Politica

  • “Perché osservi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello e non scorgi la trave, che è nell’occhio tuo? E come puoi dire al tuo fratello: «Fratello, permetti che io ti levi la pagliuzza che è nell’occhio», non vedendo la trave che hai nel tuo occhio? Ipocrita! Leva prima la trave dal tuo occhio; ed allora vedrai di togliere la pagliuzza, che è nell’occhio del tuo fratello”.

     

    (Matteo, 7, 1-5)

     

  • Sono lieto di proseguire il dibattito intorno al mio libro proprio qui a Bologna insieme a Carlo Monaco, però con lui voglio ringraziare Sergio Dalla Val per la passione e la cura che ha messo nell’organizzazione, e poi Carlo Frateschi, Francesco Montanari e Sergio Mattia, perché ci danno un’occasione per intersecare ulteriormente delle esperienze.

  • Ringrazio gli organizzatori di questo incontro di Bologna, che segue a una prima serie di presentazioni del mio libro Il viaggio dell’avvenire in diverse città, in cui ritenevo fosse esaurita l’attenzione del pubblico. Non credevo che potesse avere un tale successo. È curioso che impiego tanto tempo per scrivere un libro per gli studenti e, invece, da una conversazione tra amici in due giornate nasce un libro così che subito trova un pubblico molto vasto e addirittura un nuovo interesse dopo i fatti di Genova.

  • Il problema della scienza e della tecnologia è fondamentale, anche per modificare la situazione sociale, e nutre la speranza della comunità, anche se noi siamo abituati a pensare alla scienza e alla tecnologia della guerra, poiché la guerra ha sempre comportato un grande sviluppo della scienza e della tecnologia. Il riflesso dello sviluppo scientifico e tecnologico si può vedere sicuramente sul miglioramento del tenore di vita delle popolazioni del mondo intero, anche se il quindici o il venti per cento della popolazione possiede l’ottanta-ottantacinque per cento dei beni della terra.

  • Fin dalle origini dei tempi, la filosofia discute se la realtà è ferma o si muove, se l’essere è o tutto diviene, cioè se debba essere prevalente una visione statica del mondo, dell’universo, oppure se si debba considerare il mondo come un grande sistema dinamico. L’interrogativo, applicato alla vita degli uomini, cioè alla categoria dell’etica, immediatamente diventa se la vita saggia non sia quella di chi se ne sta immobile, a meditare su se stesso: “Non andare fuori, stai dentro di te” era la direzione indicata da Sant’Agostino.

  • Vorrei ringraziare Aurelio Misiti per avere accolto il nostro invito. Ho avuto l’occasione di leggere il suo bellissimo libro prima di questa presentazione, vista l’amicizia personale con Sergio Dalla Val, che ha collaborato all’organizzazione dell’incontro. Aurelio Misiti è uno dei massimi esperti nazionali in Ingegneria Ambientale, ha fatto una lunga carriera universitaria e all’interno delle istituzioni: è Ordinario di Ingegneria Sanitaria e Ambientale all’Università La Sapienza di Roma, è stato per molti anni presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e, dopo un breve

  • Per ragioni di spazio, dovrò lasciare inevase alcune questioni sollevate dall’intervento di Carlo Monaco, che ho trovato molto discutibile. Ad esempio, non è certo dal 1989 che comincia la presa di distanza critica dell’allora partito comunista italiano dall’esperienza storica e dalla politica corrente sovietica. La reazione del gruppo dirigente del partito italiano al “rapporto segreto” di Khrushchev e al processo di “destalinizzazione” fu essenzialmente quella di un senso di liberazione, anche se accompagnato dallo sconcerto e dall’amarezza per il mito che cadeva: un sentimento forte

  • Sono convinto che un paese, fin quando non è riuscito a prendere coscienza del proprio passato, quindi a digerire, per così dire, il proprio passato, non potrà avere nessun futuro. Settantatre anni di regime sovietico nel mio paese sono riusciti a distruggere l’economia, sono riusciti a distruggere la natura, sono riusciti a ridurre il paese in povertà ma soprattutto sono riusciti a operare la cosa peggiore, ovvero, sono intervenuti in modo distruttivo nella coscienza dell’uomo.
    Esattamente questo deterioramento dell’anima e della coscienza, che si è verificato in seguito a

  • Mi è capitato qualche giorno fa di entrare in un bar e di udire una canzonetta il cui ritornello diceva: “Togli la ragione e potrai sognare.” Mi è sembrato un messaggio rivolto al popolo dell’epoca New Age, ma mi ha posto una questione: perché per sognare bisognerebbe togliere la ragione?
    La mitologia della liberazione è ciò su cui si fonda il soggetto, in particolare il soggetto schiavo che è la forma eminente di soggetto. Il soggetto è sempre il soggetto schiavo che deve liberarsi da qualche schiavitù, che deve affrancarsi; e la stessa mitologia politica che fomenta la liberazione

  • Il Nord e il Sud, rappresentati come luoghi, sembra siano in guerra. In una mitologia germanica, soprattutto illuministico-romantica, il nord, solare e civile, è visto in opposizione al sud, oscuro e barbaro. Dove conduce questo modo di affrontare la questione? Alla guerra. Il nord e il sud, posti in relazione tra loro, escluso il terzo, l’Altro, si trovano agli opposti, nel conflitto gnostico tra il bene e il male. E la guerra diviene infinita perché ognuno dei due poli crede di incarnare il bene in lotta contro il male. Una lotta mortale e mortifera. Questa dicotomia manicheistico-