Cervello dell'impresa

  • Ognuno, non ciascuno, scommette a ragion veduta. E proprio perché vede, scommette sul probabile. È una scommessa che si rappresenta il bene, lo auspica, lo favorisce. E chi non scommette sul bene, il bene come economia del male? Anche chi scommette per perdere, come accade, scommette per il bene. Su un cavallo? Su un partner? Sul business del momento? È sempre una scommessa sulla padronanza, che afferma un dominio, è la scommessa del padrone sul servo presunto padroneggiare un sapere, quindi presunto vincere. Lo dimostra Socrate: cosa c’è di più probabile, cosa si può

  • La narrazione e il racconto sono costitutivi del viaggio. Anche la ricerca è presa nella narrazione, anche il fare. Ciascuno ha la chance di trovarsi in un viaggio narrativo che non gli è proprio. Il conto, il calcolo e il racconto appartengono alla narrazione, con cui il viaggio man mano si scrive. Non a caso Giambattista Basile (1575-1632) intitola la sua raccolta di cinquanta fiabe Lo cunto de li cunti, il racconto dei racconti. Il racconto ha a che fare con il conto. Ciascuno raccontando conta, conta rispetto al progetto e al programma. Nella scrittura di

  • Sono felice e onorata di ospitare a Modena il dibattito con Serge Gavronsky “Words are my life”. La psicanalisi, l’impresa, la scrittura (Corte dei Melograni, 17 luglio 2013). Il mio primo incontro con l’Autore risale al 1993, quando l’editore Spirali mi affidò la traduzione del suo romanzo Il nome del padre, il cui protagonista, un ragazzo di dieci anni, durante una gita con la famiglia, si getta da un dirupo di Les Beaux de Provence. Già nelle prime pagine, trovai la complessità di un testo di grande spessore intellettuale e la semplicità di un romanzo che si legge come

  • Ringrazio il sindaco di Bazzano, Elio Rigillo, che ci ospita in questa prestigiosa sala (Rocca dei Bentivogli, Bazzano, 27 maggio 2013) e ha accolto la proposta di presentare il libro di Sergio Dalla Val In direzione della cifra. La scienza della parola. L’impresa, la clinica (Spirali), come pretesto e base teorica e clinica per il dibattito Vivere senza paura. La crisi e la riuscita.

  • S.E.F.A Holding Group, leader nel settore degli acciai, leghe di titanio e lavorazioni meccaniche su disegno, continua a investire nel territorio in cui opera da anni, nella convinzione che adesso si giochi la partita per il rilancio industriale del paese. Perché non c’è più tempo da perdere?

    Se in Italia non facciamo rete, coinvolgendo il tessuto produttivo del territorio, le singole aziende andranno poco lontano, per questo è essenziale, per esempio nel settore degli acciai, offrire un servizio ben organizzato e all’avanguardia con

  • Il titolo di questo numero della nostra rivista, I dispositivi della riuscita, potrebbe divenire il titolo di un libro dedicato al Gruppo Lameplast: in una precedente intervista (“La città del secondo rinascimento”, n. 46), lei sottolineava proprio il contributo delle “persone che qualificano il Gruppo grazie alla loro capacità, competenza e spirito costruttivo, non solo singolarmente, ma anche in quanto parte di un team che funziona in modo meraviglioso”. In che modo l’imprenditore organizza i dispositivi di riuscita?

  • Qual è l’apporto che l’impresa può dare all’uscita dalla crisi?

    La crisi presente è una crisi dell’Occidente. È stata causata dal debito conseguente all’utilizzo di rilevanti quote di ricchezza spettanti alle generazione future. Questa ricchezza è andata in minima parte in investimenti e in massima parte nel miglioramento del livello di vita, ovvero nel Welfare. È quindi una ricchezza consumata, non più disponibile. Questa crisi si risolve pertanto riducendo drammaticamente il livello di vita o producendo in modo accelerato nuova ricchezza

  • Quando, nel 2002, TEC Eurolab inaugurò l’attuale sede di Campogalliano, con l’intervento dell’allora rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Gian Carlo Pellacani, e il taglio del nastro di Gian Carlo Muzzarelli (oggi assessore alle Attività Produttive della Regione Emilia Romagna), lei sottolineò che, nonostante la forte spinta alla delocalizzazione di quel periodo, non avremmo dovuto temere per la nostra economia, a patto di valorizzare ciò che non è delocalizzabile: il capitale intellettuale…

  • Dal 1965, GB Gnudi Bruno Spa commercializza macchine automatiche made in Italy, con una consulenza capillare e qualificata che ne fa un partner affidabile nel tempo. Quali sono le prospettive per il settore del packaging e dell’industria italiana?

  • Dalle piccole imprese artigiane ai grandi gruppi industriali e agli enti pubblici, nel vostro Centro Servizi possono trovare le risposte a tutte le loro esigenze di registrazione dati, gestione concorsi promozionali, televendite, ricerche di mercato e altre attività che dal 1977 offrite per consentire alle aziende di ottimizzare le proprie risorse interne affidando a voi compiti meno specifici per il loro business…