CINQUANT’ANNI DI VITA PER L’IMPRESA, LA FAMIGLIA, E OLTRE
Che cosa può dire una figlia dei cinquant’anni di attività
di suo padre? Ricordo che sin da piccola, a tavola, si parlava della Gape,
delle persone che ci lavoravano, dei clienti, delle cose che accadevano durante
la giornata. Ricordo che papà arrivava a casa molto stanco e si sdraiava sul
divano e io gli andavo vicino e poi mi sdraiavo con lui per sentirlo ancora più
vicino. Il suo odore sapeva di trucioli di ferro, e questo mi faceva provare
riconoscenza e rispetto.
C’erano anche momenti forti e impegnativi, e allora l’aria
che si respirava in casa era molto tesa.
A noi non faceva trapelare molto dei successi e degli
insuccessi dell’azienda, per lasciarci vivere la nostra vita senza troppe
preoccupazioni.
Solo quando andai a lavorare anch’io, per un breve periodo,
mi accorsi di quanto l’azienda fosse cresciuta e di quanto ormai fosse conosciuta
nel mondo.
Per gli anni a seguire ci furono sempre nuove rivoluzioni:
macchinari nuovi, spostamenti, acquisti di capannoni. Da mio padre ho imparato che
non si finisce mai di cercare di migliorarsi, prendere una cosa, spostarla,
rispostarla e sistemarla in modo che funzioni sempre meglio e che la “macchina
lavorativa” sia sempre più efficace ed efficiente.
Quando si arrivò ai 25 anni di attività, ci sembrò già un
gran traguardo e lo festeggiammo con grande entusiasmo con un evento
bellissimo, che tuttora, per molti clienti, è rimasto indimenticabile.
Da allora altri anniversari si sono susseguiti: il 40°, il
45° e, quest’anno, abbiamo addirittura “doppiato” il primo traguardo con 50
anni di attività: mi auguro che la celebrazione questa sera (Modena, 27
settembre 2017) rimanga ugualmente nel ricordo di ciascuno di noi.
In questi anni mio fratello Stefano e mio marito Vanis hanno
affiancato mio padre con competenza e diligenza nella gestione dell’azienda.
Vorrei cogliere questa occasione per ringraziare ambedue,
sia come membro della famiglia sia come azionista, per il loro contributo e per
avere assunto, in molti casi, responsabilità che sarebbero spettate a me.
Mio fratello Stefano e io abbiamo riflettuto intorno ai
valori che ci ha trasmesso nostro padre dal punto di vista lavorativo e
possiamo riassumerli in quattro cardini essenziali che sono alla base della
Gape Due: qualità, precisione, onestà (unita alla correttezza) e rispetto.
Qualità per nostro padre vuol dire che tutto deve essere al top; precisione che
non bisogna accontentarsi mai, tutto deve essere perfetto e niente deve’essere lasciato
al caso; i rapporti verso tutti i clienti e fornitori, dai più piccoli ai più
grandi, devono essere improntati all’onestà e alla correttezza; infine, ma non
ultimo, nostro padre ha sempre nutrito il massimo rispetto e ha sempre assunto
una forte responsabilità verso i dipendenti e le loro famiglie, trattandosi in
prevalenza di operai uomini, quindi, di capifamiglia.
Vogliamo cogliere questa occasione per dirgli: “Grazie,
papà, per quello che hai fatto per noi, per le famiglie dei tuoi dipendenti e
per Sassuolo. E non è finita qui: Stefano e io ti auguriamo ancora altri
successi e il raggiungimento di tanti altri traguardi”.