L’ARTE DELLA DECORAZIONE DI PIASTRELLE E DELLE CARTE DA PARATI DI LUSSO
Se le piastrelle ceramiche sono ormai diventate protagoniste del design di interni ed esterni, entrando a pieno titolo nei progetti dei più famosi studi di architettura del pianeta, è anche merito di aziende come Stylgraph, che ha sempre puntato alla combinazione fra arte della decorazione e innovazione tecnologica, potendo contare su una lunga esperienza e un’incessante ricerca di materiali, tendenze e possibili applicazioni alle superfici ceramiche. Quali sono state le principali trasformazioni nel settore della decorazione delle piastrelle dal 1984, anno di nascita della vostra azienda?
Il 1984 è un’altra era. I disegni a fiorellini, stampati con la tecnica serigrafica sulle mattonelle di piccole dimensioni, tipiche degli anni ottanta, sono ormai un lontano ricordo. All’epoca, negli stabilimenti delle industrie ceramiche, c’erano decine e decine di macchinari montati nelle linee di smalterie e, per passare da un tipo di piastrella a un altro, si doveva fermare il processo, pulire tutti i macchinari dagli inchiostri, caricare nuovi inchiostri e produrre campioni di prova (staffette) per calibrare la smaltatura.
Poi, con l’evoluzione della tecnologia di stampa, si è passati dalla serigrafia ai rulli in silicone stampati con la tecnica laser e, negli anni, sono intervenuti diversi procedimenti migliorativi, finché, una decina di anni fa, è arrivata la stampa digitale: una vera e propria rivoluzione, che ci ha costretto a ripartire daccapo con enormi investimenti in attrezzature per l’acquisizione di immagini (macchine fotografiche, scanner e supporti informatici hardware e software), ma soprattutto nella ricerca di personale giovane, qualificato e con talento artistico.
Quali sono i principali vantaggi che la stampa digitale ha portato alle superfici ceramiche?
Il primo vantaggio è la precisione nella definizione dei dettagli, nemmeno paragonabile a quanto veniva prodotto prima: sono scomparsi gli effetti “pixel” sulla piastrella, tipici delle serigrafie, ma anche l’effetto “televisore”, cioè la mancata smaltatura del bordo della piastrella, perché oggi si stampa da bordo a bordo, senza margini bianchi.
Ma il vantaggio maggiore della tecnologia digitale – quello che ha dato un forte impulso all’ingresso della ceramica nel design – sta nella possibilità di riprodurre con la massima fedeltà qualsiasi effetto di materiali naturali come il legno, la pietra e il marmo, consentendo la stampa anche su superfici strutturate (per un effetto pietre rustiche o ardesia), e non soltanto lisce, come avveniva con la tecnologia tradizionale. In pratica, oggi la stampa digitale può soddisfare ogni tipo di esigenza estetica del cliente, perché permette di realizzare i nodi naturali del legno, le contaminazioni materiche della pietra, le venature del marmo e i toni imperfetti del cemento.
Grazie al contributo di aziende come la vostra, le superfici degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo sembrano vere e proprie opere d’arte. Lei ha mai avuto una vocazione artistica?
Da giovane facevo il pittore, ma quando ho incominciato a lavorare gli impegni erano veramente tanti, quindi non ho potuto coltivare la mia passione, che tuttavia mi ha aiutato nel mestiere d’imprenditore in questo settore, perché mi ha permesso di entrare in tanti dettagli importanti in un tipo di produzione come questa, che ha una forte connotazione estetica, se non artistica.
Quando ha incominciato a lavorare nel settore della ceramica?
Nel 1979. Avevo poco più di vent’anni ed ero socio di una delle prime aziende cosiddette “di terzo fuoco”, che faceva decorazioni su piastrelle, la Menestrello, in cui lavoravo come grafico e responsabile commerciale e di cui sono stato presidente fino al 2004. Era un’azienda di notevole dimensione, con vari soci e diversi stabilimenti produttivi. Poi, nel 1984, abbiamo fondato la Stylgraph e nel 1986 la ceramica Mix. Avevamo costituito un gruppo con oltre cinquecento dipendenti e un fatturato di centoventi miliardi di vecchie lire, una cifra ragguardevole per un’attività di servizi. Nel 2004, però, c’è stata una scissione e io ho tenuto la Stylgraph. Purtroppo, la Menestrello e il resto del gruppo nel corso degli anni hanno cessato l’attività, mentre noi abbiamo sviluppato il business sia in Italia sia in Spagna.
