UN ORIENTAMENTO PER L'ANTIQUARIATO DI QUALITÀ
L’arte, il restauro, l’antiquariato sono significanti inscindibili tra loro. L’arte attiene all’assoluto, ma senza restauro non si potrebbe ammirare nel tempo e l’antiquariato le offre un valore aggiunto di grande rilievo. Bologna è tra le città più attente a questa combinazione, che orienta anche il gusto e le preferenze negli acquisti di oggetti artistici. Tra i suoi portici, prima in Strada Maggiore 8, attualmente in via Farini 29, due fra le strade più eleganti della città, vive un negozio con un’attività importante, che ci fa respirare l’atmosfera raffinata di case di altre epoche. Ci riferiamo all’Antichità Il Leone, fondata da Giampiero Maglia nel 1988 e nota anche sul territorio nazionale per il suo vastissimo repertorio di articoli e la sua specializzazione in mobili antichi di valore, preziosi dipinti, sculture e ceramiche.
All’interno dell’elegante negozio, con oggetti antichi valorizzati dall’originale disposizione e dalla cura del dettaglio, abbiamo incontrato Giampiero Maglia e la moglie, Silvia Ciaroni, sua preziosa collaboratrice e conduttrice di un’attività peculiare che sarà oggetto di nostro interesse in un prossimo numero della rivista. Gli abbiamo chiesto innanzitutto qual è il rapporto dei cittadini bolognesi con l’antiquariato e con l’arte antiquaria.
I bolognesi comprano arte, quadri e sculture, antichità e, in particolare, arte antiquaria. Alcuni sono interessati, altri appassionati, anche per tradizione familiare. Chi può, consolida un patrimonio, di solito consistente, ricevuto da avi, con eredità che in alcuni casi, come spesso mi accade di verificare personalmente, possono essere anche molto forti. Alcune collezioni, che ho occasione di vedere nel corso della mia attività, sono da considerarsi veramente molto belle. La competenza e il gusto dei cittadini, tuttavia, soprattutto di coloro che possono investire, non sono sempre all’altezza della propensione all’acquisto e occorre pertanto un orientamento. Soprattutto, il mercato bolognese, in particolare dei compratori, risente talvolta di un certo provincialismo, cioè privilegia un gusto caratterizzato da tendenze locali, verso cui sembra esserci un interesse maggiore, forse anche per retaggio storico o familiare, e mobili e oggetti di alcune epoche, come il Settecento, l’Ottocento e, a seguire, il Seicento.
I collezionisti e gli appassionati, come i singoli compratori, si recano spesso da voi per parlare, per orientare e per affinare sempre più il loro gusto e talvolta queste conversazioni si concludono con l’acquisto. Ciò sottolinea anche l’importanza della parola, oltre che dell’aspetto visivo, e l’arricchimento dato da una conversazione esperta, nel suscitare o nel confermare l’interesse dell’interlocutore, che può tradursi anche in acquisto.
I non pochi bolognesi interessati a questo mercato dimostrano una considerevole umiltà, che li porta a voler imparare e affinare il loro gusto. Visitano mostre e mostre mercato, anche in altre città, leggono, chiedono, s’informano e tendono a tenere in considerazione il parere del loro antiquario di fiducia. C’è poi il discorso particolare del collezionismo, che impone un interesse costante sia per la materia sia per il mercato, e spesso comporta scambi di oggetti, che esigono una valutazione molto attenta e precisa.
È un ambito in cui la competenza da sola non basta...
Fin da bambino, sono stato sempre sostenuto da grande passione e interesse per l’antichità e per gli oggetti d’antiquariato, così come per il restauro, oggetto dei miei studi istituzionali. Un settore della mia attività a cui tengo in modo particolare è quello delle ceramiche e delle terrecotte, anche murarie, di cui Bologna detiene un primato, grazie anche alla composizione dei terreni che la circondano.
Può dirci qualcosa del rapporto tra il mercato dell’antiquariato e la crisi economica verificatasi in occidente in questi anni?
La crisi è avvertibile, tuttavia, occorre fare un’analisi più accurata per il mercato dell’antiquariato, che si suddivide in una fascia economicamente alta, costituita dalla maggior parte dei compratori, in cui la crisi non si è fatta molto sentire, una fascia piccola, che comprende coloro che fanno di solito uno o pochi acquisti importanti nel corso della vita e che si sforzano di mantenerli, e una fascia intermedia, indubbiamente la più colpita dalla crisi, che ha ridotto molto sensibilmente gli acquisti.
Da qualche anno, tuttavia, per il mercato dell’antiquariato si è aperta una nuova strada: quella di giovani coppie che privilegiano l’arredamento moderno – per ragioni di gusto, di funzionalità e, in particolare ultimamente, di risparmio economico – e si disfano velocemente di eredità antiquarie che non arrivano a collezione, affidandosi al professionista.
In breve, permane l’inscindibilità tra competenza, arte e mercato per la messa a valore degli oggetti artistici e d’antiquariato.