L'INTENDIMENTO NELL'ARCHITETTURA

Qualifiche dell'autore: 
architetto, designer, docente al Politecnico di Milano

Così come nell’acusmetria si mescolano i canali percettivi della forma, dello spazio, delle linee e del suono, potremmo usare lo stesso codice anche in un altro senso, per accompagnare operazioni che sottolineano con la musica la forma e il design.

In questa direzione va il progetto di un museo per il design. In un museo viene presentato un certo numero di opere; ebbene, noi abbiamo pensato a un progetto in cui per ciascuna di esse ci sia la possibilità di vedere l’opera fisicamente, di vederla graficamente per evidenziarne le caratteristiche rilevanti, con i racconti orali da parte del designer o dell’azienda, ma soprattutto con la possibilità che, quando qualcuno si avvicina alla bacheca o alla vetrina in cui l’opera è esposta, il profilo notevole dell’opera venga percepito acusmetricamente.

Il  profilo notevole non è altro che una sorta di scheletro strutturale e dipende dalla teoria dell’interpretazione formale da cui si parte.

Il curatore o il designer che si occupa dell’acusmetrizzazione individua il segno, l’insieme dei segni significativi propri di un’opera di design. Questo vale anche per l’architettura: in alcune case da me progettate c’era la possibilità di percepire i suoni attraversando le stanze, a partire dall’organizzazione degli spazi.

Inoltre in un progetto architettonico, quando si lavora per plasmare i volumi, la materia e lo spazio, ciò con cui si ha a che fare è la trasmissione non di qualcosa di analitico ma di un insieme di relazioni e processi sintetici, che in uno spazio ci fanno stare bene oppure a disagio. Questo è il modo di fare architettura a cui dovremmo tendere. È un approccio archestetico.

Negli esempi contenuti nel libro Archestesie (Spirali) sono evidenziati alcuni progetti archestetici proprio perché hanno a che fare con le relazioni tra i materiali, tra i volumi e le forme: sono architetture fortemente interrelate a ciò che sta loro intorno. Quando sono impegnato nella progettazione di un edificio, sia da edificare sia da ristrutturare, per me è essenziale respirare un po’ l’aria circostante, camminare nel quartiere, andare nel bar più vicino a prendere un caffè, conversare con chi abita nell’intorno, considerare l’ubicazione spaziale e storica, nella città, del luogo in cui andrò a operare. Tutto questo ha a che fare con un approccio che mette insieme più fattori, non dal punto di vista dell’abc della lista dei compiti già strutturati che sono quelli delle normative e del buon progettare tecnico, ma dal punto di vista dell’intendimento: quando intendiamo uno spazio vuol dire che quello spazio è stato progettato in modo archestetico.

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