Augusto Ponzio

  • Ho incominciato ad ascoltare Armando Verdiglione nel 1973: il primo ascolto era leggendo, “l’ascolto della lettura”, come dice Verdiglione.
    Questo ascolto di lettura si riferiva a un testo degli atti del primo convegno organizzato da Verdiglione nel 1973, dall’8 al 9 marzo, Psicanalisi e politica.
    E, poiché chi legge scrive, ne sortì una recensione che venne pubblicata sulla “Critica sociologica” nel 1974. Al convegno successivo, Follia e società segregativa (13-16 dicembre 1973), a cui invece partecipai, c’era un clima straordinario, con tantissime persone, e

  • Mentre inizio a parlare avverto da parte vostra – e ve ne sono grato – una grande disposizione all’ascolto. Una sensazione del tutto diversa rispetto a quando sono andato a testimoniare nell’ultimo processo contro Armando Verdiglione. Lì, ho avvertito una predisposizione preconcetta, un atteggiamento già orientato contro quel che la parola chiede di più: l’ascolto. Senza ascolto, la parola è morta, anzi, non è neppure più parola. Mi sono chiesto che cosa andavo a dire in questo tribunale. Non sono in grado di entrare nel particolare degli aspetti giuridici, anche se capisco che c’è una

  • In direzione della cifra. La scienza della parola, l’impresa, la clinica (Spirali, 2011) di Sergio Dalla Val prende l’avvio dal congresso organizzato da Armando Verdiglione, La follia, che si svolse a Milano nel 1976 (1-4 novembre). Era la prima volta che Dalla Val partecipava a un congresso organizzato da Verdiglione. In questo, come in quelli precedenti e, alla stessa maniera, non professionali, non identitari, senza oggetto identificante, accomunante, unificante, – Psicanalisi e politica (8-9 maggio 1973), Follia e società segregativa (13-16

  • È molto importante leggere un testo restando nel testo. Arcangelo Leone de Castris, autore del saggio Il contesto nel testo, sosteneva che non bisogna abbandonare il testo andando a ricercare nella vita privata o nei rapporti di tipo ideologico e politico dell’autore elementi e giustificazioni della sua interpretazione. Il contesto è nel testo stesso, nella sua parola, nella sua scrittura.

    Generalmente, invece, non si procede così. E credo che questo vizio di fondo possa racchiudersi in una nozione analizzata da Sergio Dalla Val nel suo intervento: il soggetto.

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