Ruggero Chinaglia

  • La collana “La cifrematica” (Spirali) è giunta al quinto numero. Il suo titolo La nostra psicanalisi, illustra quale sia la psicanalisi nella cui esperienza noi facciamo. Qui, noi è indice dell’infinito. È la psicanalisi scientifica, in cui noi non siamo tutti, non siamo soli, non siamo malati, non dobbiamo guarire, ma noi facciamo. E, anzitutto, questa psicanalisi è senza pazienti.

  • La salute, per ciascuno, procede dal progetto e dal programma di vita e è istanza di qualità. Procede dalla necessità di vivere per compiere il progetto, la missione, il programma. Necessità non prescritta, non obbligata, di qualità.

    La vita originaria è la parola secondo la sua particolarità, in direzione della qualità. Attorno a questo verte l’essenziale per ciascuno: è quanto emerge dalla mia esperienza di oltre trent’anni di ricerca e d’impresa intorno alla logica e alla struttura della parola, alla sua clinica, alla sua qualità.

  • Mi è capitato qualche giorno fa di entrare in un bar e di udire una canzonetta il cui ritornello diceva: “Togli la ragione e potrai sognare.” Mi è sembrato un messaggio rivolto al popolo dell’epoca New Age, ma mi ha posto una questione: perché per sognare bisognerebbe togliere la ragione?
    La mitologia della liberazione è ciò su cui si fonda il soggetto, in particolare il soggetto schiavo che è la forma eminente di soggetto. Il soggetto è sempre il soggetto schiavo che deve liberarsi da qualche schiavitù, che deve affrancarsi; e la stessa mitologia politica che fomenta la liberazione

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