Comunicazione

  • Il Lions Club Bologna Archiginnasio non avrebbe potuto essere insensibile al convegno di questa sera e per questo ha offerto la propria collaborazione organizzativa. Infatti, la denominazione del nostro club ben evidenzia il legame con questa prestigiosissima struttura che è l’Archiginnasio e la cui edificazione, come sappiamo, è stata voluta proprio da Carlo Borromeo nel periodo in cui è stato legato pontificio a Bologna.

    In anni precedenti, il nostro club ha dato importanti contributi all’Archiginnasio, sia per il restauro di alcune formelle deteriorate dal tempo e dagli eventi

  • Sono grato a Caterina Giannelli, organizzatrice di questa straordinaria serata insieme con il Lions Club Bologna Archiginnasio, di darmi l’opportunità di un saluto a quanti sono convenuti stasera all’Archiginnasio. Le sono grato di leggere queste poche righe, perché la mia voce non sarebbe stata in grado di fare altrettanto. E sono grato agli organizzatori di questo incontro per avere dato a Bologna l’opportunità di scoprire un bolognese illustre come san Carlo Borromeo. Dico scoprire e dico bolognese, perché anche un petroniano doc come me, che qui è nato, che qui ha avuto l’

  • Due degli stemmi dei legati pontifici, vice legati e governatori – succedutisi alla guida della nostra città in circa trecentocinquant’anni – dipinti nella Sala Urbana (o Sala degli Stemmi) del Palazzo d’Accursio a Bologna, appartengono a san Carlo Borromeo, che fu legato pontificio di Bologna ben due volte. Il primo stemma recita: “San Carlo Borromeo Cardinal, nipote di Papa Pio IV, legato 1560”. Nel secondo si legge: “San Carlo Cardinal Borromeo, di nuovo legato, 1565”. La data che c’interessa è il 1560: il 16 aprile fu nominato e il 10 giugno prese possesso della carica. È opportuno

  • Confcommercio Modena si è sempre distinta per la valorizzazione dell’incontro e di tutto ciò che rende una città viva e in salute, in ambiti che vanno dalla formazione alla valorizzazione delle piccole e medie attività di cui avete accompagnato la crescita, ai progetti per il centro storico. Oggi però, in un’epoca in cui ciascuna città deve giocare la sua partita in uno scenario globale, quali sono le vostre proposte per Modena?

  • Prima del 2004, quanti disabili erano costretti al silenzio, non potevano esprimersi né con le parole né con la scrittura. Con la sua invenzione rivoluzionaria, il FaceMouse, oggi ciascuno può pilotare il cursore del mouse – con i movimenti del capo o di qualunque parte del corpo che il disabile controlli, dinanzi a un’economica telecamera collegata al computer –, per comunicare, scrivere, studiare, lavorare, navigare in internet, giocare e addirittura creare programmi informatici, come ha fatto lei, nonostante le difficoltà fisiche che l’accompagnano fin dalla nascita…

  • Quali sono le “ragioni di salute” che ha incontrato La Maison du Monde lungo il suo itinerario nel settore immobiliare?

  • L’ambito dell’istruzione e formazione privata sta assumendo una connotazione positiva e incoraggiante: sfatati i pregiudizi che il termine privato in relazione alla scuola sia sinonimo di politiche educative confuse e distanti dalle linee guida caratterizzanti il pubblico, giovani imprenditori della scuola privata si sono affacciati al mondo dell’istruzione e hanno saputo dare un’impronta di serietà e affidabilità decisamente nuovi.

  • Come si scrive la storia? Chi la scrive? E con quali strumenti? Ce lo racconta Paolo Pillitteri nel suo bel libro, pubblicato da Spirali, Non è vero ma ci credo. Immagini, simulacri e inganni, in cui illustra casi eclatanti di manipolazioni fotografiche e cinematografiche, talora note, spesso mai raccontate, ma sempre talmente false da sembrare vere e entrare nei libri di scuola. Come, per esempio, la foto simbolo della rivoluzione d’ottobre, l’Assalto al Palazzo d’Inverno nel 1917 o la foto sulla breccia di Porta Pia, fino alla propaganda cinematografica del ventennio fascista e

  • Voltaire diceva che la storia è il racconto di fatti ritenuti veri, mentre le fiabe sono il racconto di fatti ritenuti falsi. Non è sempre così, la storia è scritta almeno due volte, la prima dai vincitori, la seconda da chi vuole fare luce su vicende più o meno oscure, ma soprattutto deformate dalla propaganda. Purtroppo, ancora oggi non manca chi usa la storia come ancella della propaganda a tempo pieno.

  • Sono rimasto molto colpito dalla dovizia di particolari con cui sulla lapide dedicata alla Svolta della Bolognina, come ha sottolineato Marco Poli, si ricorda come Occhetto abbia “liberato l’Italia e unito le due Germanie”, tanto più se penso, per contrasto, a un’altra lapide: quella dedicata ad Aldo Moro in via Fani. Chi la legge, non capisce di cosa sia morto, per un raffreddore o perché travolto da un’Ape che distribuiva il pane; si sa solo che è morto, ma non si dice se ci sia stato qualcuno che ha causato la sua morte.