Armando Verdiglione

  • Intervista di Sergio Dalla Val

    Può dire ai lettori della “Città del secondo rinascimento” quali sono stati i termini del viaggio in questi trent’anni di cifrematica?

     

    Ho incominciato con un atto arbitrario a instaurare un dibattito internazionale e intersettoriale – in Italia, in Europa e in altri paesi come l’America del Nord, l’America del Sud, il Giappone, Israele e la Russia – e poi anche dispositivi editoriali, sia con libri che venivano curati dalla nostra equipe redazionale sia con

  • “Perché osservi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello e non scorgi la trave, che è nell’occhio tuo? E come puoi dire al tuo fratello: «Fratello, permetti che io ti levi la pagliuzza che è nell’occhio», non vedendo la trave che hai nel tuo occhio? Ipocrita! Leva prima la trave dal tuo occhio; ed allora vedrai di togliere la pagliuzza, che è nell’occhio del tuo fratello”.

     

    (Matteo, 7, 1-5)

     

  • Intervista di Sergio Dalla Val

    Lungi dall’essere un’entità immutabile, l’impresa di ciascuno si trova in una trasformazione incessante, quasi in un viaggio di cui temiamo di perdere la direzione. Quale cervello, quale dispositivo per questo viaggio?

     

    Occorre che in nessun modo e in nessun istante noi siamo tratti dall’indifferenza che è la suprema forma d’euforia, quella che preclude il viaggio stesso. Con l’euforia noi siamo, non facciamo, non viaggiamo. Con l’euforia siamo oltre il

  • Intervista di Sergio Dalla Val 

    Con l’11 settembre, con l’attacco alle Torri, cosa finisce e cosa incomincia per la politica?

    Tutto incominciò, fin dalla Bibbia, o anzi non incominciò, con la torre: Babele, ovvero l’idea di una padronanza impossibile sulla lingua e sulla parola, sulla terra e sul cielo, come sulla repubblica. Questa idea di padronanza avrebbe portato alla confusione o alla fusione linguistica. Con Babele, un primo teorema: non c’è più fusione. L’altra lingua esclude la fusione e, pertanto, la

  • Intervista di Sergio Dalla Val

    L’invenzione di nuovi media nell’arte, nell’impresa, nella comunicazione sembra porre il problema dell’impossibilità, per una gran parte dell’umanità, di accedervi.

    Che cos’è l’accesso? È ciò che, nel discorso occidentale, sta al posto della funzione di zero. Già la fisica e la metafisica, poi l’antropologia, parlavano di accesso al simbolico, di accesso alle strutture elementari della parentela. Queste strutture erano fondate su una logica di rapporti sociali, su una genealogia. Che

  • Intervista di Sergio Dalla Val
    Il 7 aprile di quest’anno, alla Villa San Carlo Borromeo di Senago, lei ha tenuto una conferenza dal titolo “Le donne, le imprese, il capitalismo intellettuale”. Perché lei afferma che la prima intersezione fra donne e imprese avviene nel Rinascimento?

    Prima di Ludovico Ariosto, nessuno aveva incominciato un poema con “Le donne…”. Prima, c’erano le Muse. È chiaro che il poema di Ariosto è ironico e, quindi, subito arrivano i cavalieri: “Le donne, i cavallier...”. Seguono “l’arme, gli amori, / le cortesie, l’audaci imprese io canto,

  • GIORNALISTA. L’invenzione delle arti tanto del cielo quanto del paradiso procede dall’invenzione della scienza: tutt’altro che l’episteme; tutt’altro che il modello di organizzazione del sapere e della disciplina sotto una verità che formi il sapere. La scienza, l’arte e la cultura si situano nell’atto di parola.


    REGISTA. Nel suo dire e nella sua divisione la scienza è duale per eccellenza. E per questo lo è pure la pulsione. E per questo: triali il sembiante e il fantasma; e tripartita la funzione. Un’altra scienza! La scienza della parola