Comunicazione

  • Dopo gli interventi dei relatori che mi hanno preceduto in questo dibattito (Non è vero ma ci credo, Bologna, 29 aprile 2010), mi resta solo da aggiungere qualche nota a margine.
    Gabriele Canè ha ripreso il tema della lapide imbroglio, che in via Fani ricorda Aldo Moro, senza dire da chi sia stato ucciso. Nel mio libro Non è vero ma ci credo (Spirali), parlo anche della statua di Moro che vidi a Maglie e che mi colpì perché gli spuntava dalla tasca “L’Unità”. Rimasi assolutamente senza parole: se c’è un uomo alternativo al mondo comunista è proprio Moro, e mettergli

  • Per parlare di uno dei punti nodali della riflessione mondiale – il rapporto tra scienza, finanza e mercato, da una parte, e quello tra libertà e etica, dall’altra – parto da una citazione di Aristotele, uno dei passi iniziali della Politica: “Chi per le sue qualità intellettuali è in grado di prevedere per natura comanda ed è padrone, mentre chi ha doti inerenti al corpo per natura deve essere comandato ad esercitarle ed è naturalmente schiavo”. Poi Aristotele prosegue: “L’uomo è animale più socievole di ogni ape o di ogni altro animale che viva in greggi. Infatti, la natura non

  • Partiamo da lontano. L’uomo che definiamo civilizzato – abitante cioè, nella polis, la città, all’inizio scongiuro contro la sylva, la selvaggeria senza luoghi e senza dei: l’uomo inventore dell’agricoltura, della domesticazione e dell’allevamento degli animali, della divinità e soprattutto del potere e della sovranità – è rimasto neolitico, faticosamente intento a elaborare artifici, in primo luogo macchine, per sottrarsi all’angoscia.
    Ma la suprema invenzione del neolitico è stata la favola che è l’affermazione della necessità del potere, lo strumento didattico che

  • Shen Dali

    La Cina sta cambiando e abbiamo diversi indizi per affermarlo. Sta cambiando il giudizio nei confronti degli occidentali, dei gesuiti italiani, per esempio, che hanno avuto un ruolo davvero molto importante in Cina. Basti pensare che Matteo Ricci era considerato un grande reazionario e, nel cuore della rivoluzione culturale, veniva rappresentato all’Opera di Shangai come spia. Ebbene, oggi è stato eretto un monumento in suo onore a Pechino, cosa impensabile fino a qualche tempo fa, ma questa è la dimostrazione che la Cina sta cambiando. L’Italia aveva una sola concessione coloniale in Cina

  • Dong Chun

    Vivo a Parigi da oltre dieci anni e constato che l’immagine della Cina in occidente non è ancora molto favorevole. Della Cina si afferma in maniera affrettata che è un paese chiuso e senza libertà, che vive ancora nella miseria ma che, nei settori in cui si sviluppa, rappresenta una minaccia.

  • Durante il suo recente viaggio a Shangai, quali impressioni ha tratto dal confronto fra due paesi, per quanto così distanti e differenti fra loro, come l’Italia e la Cina, e che cosa può dirci della percezione che gli imprenditori cinesi hanno dell’Italia e dell’Europa?
    È difficile generalizzare. Così come non esiste un pensiero unico da parte degli imprenditori italiani, non esiste il pensiero unico di quelli cinesi. Volendo azzardare: la percezione che gli imprenditori cinesi hanno dell’Italia è molto sfocata. È una piccola regione che fa parte di un insieme (l’Europa),

  • Quali sono stati i riscontri per il Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi al Vinitaly, la più grande vetrina del mondo per il settore vinicolo?

  • Durante il regime di Sadat, nel 1981, lei è stata imprigionata per le sue battaglie e i suoi scritti sulla situazione delle donne nelle società arabe e, in modo particolare, in quella egiziana. Da allora, il suo nome compare su una lista di condannati a morte emanata da alcune organizzazioni terroristiche. Oggi vive negli Stati Uniti, e allo Spelman College di Atlanta insegna, come professore visitatore, creatività e dissidenza. Che relazione c’è tra questi due termini?

    Quando le leggi che governano la società in cui si vive sono ingiuste, non bisogna assoggettarvisi:

  • Qualche tempo fa ho intervistato per una emittente radiofonica uno tra i più interessanti intellettuali italiani, Francesco Saba Sardi, che mi ha sorpreso quando ha avvertito che non sarebbe stato al gioco della domanda e della risposta con cui spesso il giornalista tenta di trasformare l’autore nel personaggio che crede di conoscere già. È stata una tra le interviste più interessanti che mi sia capitato di fare. L’interlocutore era divenuto d’un tratto ignoto: in questo modo ho potuto incontrare lo scrittore, non il personaggio. 

  • Fino a qualche anno fa, nelle piccole e medie aziende, che non avevano bisogno di gestire una grande mole di informazioni, spesso si pensava che l’informatica fosse un costo necessario, anziché un investimento strategico. Quanto ancora oggi è diffuso questo pregiudizio e in che modo la Massarenti Franco S.r.l. contribuisce a sfatarlo?