PENSIERI E PROGETTI PER MODENA
La politica adottata dal suo assessorato si è sempre basata sul bilancio dell’avvenire, anche se ha sempre tenuto conto della memoria storica: basti pensare alla collaborazione con architetti come Mario Botta o Paolo Portoghesi, che valorizzano nelle loro opere la combinazione fra tradizione e invenzione. Inoltre, attraverso il cosiddetto Laboratorio della città, è cambiato l’approccio alla programmazione urbanistica, che ha visto coinvolti i cittadini e l’università, al punto che da varie città docenti e ricercatori sono stati invitati non solo a intervenire nei convegni e nei festival di architettura e urbanistica, ma anche a redigere progetti per aree specifiche della nostra città, dando così un contributo alla dissipazione di ogni provincialismo. Ma quali sono i progetti avviati e le trasformazioni principali che attendono la città di Modena nei prossimi anni?
L’importante lavoro di ricerca che abbiamo compiuto sulla nostra città in questi anni con i cittadini e varie università è riepilogato nella pubblicazione Modena guarda lontano… Pensieri e progetti per la città, che riguarda sia il recupero – compresi alcuni interventi di riqualificazione di aree del centro storico, a partire dalle piazze principali (Mazzini, Roma e Matteotti) sulle quali abbiamo chiesto la collaborazione dell’architetto Mario Botta –, sia l’espansione sul nostro territorio, e che proponiamo alla città per il futuro. Ci siamo concentrati sul prossimo piano regolatore della città, che è stato recentemente aggiornato, ma che di fatto risale al 1989, vent’anni fa. Adesso che è venuto il momento di proporne uno nuovo, che guardi al futuro del nostro territorio, si apre una fase di confronto non facile, perché le opinioni sono molteplici, ma ci auguriamo che il dibattito sia serio e nel merito. Su alcuni punti credo che tutti gli interlocutori siano assolutamente d’accordo: innanzitutto è necessario pensare con attenzione a come recuperare e riqualificare le parti della città già costruite, mentre per le aree dedicate allo sviluppo e all’espansione della città si dovranno utilizzare metodologie nuove, dal punto di vista urbanistico ed edilizio, che portino al minor spreco possibile di territorio, considerato che, negli ultimi trent’anni, abbiamo concepito l’espansione della nostra città con criteri che hanno utilizzato molto più territorio di quanto non fosse necessario.
È la prima occasione che abbiamo, al di fuori del centro storico, di creare le stesse condizioni che hanno reso il centro storico quel luogo magnifico e magico, che è il risultato di un processo di stratificazione e di ricostruzione che, secolo dopo secolo, ci ha consegnato il meglio dell’operare virtuoso di urbanisti e architetti. Abbiamo l’occasione di rifare la stessa cosa fuori le mura. L’abbiamo già fatto con il primo intervento di recupero urbano della nostra città, uno dei primi grandi recuperi nella nostra regione, quello della Fascia Ferroviaria dove, cessate le attività industriali che erano cresciute agli inizi del secolo scorso intorno all’asse ferroviario e dismesse le aree, si è creata l’opportunità di costruire un nuovo pezzo di città, cercando allo stesso tempo di salvaguardare alcuni significativi elementi di natura architettonica, storica e tipologica che l’avevano caratterizzata.
Dunque oggi stiamo costruendo una parte nuova di città, che non vuole essere semplicemente periferia, ma vuole svolgere un ruolo attivo nella vita cittadina, puntando su luoghi collettivi importanti e un mix di funzioni che riguardano la residenza, le attività artigianali, terziarie e commerciali. Questa è la filosofia che ci ha guidato anche per gli interventi in altre aree, come l’ex Mercato Bestiame, le Vinacce e la zona delle ex Acciaierie, tutti progetti in corso.
La prima proposta alla città sarà quella di avviare un secondo grande piano di recupero, dove ancora una volta sarà protagonista la ferrovia, che si sposterà dalla sua sede storica. Il primo progetto riguarda la riconnessione del territorio, tra la Madonnina e il Villaggio Artigiano, un processo che si focalizza sulle nuove modalità di costruzione intorno all’asse della ferrovia dismessa, che vogliamo rimanga una infrastruttura strategica, destinata al trasporto pubblico locale. Cerchiamo di essere virtuosi e di mettere a disposizione un trasporto pubblico ad alta efficienza attorno al quale riorganizzare un pezzo di città. Per quanto riguarda il Villaggio Artigiano, dovremo redigere un apposito progetto per definire le modalità di trasformazione e le regole che consentono il mantenimento dell’insediamento artigianale accanto a nuove attività di carattere terziario e alla residenza.
