LA COMUNICAZIONE SULLA VIA DELL'UTILE

Nell’intervista
pubblicata nel precedente numero di questa rivista, lei notava che “la forza
della parola non ha limiti”. Lei ritiene che questa forza giovi anche all’utile
dell’azienda?
La parola e la
comunicazione, anche se non portano direttamente un utile, sono sulla via dell’utile,
perché la riuscita oggi dipende dal contributo intellettuale che l’impresa dà
alla società e dal modo in cui fa avanzare la cultura del proprio settore, e
questo non può avvenire senza la comunicazione. Fare impresa oggi non vuol dire
soltanto mettere sul mercato nuovi prodotti, ma anche trasmettere nuove idee e dare
un valore aggiunto al cliente. Oggi l’imprenditore non può limitarsi al
miglioramento continuo dei prodotti – che tuttavia è essenziale –, deve anche
avvalersi del suo statuto di attore nella società, delle opportunità d’incontro
con esponenti delle istituzioni, con giornalisti e con altri protagonisti
dell’economia e della finanza, e deve considerare un suo diritto non soltanto
fare profit, ma anche comunicare. Quindi, l’azienda deve mettere a budget le risorse
necessarie per trovare modi sempre nuovi di fare comunicazione, come aspetto
imprescindibile per l’impresa oggi.
È ciò che stiamo
facendo nel nostro Gruppo, rivoluzionando il modo di comunicare sia online sia offline,
e stiamo cercando una combinazione vincente fra l’uso della realtà virtuale e
le esigenze di continuare a parlare alle persone e con le persone. Ne daremo un
esempio allo stand che allestiremo alla più grande fiera italiana della pulizia
professionale, Pulire (Verona, 23-25 maggio 2017): somiglierà più a uno studio
televisivo che a uno stand, con mega pareti dove saranno proiettati filmati con
i prodotti e le persone che lavorano nei vari reparti della nostra azienda:
l’accoglienza, la produzione, il confezionamento, la spedizione e il Tailor
Point. In un piccolo stand di 120 metri quadrati, i visitatori potranno vivere storie
di persone, anziché soltanto vedere prodotti, e potranno assaporare le
esperienze che si svolgono in 10.000 metri quadri di azienda. Nello stand
ospiteremo anche un angolo dedicato alla realtà virtuale: dotati di appositi
caschi, i professionisti del pulito potranno dare prova delle loro capacità in
una vera e propria caccia ai batteri cattivi distinti per codice colore: blu,
giallo o rosso, a seconda degli ambienti da sanificare.
Anche il nostro sito
presto avrà un’immagine del tutto differente rispetto a quelli tradizionali:
uno spicchio di globo terrestre che si stacca come se fosse un’astronave di
Avatar e si sposta verso un altro pianeta, quasi a rappresentare la rivoluzione
che abbiamo introdotto nella vendita del pulito e dare così un segnale forte di
trasformazione, che abbiamo ottenuto e stiamo ottenendo perché è ciò che il
mercato ci sta chiedendo, un modo differente di pulire e di proporre le
attrezzature e i prodotti, soprattutto nel rispetto dell’ambiente.
Il pulito è sempre
stato il primo passo per la salute dell’uomo, anche se, purtroppo, ancora oggi
le gare al ribasso e le speculazioni la fanno da padrone, soprattutto nel pubblico.
Eppure, noi stiamo dimostrando che, con la vendita del pulito al metro quadro –
che comprende il noleggio delle attrezzature –, si può ottenere lo stesso
risultato senza andare a scapito della qualità, anzi, utilizzando le più
avanzate tecnologie e i prodotti più evoluti. È chiaro che, invece, l’acquisto
delle attrezzature incide sui costi, che poi devono essere recuperati in
qualche modo.
Può fare un
esempio?
