Politica

  • Se in passato il distretto di Sassuolo era prevalentemente labour intensive, oggi i prodotti del settore ceramico sono frutto di grande automazione e capital intensive. In che modo l’amministrazione comunale ha seguito e favorito questa trasformazione?

  • Nel 2007 il surplus commerciale proveniente dai settori delle quattro A – abbigliamento, arredamento, alimentare e automazione industriale – è stato di circa 113 miliardi di euro, un contributo significativo alla bilancia commerciale del nostro paese. Oggi si addensano nubi più fosche, ma è in questi momenti che si fa la differenza. Grazie all’opportunità che mi ha dato il Ministero per lo Sviluppo Economico di seguire il progetto Industria 2015 (in particolare, sul tema Innovazione industriale per le nuove tecnologie del made in Italy), ho incontrato circa cinquecento

  • L’internazionalizzazione del distretto di Sassuolo ha prodotto problemi in termini occupazionali?

  • Dal libro di Lorenzo Jurina emergono tanti aspetti interessanti, ma vorrei partire da quello evocato dallo stesso titolo, Vivere il monumento. Conservazione e novità, che ci ricorda che il monumento deve vivere e deve essere fruito dalla collettività. Potrà sembrare un discorso di parte – rappresentando l’Associazione dei Costruttori –, ma è inevitabile che il monumento, per vivere, debba rendere al proprietario, che non deve essere necessariamente un privato, anzi, in molte occasioni, si tratta di un ente pubblico. Ma anche in questo caso il monumento deve rendere, nel senso che

  • L’Associazione Bologna Capitale prosegue il suo lavoro di elaborazione di una progettualità straordinaria di sviluppo per rilanciare con concretezza e pragmatismo la città di Bologna...

    Il declino di oggi non consente ulteriore stasi e ulteriori rimandi: non possiamo più permetterceli, dal punto di vista sia economico che sociale.

    È indispensabile ideare e attuare un’azione politica e amministrativa che riporti Bologna al rango di eccellenza europea, ed è proprio questo il significato del nostro nome Bologna Capitale.

    Una città di 500.000 abitanti deve

  • Che cosa c’è di più conosciuto, certo, immediato della propria vita? Chi non pensa di poterne parlare con cognizione, obiettività, sicurezza? Chi non ha pronta la ricetta per gestirla? “Voglio vivere la mia vita”, “Devo dare una svolta alla mia vita”, “Adesso la mia vita è nelle mie mani” sono frasi che, volendo sottoporre la vita all’autonomia, la pongono ancora una volta in balia del fantasma di padronanza, ancorché proprio. Ma che cosa comporterebbe prendere possesso e padronanza della vita? Privarla di quel che non può essere padroneggiato, l’apertura, la differenza, la novità, che

  • La vita di una città del terzo millennio esige che quest’ultima non sia un contenitore di cose e persone, bensì un centro di eccellenza internazionale e intersettoriale, com’è stata Bologna nei secoli precedenti. Il declino o l’ascesa di una città è misurabile tramite la propria capacità di attrazione a livello internazionale?

    Oggi l’economia bolognese appare incerta nell’individuare nuovi modelli di sviluppo che pongano al centro il turismo, il terziario e le nuove tecnologie. Il problema di Bologna, inoltre, è che non trattiene le risorse umane che l’università

  • Facendo riferimento alle tre anime dell’attività del restauro, il libro di Lorenzo Jurina, Vivere il monumento. Conservazione e novità, mi porta a considerare alcuni “abiti mentali”: quello artistico-architettonico, palesemente presente; quello diagnostico, di analisi, di derivazione medica; e infine quello storico e storiografico. Non mi soffermo oltre su questi tre abiti mentali, ma, forse per ragioni personali – essendo ingegnere –, vorrei sottolineare quanto sono importanti nel testo di Jurina l’aspetto strutturale e quello impiantistico, che ci pongono di fronte a un’esigenza

  • Nel libro di Zhou Qing, La sicurezza alimentare in Cina, ho trovato alcune analogie con la situazione italiana di quarant’anni fa e, per alcuni aspetti, addirittura di qualche decennio prima.

    Se è vero che tutto il mondo è paese, è ancor più vero che la globalizzazione fa sì che da noi arrivino prodotti alimentari da paesi dove, per questioni di ordine organizzativo ed economico, i mezzi di controllo non sempre sono utilizzati in maniera decisa.

    Occorre dire che qualsiasi prodotto alimentare contiene quantità grandi o piccole di sostanze nocive, ma una sostanza è

  • Leggendo il libro di Zhou Qing, La sicurezza alimentare in Cina (Spirali), si coglie subito come le problematiche inerenti la realtà cinese, rispetto alla sicurezza alimentare, attraversano l’intero globo. La testimonianza di Zhou Qing è molto importante, anche per chi, in un territorio più piccolo, come quello della provincia di Bologna, ha bisogno di approfondire i temi della sicurezza alimentare, che mai sono stati così dirompenti come da quando esiste la realtà dei mercati globali.