CRISI DEI MERCATI FINANZIATI E PROSPETTIVE FUTURE

Qualifiche dell'autore: 
direttore generale Unipol Banca

Intervista di Mariella Sandri

La situazione di crisi che ha seguito i tragici eventi dell’11 settembre si è inevitabilmente riversata sulle principali economie mondiali. Qual è la sua opinione circa l’attuale fase di incertezza che caratterizza le piazze finanziarie mondiali?

 In verità, lo scenario macroeconomico non era roseo già da prima dell’attacco alle torri gemelle; l’economia americana aveva retto grazie ai consumi, ma il clima di fiducia delle famiglie era già deteriorato. Le speranze d’inversione del ciclo erano sostanzialmente basate su di una ripresa degli investimenti.

Anche in Europa l’industria non dava segnali evidenti di ripresa, sebbene la crisi risultava essere meno evidente che negli USA.

Le Banche Centrali hanno reagito dopo l’attacco in maniera concordata, ma le politiche di fondo seguite da Greespan e Duisenberg sono certamente differenti.

La Federal Reserve ha risposto a questo mutato scenario in maniera molto determinata, portando i tassi di riferimento dal 6,50% al 2% in soli 10 mesi.

La Banca Centrale Europea, invece, è rimasta focalizzata sul problema dell’inflazione – ancora superiore alla soglia obiettivo del 2% – piuttosto che sui problemi della crescita economica e quindi non ha voluto attuare una politica particolarmente espansiva.

Nello scenario che lei ha delineato possono trovare spazio previsioni meno pessimistiche di quelle che provengono da vari ambienti finanziari?

Fare previsioni su come evolverà lo scenario mondiale è oggi ancora più difficile visto che sono in gioco variabili non solo economiche.

Di fronte a questa recessione dell’economia USA, analisti e ricercatori cercano ora di capire se si tratti di una crisi strutturale, simile a quella del ‘29 o a quella del Giappone dopo lo scoppio della bolla speculativa degli anni ’80, o si tratti di un semplice rallentamento dell’economia dopo un periodo espansivo che negli USA è durato oltre dieci anni.

La maggioranza degli economisti propende per la seconda tesi ipotizzando, a meno di un’escalation militare su più vasta scala, una ripresa dell’economia già nel primo semestre dell’anno prossimo, quando le politiche monetarie e fiscali espansive dovrebbero dare i loro frutti.

Tuttavia, i risparmiatori sono confusi e la fiducia nei mercati finanziari si è ulteriormente affievolita…

L’atteggiamento dei risparmiatori si giustifica con la presa d’atto che il mercato azionario nazionale è tornato ai livelli di inizio ’98. Gli investimenti finanziari sui mercati esteri sono invece “anestetizzati” dal persistere della negativa congiuntura del Giappone (il NIKKEI si trova ai minimi degli ultimi 17 anni) e dal possibile crack economico e finanziario di paesi come la Turchia e l’Argentina.

Siamo quindi in una fase di mercato ad alta volatilità che ha portato i risparmiatori ad assumere atteggiamenti particolarmente prudenti.

Unipol Banca svolge un’attività di gestione del risparmio nei confronti dei propri clienti potendo offrire propri fondi e proprie gestioni patrimoniali e analoghi prodotti delle principali SGR italiane e estere. Tale attività è risultata condizionata dalla fase congiunturale in atto?

Unipol Banca si colloca tra le banche più sensibili alla gestione del rischio. Tale orientamento ha permesso alla Banca di non trovarsi impreparata. A fronte di alcuni segnali di rallentamento economico abbiamo attuato una strategia di asset allocation difensiva, già prima dell’11 settembre. Questa politica ci ha consentito di agire con l’obiettivo di creare un notevole valore aggiunto per il cliente della Banca, che, di fatto, grazie alla cauta esposizione al rischio, ha visto attutire l’impatto negativo dei tragici avvenimenti sui propri investimenti.

 

Ci pare di capire che tale risultato sia conseguibile laddove esiste un rapporto diretto e consulenziale con il cliente. In tale contesto, quale strategia consigliate alla vostra clientela a tutela dei propri investimenti?

In effetti il rapporto che Unipol Banca offre alla propria clientela tende ad essere preferenziale e personalizzato. Ciò consente al cliente di essere costantemente consigliato nella scelta degli investimenti più vantaggiosi. Questo aspetto si sposa perfettamente con l’atteggiamento di prudente politica gestionale che la Banca ha adottato. In pratica, la valorizzazione del patrimonio della clientela procede di pari passo con una contenuta esposizione al rischio. Tale strategia, siamo convinti, rappresenta la migliore garanzia per il cliente - soprattutto in presenza di andamenti negativi dei mercati finanziari - in quanto punta alla ricerca del valore per gli investitori senza la percorrenza di pericolosi sentieri di carattere speculativo.