Agli albori del pensiero greco,
Anassagora notava che l’uomo è il più intelligente degli animali perché ha le
mani. Platone, nel Protagora,
racconta della “perizia tecnica di Atena”, da cui Prometeo imparò
l’architettura, la medicina e l’arte di lavorare i metalli, che poi insegnò
agli uomini. E, secondo Omero, nelle navi dei Feaci “non ci sono timoni […],
esse sanno il pensiero e la mente degli umani”, intuiscono da sole la rotta da
seguire.