Quando è stata fondata la sede spagnola?
Nel 1998, ed è stata la prima azienda di servizio di questo settore ad aprire in Spagna. Poi, nel 2006, abbiamo inaugurato un nuovo stabilimento per rispondere alle esigenze di crescita esponenziale che abbiamo registrato in tutto il mercato di lingua spagnola nel mondo.
Lavorate anche nei paesi asiatici?
Certo, lavoriamo in India e, soprattutto, in Cina, dove abbiamo una società con uffici a Foshan, nella regione del Guangdong. È un’azienda che lavora principalmente per l’industria ceramica cinese, con un’organizzazione e uno staff grafico propri, anche se la casa madre rimane un riferimento per le idee e le innovazioni.
Nel vostro lavoro, la fantasia e l’ingegno sono essenziali e non deve essere facile trovare i talenti che diano un contributo all’innovazione. Quali sono i canali che utilizzate nella ricerca dei collaboratori?
Fino a qualche anno fa attingevamo dalle scuole d’arte di Modena e di Reggio Emilia. Non è sempre stato facile, soprattutto all’inizio, quando le decorazioni erano eseguite a mano e non esistevano i computer, quindi avevamo bisogno di persone con una forte manualità artistica, oltre che una grande competenza grafica. Oggi il computer ha agevolato il lavoro dei collaboratori, anche se il talento artistico ha sempre una grande importanza. Negli ultimi anni, soprattutto lungo la nuova politica di brand management che abbiamo adottato, abbiamo privilegiato soprattutto giovani che si sono formati all’Accademia di Brera e in altre università in cui si prediligono i corsi di disegno. Sentivamo la necessità di coinvolgere giovani con un background di livello superiore e i risultati ci hanno dato ragione. L’università insegna ai ragazzi un approccio verso il ragionamento, l’analisi e la costruzione di un percorso per giungere alla redazione di un progetto.
Il progetto è la base dell’invenzione…
Infatti, nel nostro lavoro si tratta di pensare: in passato hanno lavorato da noi tanti ragazzi molto bravi a copiare, ma ora abbiamo capito che dobbiamo cercare chi è in grado di pensare, anche perché abbiamo bisogno di dare un servizio di creatività sempre più alto e sempre più specifico.
Nell’invenzione, la tecnologia è un valore aggiunto…
Infatti, i collaboratori attingono da un server oltre 700 terabyte di materiali che negli anni sono andati a costituire un archivio di portata inestimabile, un patrimonio che alimentiamo quotidianamente, perché la nostra è un’azienda che fa ricerca 365 giorni all’anno, e non è facile.
La pandemia ha frenato l’attività commerciale, soprattutto quella rivolta all’estero. In che modo avete affrontato le difficoltà di questo periodo?
Il venir meno delle fiere internazionali per noi ha comportato una situazione molto difficile. Le aziende del nostro distretto vivono prevalentemente grazie all’export, quindi le fiere sono essenziali per incontrare clienti alla ricerca di nuovi prodotti. Prima della pandemia il nostro calendario fieristico era fitto di appuntamenti, nel corso dell’intero anno: partecipavamo alle fiere in Spagna, in Cina, in India, in Turchia, negli Stati Uniti e, inoltre, visitavamo le fiere dei trend, come Maison & Object a Parigi o Design Festival a Londra, per attingere idee utili al nostro mestiere.
Com’è noto, da un anno e mezzo non si può viaggiare, per questo abbiamo messo a punto un virtual tour per i nostri clienti, che si collegano da tutto il mondo e visitano la nostra sala mostra, andando nei particolari, nei dettagli dei prodotti come se li vedessero dal vivo. È un esercizio nuovo in cui siamo stati costretti a cimentarci dall’anno scorso, e per fortuna ha funzionato.
Adesso, speriamo in una ripartenza con il Cersaie (dal 27 settembre al 3 ottobre 2021) e con altri appuntamenti che saranno occasioni per esporre le nostre carte da parati Styl’edition, come lo è stato il Fuorisalone a Milano dal 4 al 10 settembre, durante il quale abbiamo utilizzato il nuovo spazio espositivo permanente in zona Brera, che avevamo inaugurato l’8 luglio insieme ad altre tre aziende.