Cifrematica

  • La modernità non c’era a Atene, né a Roma, ma neppure a Gerusalemme. Ma senza Gerusalemme, senza Roma e senza Atene non ci sarebbe stata la modernità. Tuttavia, non è stato un filosofo né un sacerdote a instaurarla. Non è stato un filosofo a inventare la scienza, è stato un artista e è avvenuto una volta, è avvenuto in Italia: è lo squarcio, lo squarcio nella repubblica occidentale, è il tempo come squarcio, il tempo come divisione, non più algebrica, non più geometrica. Non c’è più, da allora, l’idea di fine, che debba ispirare e guidare le azioni umane e stabilire un ritorno e intendere

  • Nel catalogo di Alfonso Frasnedi, La materia della felicità. Il contrasto, il dibattito, la tranquillità (Spirali, 1998), troviamo il Progetto di una domenica fra gli alberi, un’analisi dell’impossibile della sintassi e del movimento. L’opera è surdeterminata e l’analisi non si arresta al movimento: in una deriva, in uno scarroccio, in una bolina, siamo forzati controvento.

    Una partitura, su due bande o righi di uno spartito musicale della pittura. Il rigo superiore è mosso da una nuvolaglia inquieta, con varie note d’albero. È un rigo di musica, un polo di colore

  • L’irruzione delle donne nel primo rinascimento procede dall’oggetto della scienza, come scrive Armando Verdiglione nel Giardino dell’automa (Spirali). Con la sacra rappresentazione, con il carnevale sono aboliti la segregazione e i concetti di gregge, di popolo e di soggetto collettivo che avevano bisogno delle donne come segni della differenza sessuale e sociale.
    L’oggetto della scienza, da Leonardo da Vinci in poi, impedisce di chiedersi ontologicamente “Che cos’è?” e, quindi, “Che cos’è la donna?“.
    Chiedersi quale sia l’identità delle donne non s’inscrive nella

  • Il recente forum dal titolo Brainworking. Il cervello dell’impresa (Confindustria Modena, 25 novembre 2005), di cui pubblichiamo in questo numero alcuni interventi, è stato l’occasione per reincontrare Emilio Fontela, che nel 1997, nel libro Sfide per giovani economisti (Spirali), parlò per primo del brainworker,  citando il termine di un programma della Comunità Europea elaborato da R. von Gizycki e W. Ulrich, pubblicato in Germania nel 1988. Già allora risultava uno statuto differente da quello del consulente, dell’esperto, del formatore della sociologia o degli

  • Gli interventi dei relatori e degli imprenditori di questo forum danno testimonianza del cervello della trasformazione, che ignora l’abitudine e trae alla novità. Ciascuno è convocato a questo appuntamento per un interesse prettamente intellettuale e la curiosità intellettuale è la base per l’instaurazione del cervello. Il cervello, infatti, non è naturale e non s’instaura una volta per tutte, ma si nutre della curiosità intellettuale.
    E ciascuno è intervenuto anche per via di un’inquietudine. Non tutto va e tutto funziona, ma qualcosa non va e qualcosa non funziona. Da qui la domanda

  • Quando imperversa la tempesta? Quando l’acqua si abbatte con forza sulla nave? Oppure nell’ora della lucertola, per dirla con Mimmo Rotella? Oppure, quando tutto appare calmo e quieto? O quando sembra che il momento sia venuto per gioire e nient’altro? Nella Bibbia, noi leggiamo di Noè e dell’arca e troviamo due aspetti del diluvio: il diluvio sembra tutto ciò che è supposto fuori della parola, ma viene affrontato proprio nell’arca e con l’arca. E emerge pure l’arcobaleno!

  • Nei quotidiani più diffusi, nel frasario politico, nel discorso mediatico, nelle ricette mediche, ricorre spesso il termine emergenza. Questo termine sembra il lasciapassare per qualsiasi passaggio all’azione, per qualsiasi intervento salvifico. Ci si dimentica che, nell’emergenza, le cose si dicono e che, quindi, l’emergenza è, prima di tutto, emergenza della parola. Ma in che modo l’emergenza non è da trattare socialmente o politicamente? L’intervento  cifrematico dinanzi all’emergenza ha due aspetti: dobbiamo chiederci qual è la ricerca da intraprendere, qual è l'intervento

  • Non c’è politico, giornalista, operatore turistico che non auspichi, esalti, esiga, ostenti tolleranza e ospitalità. In Emilia Romagna, in particolare, vengono date per scontate: gli amministratori pubblici si sono sempre proclamati alfieri della tolleranza, mentre l’industria turistica, dalle città d’arte agli alberghi della riviera romagnola, ha dipinto l’ospitalità come una virtù naturale degli abitanti di queste zone.

    Eppure, proprio in Emilia Romagna, emergono segnali inquietanti: dalla crisi del turismo nella riviera adriatica ai provvedimenti di ordine pubblico, con le

  • Cristina Frua De Angeli è presidente della Fondazione di cultura internazionale Armando Verdiglione. Università internazionale del secondo rinascimento e presidente della Villa San Carlo Borromeo. Protagonista di congressi tenuti nelle principali capitali mondiali in oltre trent’anni, dirige la casa editrice Spirali e il Dipartimento di Brainworking per i dispositivi intellettuali con imprenditori e banchieri.

    Scrittrice e traduttrice, docente di cifrematica, in particolare ha coordinato, diretto e curato il restauro della Villa San Carlo Borromeo e del parco e ora sta allestendo

  • Mostrare, celare. Celare per mostrare meglio, mostrare per celare meglio. Definire l’immagine, manipolarla, epurarla. Vale più la cosa o la sua immagine? A più di mille e trecento anni dallo scontro tra iconoclasti e iconoduli, tra chi proibiva l’immagine e chi l’adorava, quale partita si gioca intorno al valore? Sarebbe immediato rispondere: il potere come tale, quindi invisibile, si rende visibile in valori simulati, espliciti, spettacolari. E l’immateriale dovrebbe divenire la sostanza del valore e dello scontro sul valore: il valore dell’impresa sarebbe il valore della sua immagine