Fra le case history in
cui siamo riusciti a offrire ai nostri clienti progetti con costi al di sotto
di qualsiasi aspettativa, cito la Starhotels, una delle maggiori catene
alberghiere italiane, che ha sposato la politica di un pulito calcolato ad hoc,
dove abbiamo ottimizzato le risorse e formato il personale addetto. Arco Chimica
non ha venduto soltanto il prodotto, ma anche un servizio, un’idea, uno stile e
ha fatto risparmiare il 20 per cento sui costi primari, ottenendo il 30-40 per
cento di ottimizzazione dei risultati del pulito. Se però l’obiettivo fosse
stato quello di abbassare i costi del 30-40 per cento, si sarebbe raggiunto non
pulendo, considerando che non si può tagliare il costo del personale e neppure
i costi diretti e indiretti, e il risultato sarebbe stato quello che vediamo,
purtroppo, in molti dei luoghi in cui andiamo, sia nel pubblico sia nel
privato. Perciò la parola “pulito” merita il 250 per cento del rispetto e la
consapevolezza che lo stiamo facendo, altrimenti chiamiamolo sporco. Mi auguro
che si diffonda sempre più questo approccio al pulito, perché ne va della
nostra salute, oltre che dell’accoglienza e dell’ospitalità. Se invitiamo gli
amici a casa nostra e gli ambienti non sono puliti, difficilmente torneranno a
farci visita. E così quando entriamo in un ristorante o in albergo: possono
essere i migliori al mondo, ma se non c’è la cura degli ambienti, i clienti
saranno sempre occasionali. Per non parlare degli ospedali, dove entriamo per
risolvere un problema di salute e non possiamo rischiare di contrarre qualche
infezione a causa della scarsa pulizia. Perciò il valore del pulito è un valore
assoluto. Eppure, non sempre diamo il giusto riconoscimento alle persone che
contribuiscono alla pulizia dei nostri ambienti: non dobbiamo dimenticare che,
pur non essendo medici o professionisti della salute, queste persone ci aiutano
a proteggerla e a mantenerla.
Da qui proviene la
vostra attenzione alla formazione, aspetto che di solito non pertiene alle
aziende di produzione. Ma basti pensare che avete acquisito una software house
per inventare le App che consentono di calcolare il costo del pulito al metro
quadro per capire quanto la vostra realtà non abbia nulla a che fare con quella
delle altre aziende di produzione di detergenti…
A questo proposito,
aggiungo che abbiamo aperto un nuovo centro servizi di formazione e consulenza,
International Form, rivolto ai dealer e ai clienti finali, con l’obiettivo di
dotare i dealers di una serie di servizi integrati, in grado di rispondere ai
nuovi scenari del mercato del cleaning, di m igliorare la loro struttura
commerciale, di rendere maggiormente competitiva la propria azienda e, infine,
di ottimizzare i costi di investimento necessari in materia di formazione e
consulenza, che altrimenti risulterebbero proibitivi. Oltre ai servizi di
formazione e consulenza, International Form è in grado di erogare servizi di
call-center, affiancamento commerciale, sopralluoghi, gare d’appalto, piani di
pulizia, progetti tecnici, piani di marketing e software. È chiaro che la
formazione erogata alle imprese di pulizia non si limita all’addestramento del
personale, ma implica anche una serie di riflessioni in cui ciascun addetto si
mette in discussione e, simultaneamente, acquisisce la nuova cultura del
pulito, rendendosi conto di quel valore assoluto della pulizia di cui parlavo prima.
Per fare un esempio
dei nostri servizi, di recente siamo stati interpellati da un imprenditore che
si è affacciato da poco nel settore, acquisendo un’impresa di pulizia, ed è
riuscito a vincere appalti importanti per la pulizia di bagni pubblici frequentati
da circa sei milioni di persone l’anno. Il committente gli aveva chiesto una
qualità piuttosto elevata, ma con costi contenuti. Così, gli abbiamo illustrato
il nostro modo di fare pulito, attraverso il percorso formativo all’interno del
Tailor Point, utilizzando le nostre attrezzature, con un costo certo, e abbiamo
calcolato che, se ciascuna persona che utilizza il bagno paga un euro, il costo
del nostro pacchetto – che offriva le attrezzature e i prodotti migliori, per
ottenere ambienti puliti e sanificati ai massimi livelli – incideva per 0,04
millesimi di centesimo per ciascuna persona. Quindi, gli abbiamo suggerito non tanto
di comunicare al committente il prezzo del servizio, quanto di presentargli un
progetto in cui fosse chiaro che all’impresa di pulizia spettano soltanto 0,08
millesimi di centesimo per ciascuna persona che entra in bagno, mentre il resto
rimane al committente. Quando gli ha presentato il progetto, il committente è
stato tanto entusiasta da affidare all’imprenditore non più sette ambienti ma
quattordici, con un afflusso di dodici milioni di persone l’anno. E quando
andremo in questi ambienti – che sono importanti, anche se per il momento non diciamo
il nome della committenza –, vedremo la differenza. In questa operazione, la
nostra mission è iniziata dalla formazione del personale che dovrà utilizzare
le macchine, persone che oggi semplicemente puliscono bagni e sono sempre state
o si sono sempre considerate ai margini della società, invece, devono essere
stimolate a capire che quelli diventeranno ambienti in cui le persone che ne
usufruiranno saranno loro grate. Come in altri casi che abbiamo seguito, sarà
una trasformazione radicale e, allora, dovremo chiederci se valga la pena investire
qualcosa o se ci si debba sempre accontentare di andare al ribasso. La mission
che ci siamo dati negli ultimi dieci anni della nostra attività sta proprio nel
dare prova che investire in un modo nuovo di fare pulito è sempre vincente.