LA VITTORIA DI EMILIA 4: 2700 KM A ENERGIA SOLARE
Leggendo il diario di bordo redatto da Filippo Sala
(protagonista del progetto Onda Solare fin dal suo sorgere), risulta
entusiasmante l’avventura che ha portato alla vittoria del World Solar
Challenge 2018 l’auto Emilia 4, progettata e costruita dal vostro team, Onda
Solare, con l’Università di Bologna: 2700 km sulle strade dell’Oregon, senza
mai ricaricare all’alimentatore di corrente, con un equipaggio di quattro piloti.
E nel tratto finale era al volante lei, Morena Falcone, il primo pilota donna
italiano a vincere una competizione di questo tipo. Una soddisfazione
straordinaria… Io consideravo un traguardo già soltanto costruire la
macchina nei tempi prestabiliti e spedirla. Quindi, quando poi l’abbiamo
rivista in America intatta, è stato un primo grande sollievo. Il secondo
traguardo, indipendentemente dalla posizione sul podio, è stato arrivare,
perché abbiamo avuto vari problemi. Abbiamo anche rischiato, per un guasto, di
essere esclusi dalle eliminatorie, a poche ore dalla fine della giornata.
E lei, Mauro Sassatelli, che ha visto nascere il progetto
Onda Solare nel 2003, proprio nella sua officina di Castel San Pietro Terme
(BO), sede di Metal Tig Srl e Grafite Compositi, seguiva la gara dall’Italia.
Che cosa era accaduto? A pochi giri dalla qualifica si
è rotta una ruota, con una serie di danni collaterali: la macchina che ha
sfregato in terra è finita nell’erba, la ruota a penzoloni ha rotto tutto
quello che si poteva rompere. Chiaramente, qualche pezzo di ricambio lo
avevano, però tutto il resto lo ha fatto Morena, resina e pennello, riparando i
pezzi rotti, laminando tutte le parti della macchina, praticamente.
Bellissimo questo fare secondo occorrenza, Morena… Nessuno
ci credeva perché avevamo due ore di tempo per farlo, dopodiché non potevamo
più correre nel circuito.
Ci siamo riusciti, e sia il giudice sia gli altri team erano
increduli, perché ci avevano visto uscire dal circuito con un danno enorme e
quando siamo rientrati ci hanno applaudito tutti gli equipaggi: è stato
incredibile! Come è stato possibile, Mauro? Bisogna considerare che la
macchina è stata interamente costruita dai ragazzi che hanno partecipato.
Morena è ingegnere energetico, abbiamo poi un ingegnere aerodinamico e gli
altri sono tutti ingegneri meccanici ed elettrici.
Quindi, ogni singolo particolare è stato da noi pensato,
progettato, realizzato, costruito e modificato. Per cui è stata sufficiente una
telefonata perché capissimo che consigli potevamo dar loro, perché li
attuassero immediatamente, in quanto erano interventi che normalmente facevano
qui in officina.… Gli altri team avevano alle spalle centri come il
Massachuset Institute of Technology o l’Università del Minnesota… La
reputazione delle università americane rende veramente rilevante la vittoria
nei loro confronti. Abbiamo vinto anche due premi collaterali, il Mechanical
Design Award e il Best Battery Pack Design Award, che hanno premiato il design
dal punto di vista meccanico e l’innovativa batteria, su cui è in corso anche
una richiesta di brevetto. Quindi, l’Università di Bologna questa volta si è
veramente impegnata. E quando c’è l’impegno, i risultati arrivano.
E in questo fantastico team ha avuto una parte da pilota
anche lei, Ruggero Malossi, che è anche una figura chiave per la nascita del
progetto, insieme a Mauro… La macchina Emilia 4 era nuova e questa
competizione si è rivelata molto dura, a partire dalla documentazione che
abbiamo dovuto inviare nei mesi precedenti, fino alle prove di ammissione alla
gara su strada. Negli scrutineering abbiamo dovuto eseguire le varie prove
dinamiche delle altre vetture monoposto con 4 passeggeri a bordo (Emilia 4
gareggiava con 4 passeggeri a bordo, a rotazione fra un equipaggio composto da
8 persone).
Dei 24 veicoli che hanno partecipato alle prove, solo 13-14
sono stati ammessi alla gara su strada nelle due categorie. Negli Stati Uniti
non c’erano team da tutto il mondo come in Australia, perché qui la selezione è
più rigorosa. Oltre a noi italiani, c’erano australiani, canadesi, russi e
tutti gli altri erano americani (fra cui anche il secondo e il terzo
classificati).
Prossimo appuntamento per Emilia 4 sarà il World Solar
Challenge in Australia, a ottobre 2019. Come vi state preparando, Mauro? Alla
luce dei risultati ottenuti, sicuramente andremo in Australia con spirito ancora
più battagliero. Lì gli avversari più temibili saranno gli olandesi, che
vincono sempre, hanno tre macchine in gara, forte spirito competitivo e risorse
notevoli.