione stagnante dei gas di scarico del traffico automobilistico, è stata protetta mediante l’applicazione ad atomizzatore di una soluzione di formulati silossanici idrorepellenti, trasparenti e traspiranti.