MONTEZUMA, IL CIOCCOLATO E LA SESSUALITÀ

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ordinario di Urologia, Università “Federico II”, Napoli

Il concetto di sessualità, nell’uomo e nella donna, trae con sé aspetti sia scientifici sia d’interesse generale. Amo molto parlare di questi ultimi, che affronto da tempo anche nella stesura di libri come quello che ho scritto con Roberto Gervaso, Eros e coppia. Dalla mandragola al Cialis, o quello che sto scrivendo sull’eiaculazione precoce, sempre con intento divulgativo.

Venendo al tema di questo convegno Cioccolato e piacere (Bologna, 6 marzo 2009), devo dire che il cioccolato è uno straordinario laboratorio d’idee e di ricerca per la medicina. In questa entusiasmante materia c’è molta storia, con tre formidabili attori, uno dei quali è la dopamina, che tra le altre funzioni ha quella di rappresentare una sorta di via del desiderio. Prima del Viagra, una delle sostanze più efficaci in questo ambito era l’apomorfina, che stimolava il desiderio esercitando la sua azione sui nuclei limbici paraventricolari. Dopo essere rimasta in commercio per due o tre anni, l’apomorfina è stata abbandonata perché la sua concentrazione era troppo bassa e non era sufficiente a fornire il livello di desiderio necessario. Quindi siamo passati al Viagra.

In questa sede, è doveroso ricordare che anche il cioccolato ha un “effetto Viagra”; la teobromina innesca il percorso della serotonina, quindi del desiderio; l’ossido nitrico favorisce la vasodilatazione e i flavonoidi, molto presenti nel cioccolato, sono sostanze antiossidanti, contenute anche nel vino rosso. L’ossido nitrico è la sostanza più vasoattiva del corpo umano. Organi d’informazione, comprese molte importanti testate internazionali, hanno recentemente dato rilievo a una scoperta del nostro gruppo di ricerca, mia in particolare, all’Università di Napoli, quella della molecola H2S, o “delle solfatare”, com’è stata chiamata giornalisticamente, quale via alternativa all’ossido nitrico per la vasodilatazione. Sappiamo che l’erezione è un meccanismo molto complesso, essenzialmente vasodilatatorio. Alcune molecole del cioccolato sono straordinariamente adatte a questo fine: la dopamina, che riesce a “colpire” il desiderio, e i flavonoidi, che innescano la vasodilatazione. Quindi, la stessa materia prima, il cioccolato, contiene sostanze che da un lato eccitano il desiderio, dall’altro producono la vasodilatazione. Se assumiamo una compressa di Viagra e leggiamo la “Gazzetta dello Sport”, non succede assolutamente nulla, perché manca l’interruttore, fornito dal testosterone. Se il desiderio non si “accende” attraverso il testosterone, si possono prendere anche dieci compresse di Viagra di seguito, con il rischio di morire per shock ipotensivo, ma non si ha alcun effetto sull’erezione. Il cioccolato, invece, innesca anche il desiderio, con i centri dopaminergici. Nello stesso tempo, attraverso i flavonoidi, favorisce la vasodilatazione.

Ma dirò di più: la sessualità è nella stessa storia del cioccolato. Ho letto un libro molto bello, di difficile reperimento, Historia verdadera de la Conquista de la Nueva España di Bernal Diaz de Castillo, uno degli accompagnatori di Hernan Cortes nella sua spedizione in Messico. Partirono da Cuba in cinquecento e, quando sbarcarono nel Golfo dell’Honduras, Cortes ebbe l’idea di bruciare tutte le venti navi che li avevano trasportati per costringere i compagni di spedizione a rimanere lì e andare a cercare l’oro degli Incas. Quello che poi divenne l’oro degli Aztechi, verso cui Cortes si diresse, era sì il metallo, ed era tanto, ma era anche il cioccolato, quindi anche la sessualità: Montezuma, sovrano degli Aztechi, come narra la leggenda, beveva tante tazze di cioccolato prima di accoppiarsi con una delle sue molte donne. Ma c’è un altro dato: nelle piantagioni i raccoglitori di cacao, pianta che era considerata sacra, non potevano avere rapporti sessuali nei tredici giorni di raccolta. Non solo, ma la cattiva fama che accompagnò inizialmente il cioccolato venne creata dal fatto che i sacerdoti al seguito di Cortes interpretavano il cioccolato come una droga che spingeva alla sessualità, tant’è che il loro primo obiettivo, una volta portato il cacao in Europa, fu quello di “addolcire” il cioccolato con altre sostanze, come lo zucchero, il latte e la cannella, mentre Montezuma lo beveva con il peperoncino e con altre sostanze eccitanti, di cui tra l’altro mi sono occupato nel corso della mia attività scientifica, con particolare riguardo alla nutragenica, una branca della scienza dell’alimentazione che sta diventando sempre più importante.

