LA BATTAGLIA, LE DONNE E LA SCRITTURA NEL NORDEST DELL’INDIA
La collana da lei diretta alla casa editrice Zubaan, di Nuova Delhi, pubblica le opere di scrittrici che si occupano dei problemi delle donne nelle aree interessate da conflitti bellici e delle conseguenze che questi conflitti hanno per le donne…
Sì, soprattutto nel Nordest dell’India, i conflitti con il governo indiano durano da oltre cinquant’anni, da quando abbiamo conquistato l’indipendenza dagli inglesi, perché queste regioni non si considerano parte dell’India. Per sedare le ribellioni, il governo indiano manda l’esercito e bombarda queste zone, molto distanti da Nuova Delhi e quindi dall’attenzione dei media nazionali, che ne parlano pochissimo.
Nello stato del Manipur, per esempio, anche se è stata firmata una tregua fra il governo indiano e i ribelli, le milizie possono fare irruzione nelle case in qualsiasi momento e, con il pretesto di effettuare controlli, possono violentare e uccidere le donne.
Per questo la nostra casa editrice ha voluto dare voce alle donne scrittrici che vivono in queste aree. Le donne attiviste hanno avuto un ruolo importante nel promuovere i diritti umani in India, spesso diventando l’obiettivo di attacchi da parte dello Stato. Durante le manifestazioni, le donne sono spesso isolate in modo da poter essere molestate e maltrattate dagli agenti di polizia, e persistono forme di tortura sessuale: oltre allo stupro, molte testimoniano di essere state colpite sui genitali in modo da non riportare lividi visibili.
Tra i libri che abbiamo pubblicato di recente, ce n’è uno di poesia di una giovane donna che sta facendo lo sciopero della fame e della sete da nove anni, è tenuta in cattività dal governo, il quale decide chi e quando deve incontrarla, oggi è molto debole fisicamente ma molto forte intellettualmente, perché ha un coraggio tremendo, è diventata un simbolo di protesta, è molto sostenuta dalle donne e da tutti i movimenti d’indipendenza che sono nati attorno a lei. È chiaro che il governo non può permettersi che lei muoia, perché si scatenerebbe una sommossa popolare in tutto il paese.
Un altro libro recente che narra di conflitti è una raccolta di racconti brevi, sono storie vere scritte da una donna che ha deciso di dare voce a quanto è accaduto negli anni cinquanta, sessanta e settanta, quando i villaggi furono distrutti e bruciati. Dà voce a persone che non sono ascoltate da nessuno, nessun editore voleva pubblicare queste storie.
Apprezziamo molto il vostro lavoro, è un atto di audacia, anche perché molti editori addirittura non ammettono che in India ci siano scrittori dissidenti: “L’India è una democrazia – precisano – come possono esserci dissidenti?”…
Ovviamente, l’India è una democrazia e le persone godono della libertà di parola, ma tutto dipende da quanti aspetti e fatti svelano riguardo la zona in cui vivono, perché le differenze sono enormi. Il sistema di trasporti, lo sviluppo dei collegamenti è molto debole ancora oggi, magari non in tutta l’India, ma nelle regioni più isolate il sistema di comunicazioni non è ancora ottimizzato, per questi motivi è difficile per le persone che vivono in quelle zone far sentire la loro voce e far conoscere la loro storia. Oltre alle regioni del Nordest, anche alcune zone nel cuore dell’India e altre che confinano con la Cina sono troppo lontane per essere prese in considerazione. Sono zone di difficile accesso. Se gli stessi cittadini indiani vogliono andare nel Manipur, per esempio, devono richiedere un permesso speciale al governo indiano, che non ha una validità limitata, ma è necessario per recarsi in quella regione. Gli indiani si vedono diversi gli uni dagli altri e questo crea problemi. Allora, è vero che l’India è una democrazia, in cui tutti sono uguali, ma è anche vero che alcuni sono più uguali di altri.
In queste regioni, la religione e le tradizioni hanno un’influenza sulla vita delle donne?
No, le tradizioni di queste regioni sono più progredite di quelle induiste, perché sono società tribali in cui le donne hanno una maggiore considerazione, addirittura rispetto agli uomini: in una di queste tribù, per esempio, è la donna, la figlia minore della famiglia, a ereditare.