UNA NUOVA ESTETICA

Qualifiche dell'autore: 
docente di LIngua e letteratura all'Università di Bologna

Il mio discorso, breve, relativo al libro di Marco Maiocchi, Archestesie, ha cinque livelli. Il più basso è che sono stato presente nel libro come mangiatore di tartufo, e sono contento di averlo fatto.

Il secondo è quello del gioco che condividiamo con Maiocchi e gli altri amici coautori del libro, e che è una scelta epistemologica. Il gioco è il luogo in cui si fanno le cose che altrove non si fanno, e quando si fanno le cose nel gioco si scoprono realtà impreviste.

Questi sono i primi due livelli del discorso che nasce dal libro, ma ce ne sono altri, con cui entriamo nella parte seria e pensosa.

Il terzo livello è quello della traduzione sinestetica o sinestesica, da tempo uno dei progetti più interessanti di Marco Maiocchi. Non è proprio la sinestesia, che è una figura retorica che condensa due percezioni, ma è il passaggio da una percezione a un’altra. È il sogno degli automi del Settecento che continua nel pensiero di Maiocchi e degli amici: come trasferire una sensazione nell’ambito di un’altra sensazione. Fare questo è molto interessante ma in questa fase molto è aleatorio, molto è giocato. Il gioco si trasferisce a questo livello.

C’è poi la novità. Penso che gli autori abbiano fatto un grandissimo passo avanti con l’archestesia perché c’è la ricerca di un linguaggio che descriva i vari sensi e che permetta il trasferimento da una percezione all’altra. È una grandissima novità che, ovviamente, apre una strada difficile da percorrere. Il libro non risolve questo problema, ma il semplice fatto di porre questo problema per lavori futuri è estremamente significativo.

C’è un altro livello, che non è nel libro ma è fuori. È il livello epocale.

Perché ci sono persone che stanno facendo queste cose in questo momento? E come mai s’incontrano persone che, da origini diverse, confluiscono su queste cose? Ho una mia idea, ne sono pienamente convinto. Siamo in un’epoca, che io chiamo post-moderna, in cui si sta fuggendo finalmente dall’ispirazione, perché quello che non è più gestibile è la libertà assoluta dello scrittore, del musicista, dell’architetto, di chiunque produca oggetti estetici. Questa libertà è ormai non-senso e per la necessità del lavoro che si fa si cercano o tradizioni o archetipi che permettano di fare un discorso che abbia una sua occorrenza, una sua fondazione, una sua serietà. Si sta tornando a un accademismo nuovo, c’è il recupero di una nuova estetica dopo il disastro del modernismo. Questa è la mia opinione.

Share & Bookmark

×
Facebook
Pinterest
Digg
Email
GooglePlus
LinkedIn
PDF
Reddit
Tumblr
Twitter
Vkontakte
Whatsapp
MySpace
Print
Facebook
GooglePlus
LinkedIn
Twitter
Pinterest
Email
Digg
Reddit
Vkontakte
Tumblr
Print
More...
Facebook
GooglePlus
LinkedIn
Twitter
Pinterest
Email
Digg
Reddit
Vkontakte
Tumblr
Print
More...

Share & Bookmark

×
Facebook
Pinterest
Digg
Email
GooglePlus
LinkedIn
PDF
Reddit
Tumblr
Twitter
Vkontakte
Whatsapp
MySpace
Print