LA PROPRIETÀ INTELLETUALE: FATTORE STRATEGICO NEL MERCATO GLOBALE

Negli
ultimi anni, in cui le imprese hanno dovuto affrontare le difficoltà estreme provocate
dalla crisi mondiale, abbiamo avuto la prova che, per rilanciare il proprio business
e giungere alla riuscita, occorreva soprattutto alimentare e tutelare il
proprio patrimonio intellettuale. Non a caso, i vostri clienti,
indipendentemente dalla loro dimensione – grandi, medie e piccole aziende –,
hanno continuato a investire in ricerca e innovazione per conquistare nuovi
mercati.
In che
modo la vostra consulenza sui diritti di proprietà industriale ha contribuito
negli ultimi anni a valorizzare le opere d’ingegno dei vostri clienti?
L’economia
italiana non può basarsi sullo sfruttamento di risorse naturali, ma ha un
indiscutibile valore aggiunto, riconosciuto in tutto il pianeta, costituito
dalla capacità d’innovare e di produrre opere dell’ingegno. Le legislazioni
della quasi totalità dei paesi del mondo riconoscono alle opere d’ingegno il
carattere di “proprietà”, e come tali vanno considerate. Se prendiamo per
esempio l’Emilia Romagna, notiamo subito che è una regione con una forte spinta
innovativa, non soltanto per la grande quantità di nuovi brevetti depositati ogni
anno, ma anche per l’enorme ricchezza che producono le politiche e le strategie
commerciali basate sui marchi. Pensiamo ai settori agroalimentare e della moda,
per esempio, che nella nostra regione sono ben rappresentati. Ma ciascuna fase
di valorizzazione e tutela di un brevetto o di un marchio esige il supporto di figure
professionali molto preparate e specializzate, come quelle che il nostro studio
può mettere a disposizione, perché la proprietà intellettuale è una materia
complessa che va affrontata da molteplici angolature per cogliere gli aspetti
più differenti. Ecco perché è importante un approccio orientato al singolo
caso, in modo da analizzare i problemi e le opportunità che possono scaturirne.
Sono
sempre più frequenti i convegni per discutere della proprietà intellettuale come
fattore strategico per le imprese; già nel 2014, ricordiamo quello che si è
tenuto al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale con
il titolo Proprietà intellettuale: fattore strategico per lo sviluppo
economico nel mercato globale. Quali sono le vostre riflessioni in merito?
I diritti di
proprietà intellettuale sono un fattore strategico per lo sviluppo delle
imprese soprattutto perché generano profitto, attraverso licenze o cessioni di
diritti, consentono di stringere alleanze commerciali, mediante cross-licensing,
conferimenti in M&A, patent pools, e permettono scambi con enti pubblici o
privati in materia di ricerca, considerando che la gestione di tali scambi si
avvale proprio di accordi basati sui diritti di proprietà intellettuale.
Può fare
anche un esempio di business che i vostri clienti hanno sviluppato in questi
anni nel mercato globale, con il supporto dei vostri servizi?
Posso citare
il caso di un’azienda di Nonantola operante nel settore della meccanica che,
nel 2012, si è rivolta a noi per proteggere mediante brevetto una macchina
molto innovativa che ha lanciato in un settore industriale in cui diverse altre
aziende operavano da tempo, con quote di mercato ormai consolidate derivanti da
una tecnologia vecchia di vent’anni. Il vantaggio competitivo che la nostra
cliente ha tratto dal brevetto è stato tale che i competitors si sono visti
costretti a progettare a loro volta modelli almeno simili a quel tipo di
macchina. Tuttavia, ancora oggi, a distanza di quattro anni, non sono riusciti
a produrre nulla che possa reggere il confronto, ma soltanto soluzioni
peggiorative. Se i nostri clienti non avessero avuto la lungimiranza di proteggere
la loro invenzione, la macchina sarebbe stata clonata nell’arco di pochi mesi
da imprese cinesi o di qualche altro paese emergente. Naturalmente, i nostri
clienti non si sono fermati al 2012: hanno continuato a fare innovazione e a
presentare nuovi brevetti, e la nostra collaborazione prosegue tuttora.
Per
seguire i clienti che lavorano in vari paesi, avete costituito anche una rete
di collaborazione con studi professionali vostri fiduciari?
Certo. Lo
studio Brunacci & Partners è costituito da professionisti qualificati in
grado d’istruire pratiche di fronte all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, all’Ufficio
Brevetti Europeo e all’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà
Intellettuale, che si occupa del deposito di marchi e design validi in tutta
l’Unione. Al di fuori di questi ambiti territoriali, rappresentiamo i nostri
clienti e le aziende italiane nel mondo avvalendoci di professionisti stranieri
che, come noi, hanno l’abilitazione alla rappresentanza di fronte agli uffici
esteri: cito, fra gli altri, quello statunitense, quello giapponese e quello
cinese. Negli anni, questo tipo di partnership è andato sempre più
consolidandosi ed ha assunto carattere bidirezionale: noi ci avvaliamo dei
nostri partner per rappresentare l’imprenditoria italiana nel mondo e loro si
avvalgono di noi per rappresentare i loro clienti in Europa. È una partnership
che ci dà molta soddisfazione perché è il riconoscimento internazionale
dell’efficacia del nostro operato.