Spadafora Anna

  • L’irruzione delle donne nel primo rinascimento procede dall’oggetto della scienza, come scrive Armando Verdiglione nel Giardino dell’automa (Spirali). Con la sacra rappresentazione, con il carnevale sono aboliti la segregazione e i concetti di gregge, di popolo e di soggetto collettivo che avevano bisogno delle donne come segni della differenza sessuale e sociale.
    L’oggetto della scienza, da Leonardo da Vinci in poi, impedisce di chiedersi ontologicamente “Che cos’è?” e, quindi, “Che cos’è la donna?“.
    Chiedersi quale sia l’identità delle donne non s’inscrive nella

  • Gli interventi dei relatori e degli imprenditori di questo forum danno testimonianza del cervello della trasformazione, che ignora l’abitudine e trae alla novità. Ciascuno è convocato a questo appuntamento per un interesse prettamente intellettuale e la curiosità intellettuale è la base per l’instaurazione del cervello. Il cervello, infatti, non è naturale e non s’instaura una volta per tutte, ma si nutre della curiosità intellettuale.
    E ciascuno è intervenuto anche per via di un’inquietudine. Non tutto va e tutto funziona, ma qualcosa non va e qualcosa non funziona. Da qui la domanda

  • Nei quotidiani più diffusi, nel frasario politico, nel discorso mediatico, nelle ricette mediche, ricorre spesso il termine emergenza. Questo termine sembra il lasciapassare per qualsiasi passaggio all’azione, per qualsiasi intervento salvifico. Ci si dimentica che, nell’emergenza, le cose si dicono e che, quindi, l’emergenza è, prima di tutto, emergenza della parola. Ma in che modo l’emergenza non è da trattare socialmente o politicamente? L’intervento  cifrematico dinanzi all’emergenza ha due aspetti: dobbiamo chiederci qual è la ricerca da intraprendere, qual è l'intervento

  • C’è aria di festa questa mattina alla redazione di “Tesori d’Italia”. Lara, la caporedattrice, esulta per la chiusura anticipata del sesto numero speciale nell’anno in corso. In cinque anni, con la sua equipe ne ha fatta di strada. Pensare che le sembrava di dover fare uno sforzo gigantesco per passare dal bimestrale al mensile. Oggi può dire che, per far crescere il giornale, oltre all’impegno e allo sforzo fisico, innegabili, c’è voluto uno sforzo intellettuale. Non più tardi di cinque anni fa, infatti, si lamentava di essere stanca: la periodicità era aumentata, ma non riusciva a

  • Crede a ciò che vede chi prende le distanze dalla religione? Al contrario, la religione più praticata è sempre stata quella che ha messo al bando l’incredibile: la religione della morte. Fondandosi sul visibile, sul fatto come tale, la religione della morte edifica l’uomo mortale. Mai più di oggi questa religione è stata diffusa e nutrita da mille occasioni di spettacolarizzazione mediatica. Impone a tutti e a ognuno la visibilità del fatto come tale, del fatto di morte, a vantaggio dell’audience e a scapito dell’intelligenza. Vietato sognare, vietato dimenticare, bisogna ricordare:

  • A proposito del ruolo dell’Europa nel pianeta e della politica da adottare per vincere le sfide della globalizzazione, anche uno dei massimi esponenti della BCE (Banca Centrale Europea) si limitava a ripetere un luogo comune pacifista: “La nostra missione nel mondo è quella di rappresentare un potere gentile”, intendendo dire, come nota Antonio Baldassarre in questo numero, che siamo un potere che vuole la pace e non la guerra. Da chi sta ai vertici di un ente che interviene in modo determinante in materia di economia e di finanza in tutti i paesi dell’Unione ci si aspetterebbe quanto meno

  • La parola sfugge agli umani, non può essere dominata, si staglia sul caos originario, sull’aria. Eppure, nel corso dei secoli, quante ideologie hanno tentato di dare fondamento alla parola e di stabilire che ci fosse qualcosa dietro o sotto! E chi, ciascun giorno, non cerca d’interpretare che cosa voglia dire o non dire la parola? Mentre, comunemente, la famiglia è intesa come il luogo in cui comprendersi, il sistema per difendersi dalla difficoltà della parola, nella cifrematica, la famiglia è traccia dell’interdizione linguistica. Nel dire c’è una traccia che impedisce al dire di

  • Carlo B. è socio di maggioranza di tre aziende, che, complessivamente, fatturano circa 150 milioni di euro all’anno. Di recente, si è imbattuto in un’esperienza che non avrebbe mai nemmeno immaginato in vent’anni di attività. Poiché una delle aziende non accennava a riprendersi da una crisi intervenuta l’anno scorso, in seguito alla perdita di due clienti importanti, tre mesi fa gli venne la felice idea di rivolgersi a R. P., uno dei commercialisti di grido del centro-nord.

  • In un hotel della Città cellulare, l’altro giorno un cliente giapponese raccontava a un imprenditore italiano una storia incredibile: con quali mezzi e con quali strumenti della parola era riuscito a concludere un’operazione che ormai aveva dato per fallita, e come la sua famiglia avesse costituito con lui un dispositivo di forza, dando prova di solidarietà e consolidando il loro patto per la riuscita.
    Una pittrice di New York raccontava a un giornalista del colore che stava cercando da più di dieci anni e di come quel giorno le sembrava di averlo trovato nel cielo della Città

  • Armando Verdiglione concludeva la sua conferenza a Modena (2 aprile 2004), pubblicata in questo numero, rilevando che la vera questione che l’ebraismo incomincia ad affrontare e poi il cristianesimo e il cattolicesimo affrontano ancora di più è la questione donna. “È questo che viene evitato dall’Islam – diceva –, la questione donna. La paura della morte diventa paura della donna. Tutto un sistema, costruito sulla paura della donna. Tutta una serie di vincoli, di proibizioni, di prescrizioni, di negatività, perché la donna sia solo lì, senza piacere. Quindi, anche la clitoride dev’essere