Gli altri grandi interventi di recupero sono rivolti alle due stazioni ferroviarie (Stazione Centrale e Stazione Piccola). Per quanto riguarda la Stazione Centrale, verrà spostato lo scalo merci e si aprirà l’opportunità di creare il centro pulsante della mobilità della nostra provincia. Per questo motivo abbiamo previsto che in quella zona sarà collocata la stazione delle autocorriere, così che in un unico punto avremo la possibilità di arrivare e partire con tutti i mezzi di trasporto pubblico: l’obiettivo finale è quello di aumentare la frequenza sulla tratta Modena-Bologna, sfruttando anche il progetto della città di Bologna di collegamento della stazione dei treni con l’aeroporto Marconi e con il Fiera District. Contemporaneamente sarà anche l’occasione per riconnettere la zona della città a nord della ferrovia con quella a sud, in modo che si possa accedere al centro storico attraverso un percorso di qualità dal punto di vista urbanistico ed edilizio. Altrettanto sarà fatto per la Stazione Piccola, dove è previsto un progetto di potenziamento del collegamento ferroviario con Sassuolo e il suo comprensorio di notevole interesse. L’unico ostacolo sono le intersezioni con la viabilità cittadina e per questo motivo è contemplata la soluzione dell’interramento della ferrovia almeno fino a Via Panni. Sarà quindi avviato un grande progetto infrastrutturale di ammodernamento della ferrovia, che verrà sostenuto economicamente attraverso la valorizzazione delle aree della stazione inutilizzate e degradate. Un’opera che, anche dal punto di vista architettonico e paesaggistico, dovrà essere importante e dovrà cogliere l’occasione di assestare il collegamento tra il centro storico e il Parco della Resistenza, il secondo grande parco di Modena.
Questi sono i progetti principali, seguiti da progetti minori, come la riqualificazione dell’area delle scuole Marconi e dell’ex polisportiva Villa d’Oro. Tutte zone interessate a un grande progetto di recupero che stiamo definendo in queste settimane e che abbiamo intenzione di presentare al Consiglio e alla Regione in tempi brevi.
Lei ha fatto spesso appello all’esigenza di una collaborazione costante tra amministrazione e sovrintendenza, nell’opera di recupero del centro storico e dei beni vincolati. In questi anni è cambiato qualcosa nella collaborazione?
Inoltre, in che modo lo sviluppo di progetti di valorizzazione dei beni culturali potrebbe dare avvio ad attività che favoriscano anche iniziative di giovani in questo settore? Esistono opportunità per sfruttare il ritrovamento di reperti archeologici e creare nuovi percorsi turistici per attirare nuovi visitatori nella nostra città?
Nei rapporti con la sovrintendenza, qualcosa è cambiato in modo positivo, ed è doveroso un ringraziamento anche alla vostra associazione e agli incontri che avete organizzato con la vostra rivista: sono state utili occasioni di confronto e di grande interesse, che hanno stimolato una predisposizione a confrontarci con più serenità e con maggiore conoscenza dei problemi, delle esigenze e di tutte le caratteristiche degli interlocutori. Oggi sono molto soddisfatto del rapporto che abbiamo con la sovrintendenza, il livello di collaborazione è cresciuto, sia con la Sovrintendenza ai Beni archeologici sia con quella ai Beni architettonici e con la Direzione Generale. In questo periodo, per esempio, stiamo affrontando uno degli interventi più importanti per la nostra città, il Novi Park, il parcheggio interrato che stiamo costruendo nel parco Novi Sad, sul quale stiamo collaborando con intensità straordinaria. Lo scavo al Novi Sad è una grande occasione di ricerca e di studio da parte della Sovrintendenza e ha portato ad aumentare il livello di conoscenza della storia della nostra città: stanno emergendo elementi interessanti che potranno essere valorizzati in un secondo momento, perché questo nuovo approccio ci sta portando da una parte a creare le opportunità per un’analisi e uno studio di carattere storico culturale, dall’altra nuove condizioni per ragionare insieme su come valorizzare i ritrovamenti che emergono durante il percorso. Non sappiamo ancora come la Sovrintendenza vorrà valorizzare ciò che è stato riportato alla luce, però stiamo discutendo la possibilità di collocare questi ritrovamenti all’interno del parco Novi Sad, così da costituire un’attrattiva sia a livello di analisi e studio sia a livello turistico. Credo che sia un modo molto proficuo per completare una fase di lavori importanti, che può portare un’opportunità di conoscenza per i cittadini e per quanti sono interessati all’arte, alla storia e all’archeologia. Lo stesso discorso è valido per Piazza Roma, dove abbiamo ritrovato il muro romano delle origini della nostra città.
Sicuramente, sono elementi che possono portare una maggiore attrazione turistica e diverse occasioni di lavoro per i giovani. Siamo consapevoli che questo progetto da solo non è sufficiente a produrre un afflusso turistico sulla nostra città di dimensioni notevoli, però si sta lavorando a una serie di iniziative che possono creare condizioni per un’interessante opportunità di visita alla nostra città, ad esempio con il Museo Casa Natale Enzo Ferrari, con il Museo Pavarotti e con un’ulteriore capacità di mettere a disposizione il patrimonio storico culturale e enogastronomico della nostra città. Questo insieme può creare l’occasione e l’opportunità di produrre un’offerta di Modena di grande interesse. Siamo certi che il numero di visitatori della nostra città possa aumentare e diventare di conseguenza occasione di impegno e di lavoro per tanti giovani.