Edilizia e restauro

  • Il libro di Sergio Mattia L’ambiente, la città, i valori (Spirali edizioni) apre un dibattito che coinvolge enti pubblici e privati impegnati nell’applicazione di criteri di edilizia biosostenibile. Che cosa può dire a questo proposito?

  • Intervista di Anna Spadafora

    Quest’anno la Coop Murri compie quarant’anni e il numero di soci è cresciuto dai dieci del 1963 ai circa ventiquattromila odierni. Qual è stato il contributo che la Coop Murri in questi anni ha dato al miglioramento dell’offerta immobiliare, non solo nella nostra città ma in tutta la provincia?

  • Intervista di Anna Spadafora

    Possiamo intendere la città come ciò che si scrive e resta del viaggio della vita? E quali contributi può dare il corpo a tale scrittura?

  • Intervista di Anna Spadafora

    Nel dibattito che si è tenuto a Bologna intorno al libro di Gianni Verga Come avere cura della città (Spirali ed.), è emersa da più parti l’esigenza che in Italia prenda slancio finalmente una spinta propulsiva, dopo anni in cui sembrava che dovesse essere conservato tutto. Lei ritiene che occorra maggiore flessibilità nel restauro o nella conversione di aree industriali dismesse, per esempio?

     

    La flessibilità intesa soprattutto in termini di adattabilità

  • Questo numero prende spunto dal dibattito suscitato a Bologna e in altre città dalla pubblicazione del libro di Gianni Verga, Come avere cura della città (Spirali), e ne propone, tra gli altri, alcuni testi. Più che commenti al libro, sono testimonianze, proposte, programmi di protagonisti dell’impresa che è più implicata dalla città: amministratori, urbanisti, ingegneri, architetti, impresari, qui interpellati in uno statuto intellettuale, non professionale o di categoria. In particolare, amministratori e imprenditori di Milano, Bologna e Parma che, dopo le elezioni, si trovano a

  • Quattro anni fa, quando c’è stato il cambio dell’Amministrazione, Parma partiva da una situazione che il Sindaco stesso aveva definito di letargo: una città ricca e opulenta, una città che si era addormentata, che viveva di eredità, un’eredità che però stava consumando. Ci trovavamo in una situazione di grossa difficoltà, perché la città dei luoghi – Verga fa una distinzione tra la città dei luoghi e la città dei tempi –, intesi anche come luoghi fisici e infrastrutturali, era molto indietro. A titolo di esempio, ci sono voluti trent’anni per pensare di chiudere l’anello

  • Milano

    Fra le tue pietre e le tue nebbie faccio

                   villeggiatura. Mi riposo in piazza                                

    del Duomo. Invece di stelle                                       

    ogni sera s’accendono parole.                                    

    Nulla riposa della vita come                                      

  • Intervista di Anna Spadafora

    Dalla testimonianza che emerge leggendo il suo libro, Il più bravo degli asini, nell’impresa che costruisce valore importano soprattutto gli uomini che fanno l’impresa. In che modo l’esempio giova alla direzione di un’impresa verso la qualità?

     

  • Vorrei sottolineare in primo luogo la rilevanza del lavoro di Gianni Verga per la chiarezza con cui viene affrontato il tema della manutenzione e riqualificazione della città. Con il volume Come avere cura della città dimostra ampiamente la conoscenza dei principi dell’economia dello sviluppo sostenibile e, quindi, la propria consapevolezza della necessità di disporre di una classe politica che sappia operare per garantire il miglioramento della qualità della vita non soltanto attraverso l’attuazione di grandi progetti ma soprattutto mediante un insieme di

  • La prima cosa che vorrei dire del libro di Gianni Verga, Come avere cura della città, è che questo libro è dichiaratamente e programmaticamente migliorista. Chi ha i capelli bianchi ricorda con quanto disprezzo veniva usata questa parola nella cultura italiana: io stesso ne sono stato vittima designata, perché per una decina d’anni sono stato accusato di essere migliorista. Qual era la colpa del migliorista? Quella di rinunciare a una trasformazione radicale del sistema, di accontentarsi di piccoli cambiamenti. Solo recentemente si è capito che le alternative al