Ma, tornando alle sostanze che compongono il cioccolato, vorrei ricordare gli endocannabinoidi, presenti anche nella cannabis, nella marijuana, che in qualche modo danno un ulteriore contributo energetico, la famosa vis che occorre prima di una prova importante. Circa tre anni fa, è stato compiuto uno studio da parte della Società europea di Medicina della sessualità, in cui è stato paragonato un gruppo di donne che assumeva cioccolato con un altro che non lo assumeva. Ebbene, nel primo gruppo l’attività sessuale aumentava del 75 per cento. Questo vuol dire che l’attività sessuale è sempre legata anche al desiderio. Nello stesso tempo, il cioccolato ha anche un effetto dopaminergico, rilassante: il cioccolatino che si trova sul comodino dell’albergo o quello offerto sull’attuale treno veloce Freccia Rossa ha un effetto rilevabile. Se osserviamo i nostri dirimpettai in viaggio sulla carrozza ferroviaria, vediamo che ciascuno di loro ha una differente modalità di assunzione e di consumazione del cioccolato, ma in tutti c’è una grande espressione di benessere. L’azione dopaminergica è infatti una delle più veloci fra quelle che si realizzano nel corpo umano: bastano due o tre minuti. Ecco quindi spiegato anche questo effetto del cacao, che, attraverso la dopamina, espleta la sua azione sui centri dopaminergici del piacere. Il cioccolato ha poi un’azione importante sia sul pene sia sul clitoride che, com’è risaputo, ha la stessa struttura del pene: si sviluppa all’esterno per circa due o tre centimetri, ma per altri quattro o cinque permane all’interno, nella cosiddetta zona intracrurale. L’ossido nitrico, che determina l’erezione nell’uomo, lo determina anche nel clitoride della donna. Pertanto, l’azione del cioccolato sulla sessualità riguarda sia l’uomo sia la donna, ma, tengo a sottolinearlo ancora, sempre unita al controllo centrale. Un altro aspetto estremamente importante è dato dalla componente di teobromina del cioccolato, sostanza del gruppo delle xantine, come la caffeina del caffè e la teofillina del the, in percentuale molto elevata, che dà un senso di tensione e di attenzione, soprattutto quando è legata all’attività lavorativa.

Noi oggi parliamo sempre più di medicina della sessualità, abbandonando così termini per tanto tempo estremamente castiganti, come quello d’impotenza. Si parla sempre più spesso non solo dell’uomo o della donna, ma della coppia. Effettivamente, il problema non è dell’uomo o della donna presi singolarmente. Ormai, per esempio, il 25 per cento degli uomini che si recano a una visita medica è accompagnato dalle partner, e sempre più la donna è proattiva nei riguardi del maschio che ha problemi di erezione. Sempre più vengono a chiedere un consulto anche i giovani, e stiamo notando che la via della droga è spesso innescata da problemi relativi alla sessualità. Una delle cause principali di questo fenomeno risiede nell’insufficienza, più spesso nella mancanza, di un’educazione sessuale nelle scuole, soprattutto nella fascia di età più critica, dai dieci ai tredici anni. Le donne in questo senso sono favorite, perché le madri accompagnano precocemente le figlie dal ginecologo, mentre gli uomini non hanno uno specialista di riferimento: l’urologo e l’andrologo hanno cominciato a configurarsi come tali soltanto di recente. Ma, per il maschio, c’è un altro problema molto importante: la mancanza sempre più rilevante di una figura come quella del pater familias e il permanere di un senso di pudore che impedisce qualunque forma di educazione sessuale da parte del padre. Non c’è, insomma, quella complicità che, invece, è solita nascere tra madre, figlia e ginecologo. Oggi, i rappresentanti di quello che una volta era definito “sesso forte” fanno parte di quello che può essere definito “sesso più debole”, almeno rispetto alla sessualità.

Quindi, in conclusione, una delle strade migliori forse sarebbe quella di mettere tra l’uomo e la donna un bel vassoio di cioccolatini sul comodino la sera. A parte la battuta, ribadisco che il cioccolato, per noi ricercatori, è un concentrato di meccanismi biochimici di straordinario interesse. Il povero Montezuma, prima di essere colpito dalle frecce dei suoi consanguinei mentre veniva portato a chiedere la pace agli spagnoli, aveva preso le sue solite dieci o venti tazze di cioccolata: speriamo che almeno sia morto felice.