COME L’ESPERIENZA SI FA EREDITÀ

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presidente di Palmieri Group Spa, Gaggio Montano (BO)

Accanto alle nuove politiche per la mobilità sostenibile il cosiddetto “passaggio all’elettrico” sta comportando anche la perdita di migliaia di posti di lavoro. Meno noto è che la base di queste politiche ambientali è già riscontrabile nei discorsi che alcuni politici del Nord Europa hanno tenuto nei primi anni del Novecento. Lei che ha fondato il Gruppo industriale Palmieri S.p.A., leader mondiale nella progettazione e produzione di macchine e utensili per l’escavazione, quale strategia energetica prospetta per l’Italia?

Malgrado i pronostici di vari economisti, penso che non sia stata compresa la gravità della situazione cui andiamo incontro. Nel caso del passaggio all’elettrico non sono stati calcolati tempi adeguati e oggi stiamo pagando tutti indistintamente lo scotto di queste scelte politiche. In Italia è necessario promuovere il nucleare, come già avviene in altri paesi europei.

Quando finirà la guerra andrò a visitare l’Ucraina, perché voglio capirne la cultura. Oggi tutti si riempiono la bocca di questo paese, ma nessuno ne sa niente. Lo scorso dicembre, per esempio, 200 droni hanno bombardato due città russe: i soldati ucraini hanno copiato i droni che gli iraniani avevano lanciato sui loro territori. Inoltre, pochi sanno che in Ucraina sono stati costruiti l’aereo più piccolo e l’aereo da trasporto più grande del mondo, l’Antonov, che ha trasportato anche alcune TBM (macchine per l’escavazione di gallerie) con il diametro di sette metri. La fabbrica che li produce è unica al mondo, per questo i russi non la bombardano. E sono tutti aerei con motori a elica, non a reazione. Hanno costruito un aereo da tredici posti che decolla in verticale e, sol tanto quando è in quota, procede in orizzontale. Un aereo di tredici posti che si solleva come un elicottero!

Anche in ambito aziendale si parla di “passaggio”. In particolare, il cosiddetto “passaggio generazionale” segnerebbe il cambiamento, come se si trattasse di passare da uno stato solido a uno liquido. An che in questo caso l’idealità non consente di cogliere la vera novità. In particolare, il padre, quasi fosse il motore termico, dovrebbe fare un passo indietro perché così, in modo compensativo, i figli possono farne uno avanti. Non è il padre a vincolare il passo, ma la sua rappresentazione arcaica di padre padrone, che toglie quelle sobrietà, discrezione e prudenza, essenziali per la crescita di ciascuna impresa. Lei non ha fatto un passo indietro, ma ha accolto in azienda figli e nipoti, proseguendo nel suo lavoro. Quali sono state le difficoltà che ha incontrato?

Io ho fondato questo Gruppo e ne ho affidato la gestione ai miei figli. Poi, man mano che sono cresciuti, sono intervenuti anche i nipoti. L’avvicendamento fra diverse generazioni porta sempre ad avere uno scambio di opinioni, perché ciascuno ha un modo specifico di fare le cose. Nelle fasi in cui avviene la trasformazione è importantissimo che intervenga la parola con ciascuno. Poi, siccome ho sempre fatto il presidente della società e lo faccio ancora, con tutte le responsabilità del caso, non ho avuto nessun “bischero” vicino che mi potesse dire cosa fare a casa mia.

Durante la crisi energetica di due anni fa i costi dell’energia salivano alle stelle e ne abbiamo dato testimonianza anche al convegno organizzato da questa rivista (Industrial brain. L’apporto del manifatturiero fra crisi energetica e transizione ecologica, Bologna, 5 ottobre 2022). Potevamo chiudere uno dei nostri stabilimenti e ricorrere alla cassa integrazione. Invece abbiamo proseguito grazie alla parola con ciascuno. Oggi è ancora una fase difficile, ma possiamo trarne vantaggio. Per esempio, possiamo acquistare macchine utensili dalle aziende che le mettono in vendita perché il mercato è fermo e possiamo pagarle senza interessi e con termini più lunghi. È parlando che si trova il modo di proseguire.

In che modo l’esperienza diviene eredità?

Trovo sempre qualche modo per coinvolgere in nuovi progetti figli, nipoti e collaboratori. La vera formazione non è costituita da formulette, ma dalla parola che nasce intorno a nuovi progetti. Oggi invece si tende a mandare i figli a lamentarsi dallo psicologo. Sembra più facile non parlare perché parlando può intervenire lo scontro. Ma anche lo scontro è un modo per parlare. Come trasmettere l’esperienza? Per esempio, mentre tu stai progettando qualcosa, io mi metto vicino, guardo cosa stai facendo e incominciamo a parlare. E man mano che proseguiamo a parlare, oggi, domani e dopodomani, non ci stanchiamo più e intanto facciamo tante cose nuove, cresciamo e, perché no? ridiamo insieme.

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